Haìs Tìmur - Baja California
A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Tre fratelli milanesi intraprendono
un viaggio verso la calda Baja California, spinti dalla necessità di fuggire
dai problemi della vita quotidiana. Si ricongiungeranno così al fratello
maggiore Manuel, trasferitosi in Messico già da diversi anni, seguendo la
vocazione sacerdotale. Il viaggio si rivelerà un'avventura inaspettata. Durante
il lungo tragitto verso la missione del fratello Gesuita, i tre faranno
incontri sorprendenti e dovranno superare molte prove, ognuna delle quali
contribuirà a svelare loro un mistero che li coinvolge: in quell'arida penisola
niente è come sembra... Il viaggio cambierà per sempre il destino dei
componenti di questa famiglia, ognuno dei quali farà un proprio percorso di
vita, con un epilogo diverso per ciascuno di loro.
Baja California di Haìs Tìmur (Schena
editore, Euro 12,00) è un vero e proprio on the road dove i protagonisti
potranno ritrovare se stessi una volta intrapreso il viaggio per sfuggire alle
difficoltà di ogni giorno.
Fabio, Carlo,
Riccardo e, successivamente, Manuel, il fratello gesuita che lavora in Messico,
potranno fare i conti con se stessi e apprezzare quanto di bello c’è nella loro
vita.
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La bravura della Rìmur sta nell’aver
dato a ogni protagonista delle caratteristiche ben precise nelle quali il
lettore può rispecchiarsi. C’è Riccardo il tipo composto, quello che, in un
modo o nell’altro, cerca di gestire le difficoltà della famiglia. C’è Carlo, l’eterno
Peter Pan che non riesce a tenerselo nelle mutande e che capisce di aver
sbagliato solo quando la moglie, Sara, gli chiede la separazione. C’è Fabio, il
più piccolo dei tre, che ha perduto il suo lavoro di insegnante a causa di
alcune mamme per via della sua omosessualità. Infine, c’è Manuel, il missionario, che ha deciso di
dedicare la propria vita al servizio del prossimo. Quattro caratteri e quattro fratelli diversi che
però sono legati da un affetto sincero.
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Anche la descrizione della Bassa California è fatta in maniera impeccabile. Ogni dettaglio, ogni luogo, ogni
profumo si palesano al lettore che ha, così, l’impressione di essere lì con i
fratelli, e tutto questo non sarebbe stato
possibile se la scrittura della Tìmur non fosse stata così diretta e, passatemi
il termine, parlata. Una scrittura più ricercata, più artificiosa se vogliamo, avrebbe
fatto perdere al romanzo la sua forza narrativa, e Baja California è piacevole
proprio per questo e non ha niente da invidiare a nessun’altra opera.
Domani l'intervista all'autrice.
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