A.M. Sexton - Liberazione (serie Davlova, 1)

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A cura di Lilia Stecchi
Grafica di Giovanni Trapani

Non è di un libro romance che vi parlerò questa volta, anzi, Liberazione di A.M. Sexton, (serie Davlova, 1 – tradotto da Lucy C. ed Emanuela Graziani, edito da Triskell Edizioni, prezzo 5,99 euro) si può definire più un romanzo dark, duro, a tratti violento e che suscita emozioni forti e contrastanti, ma che ho amato con tutta me stessa dalla prima all'ultima riga.
Siamo a Davlova: una città-stato oppressa dalla povertà e governata da un'aristocrazia tirannica. Le risorse sono scarse e la tecnologia è illegale. E nei bassifondi cova la rivoluzione. Misha è un borseggiatore comune, finché il suo capo non gli assegna un nuovo lavoro. Facendosi passare per una prostituta, Misha viene spedito a lavorare per uno degli uomini più potenti della città. Ma il suo vero obiettivo è molto più pericoloso: avvicinarsi a Miguel Donato, e trovare qualcosa - qualsiasi cosa - che possa aiutare a far cadere il governo corrotto di Davlova. Misha si immerge nel mondo decadente dell'aristocrazia, dove gli schiavi sono comuni e dove è possibile trovare anche il piacere più perverso. Anche se è sicuro che l'élite di Davlova sia coinvolta in qualcosa di terribile, le prove sono difficili da trovare, e Misha inizia ad innamorarsi dell'uomo che dovrebbe tradire. Poi incontra Ayo – uno schiavo sessuale costretto da un impianto neurale nel suo cervello a provare piacere per il dolore - e tutto cambia. Mentre gli abitanti della città bassa si spingono verso una rivoluzione sanguinosa, Misha si troverà preso tra i sentimenti inattesi che prova per Donato, il dovere verso il clan e la determinazione di salvare Ayo.
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La storia si svolge, con un'ambientazione distopìca a Davlova, città stato governata da un'aristocrazia tirannica che vive su una collina circondata da alte mura bianche. All'interno delle mura ci sono i “nati puri”, gente ricca che tiene in mano il potere, anche in maniera ingiusta e prevaricatrice, e che ha ogni tipo di confort, belle case, vestiti eleganti, elettricità, locali ricercati, servitù e addirittura schiavi. Al di fuori ci sono i bassifondi, suddivisi in quadranti, dove il punto di maggior degrado è caratterizzato dai fossati. Nei fossati si sopravvive di espedienti, borseggio e prostituzione sono forse le attività “più redditizie” tra una popolazione che va avanti di fame e miseria e con l'assoluto divieto di usare la tecnologia.
È proprio nei fossati che conosciamo Misha, un ragazzo particolare rispetto alla popolazione di Davlova, pelle chiara, capelli neri e occhi verdi in un mare di capelli castani e occhi marroni, che per aiutare il clan di Anzhéla fa il borseggiatore. Sarà proprio il suo capo che, invischiata in altre attività che portano all'organizzazione di una rivolta che mira a far cadere il governo dei tiranni, gli chiederà di svolgere un lavoro un po' particolare per aiutare la causa. Misha all'inizio rimane sbalordito, confuso, deciso a dire di no, lui non è certo una prostituta, ma è questo che ha chiesto Donato Miguel, una puttana dolce ed esotica e, quando Donato ordina, nessuno può rifiutare. Con la promessa di potersi ritirare dalla “missione” in qualsiasi momento Misha accetta iniziando a frequentare la casa di Donato, ma non è facile, per niente. Donato è un uomo violento, restio a parlare e che non vede altro che il suo piacere e Misha è spesso tentato di non voler tornare più. C'è una cosa che però frena Misha da questo proposito, Miguel. Miguel è l'altra metà di Donato ed è quasi naturale innamorarsi di lui. È dolce, tenero, un buon intrattenitore, attento alle esigenze del compagno, vizia e coccola quello che sembra non essere più una puttana, ma un giovane amante. E poi... poi c'è la bestia.
Non si comprende il perché, se non quasi alla fine del libro, ma ogni volta che Donato torna dai suoi viaggi “di lavoro” a Dephiline il suo animo si tinge di nero, trasformandolo in un essere senza empatia, sadico e crudele, che sfoga la sua rabbia repressa soprattutto su un giovane, trasformato in schiavo sessuale grazie a un impianto al cervello, di nome Ayo. È anche per proteggerlo e per i sentimenti che inizia a provare per lui che Misha decide di frequentare ancora la casa di Donato e, subendone in un crescendo le conseguenze, infine portarlo alla liberazione.
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http://www.ibs.it/code/9788897309215/sansone-francesco/oltre-evidenza-racconti.html
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A.M Sexton, o se la preferite senza pseudonimo Marie Sexton, mi ha totalmente travolta con questo romanzo, e in senso assolutamente positivo. Si parla di Misha e della sua storia, ma personalmente l'ho vista più come un'opera corale, dove la parola “liberazione” fa da filo conduttore alla vita di più persone. La liberazione che sogna Anzhéla che, in alleanza con Aleksey, trama per far scoppiare la rivolta dei bassifondi e destabilizzare il governo tiranno. La liberazione che ha rincorso da tutta una vita Fray per il suo io, per sentirsi finalmente bene con se stesso. La liberazione che Misha desidera donare ad Ayo e che il ragazzo agogna con tutto se stesso, anche se questa può portarlo alla fine di tutto. Infine la liberazione di Miguel da Donato e dalla bestia. Ecco, molti ora mi prenderanno per pazza, ma alla fine Miguel mi ha emozionato tantissimo. È stato l'unico personaggio in tutto il libro per cui ho pianto e per il quale, solo per un impercettibile momento, ho sfiorato il desiderio di un destino diverso.

Complimenti ancora alla Sexton, conosciuta e amata per la sua bravura e il suo romanticismo in altri libri e che ho adorato in questo suo “esperimento” dark, sapendo creare questo mondo dalle ambientazioni fosche, ma allo stesso tempo reali, tanto da vedere trasformarsi in immagini il susseguirsi delle parole lette. Un plauso speciale va alle traduttrici e un grazie gigante va alla Triskell, che ha deciso di creare la collana dark pur di farci avere questa fantastica lettura, che sì sarà violenta, drammatica, cruda e dove quelli che non amano situazioni al limite storceranno un po' il naso, ma... davvero, non dovete perdervela.