"Sono gli adulti ad avere dei tabù"- Intervista a Haìs Tìmur
A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Autrice del romanzo 'on the road' Baja California, Haìs Tìmur ci parla del percorso che l'ha porta a scrivere il libro, ma anche delle testimonianze raccolte per scrivere il personaggio di Fabio, uno dei quattro fratelli, che ha perso il lavoro d'insegnate per via della sua omosessualità.
Una donna di una sensibilità enorme, convinta che a volte bisogna perdersi, per riuscire poi a ritrovarsi.
Se devo
definire il tuo romanzo non posso non chiamarlo un on the road familiare. ‘Baja Californiana’, infatti, è
incentrato sul viaggio di 3 fratelli, atto a scappare dalle difficoltà che li
preoccupano a Milano, per poter raggiungere il quarto che lavora in Messico
come missionario. Come è nata l’idea della storia e come l’hai sviluppata?
Il viaggio
intrapreso nel 2008, nelle aree desertiche della Baja California, mi ha
certamente dato diversi spunti. I silenzi del deserto e quell’unica, infinita
strada che attraversa da nord a sud la penisola, danno modo al viaggiatore di
trovare un proprio raccoglimento interiore. L’idea del romanzo è nata proprio
durante questa indimenticabile esperienza, poi ampliata con gli influssi delle
storie che si vivono nella nostra quotidianità.
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Quello che
ho apprezzato molto è il fatto che ognuno dei quattro fratelli abbia un
carattere e un ruolo definito all’interno della storia e ciò rende il romanzo
veritiero. Quanto credi sia importante
permettere al lettore di conoscere appieno le sfumature dei personaggi di cui
legge le vicende?
Il lettore cerca sempre un personaggio nel quale riflettersi
o nel quale trovare delle similitudini con il suo modo di essere, pertanto è
importantissimo che i personaggi abbiano un certo carisma e dei caratteri molti
differenti.
Uno dei
fratelli è Fabio, un insegnate gay allontanato da scuola perché alcuni genitori
hanno espresso le proprie perplessità sull’influenza potrebbe avere sui figli.
Inutile negare che leggendo questo aspetto, nella mia mente si è affacciato il
caso di Daniele
Baldoni, un
insegnate di danza umbro costretto a lasciare il lavoro presso l’istituto
compressivo Dalmazio Birago di Passignano e Tuoro sul Trasimeno per lo stesso motivo del
tuo personaggio. A questo punto non posso non chiederti se c’è un collegamento
fra la realtà oppure è solo un caso fortuito.
Esiste in effetti un
collegamento con la realtà, ho raccolto le confidenze di alcuni insegnanti gay,
che ammettono che ancor oggi è preferibile non esternare la loro omosessualità
in ambito scolastico. Partecipando ad alcuni campi estivi per bambini e
adolescenti, sono rimasta colpita dalla maturità e totale naturalezza, con cui
i ragazzi affrontano il tema gay. Infatti nel romanzo sono solo gli adulti ad
avere dei tabù, gli stessi bambini messicani accoglieranno il personaggio Fabio
senza alcuna discriminazione.
Sempre il tuo libro mi ha
riportato alla mente il rapporto ‘omosessualità – religione’ che in questi
giorni, per via della discussione sulle unioni gay, è più accesso che mai.
Secondo te, questi due aspetti potranno un giorno incontrarsi
pacificamente o sono destinati a
viaggiare sempre su due binari paralleli?
Credo
che siano stati fatti grandi passi per portare le due cose su un unico binario,
ma purtroppo si tende ancora a strumentalizzare la cosa; sono certa che la
Chiesa nel Giubileo straordinario, darà ampio spazio a queste delicate
tematiche.
Continua sotto...
Adesso anche in ebook qui |
La scorsa settimana Il
mondo espanso dei romanzi gay ha intervistato Simona Geo alla quale ho chiesto
come è nata la collaborazione fra voi due e quindi rigiro la domanda anche a te
e voglio aggiungere: sei soddisfatta della copertina che ha realizzato per il
tuo romanzo?
Durante il primo
colloquio con la casa editrice Schena, era presente anche Simona che nell’occasione
ha avuto modo di far visionare alcuni suoi scatti fotografici. Uno di essi in
particolare, che ritraeva i colori e il paesaggio della Baja California, ha
emozionato molto l’editore, tanto da sceglierlo come copertina. Alcuni lettori
mi hanno scritto di aver acquistato il libro perché affascinati dall’immagine
di copertina. Posso pertanto dire di essere molto soddisfatta.
Ogni autore quando scrive
qualcosa si augura sempre di poter trasmettere qualcosa di sé ai lettori. Tu
cosa vorresti che arrivasse di te a chi leggerà ‘Baja California’ e
soprattutto, quale riflessione vuoi far suscitare con la tua storia?
Nel
romanzo c’è tutta la mia passione per i viaggi: la ricchezza di esperienze che
si acquisisce viaggiando è a mio avviso fondamentale per una propria crescita
personale. Ho voluto far conoscere un’area geografica, quella della Baja California,
non molto nota ma bellissima: un luogo magico, dove è ancora la natura a
dominare sull’uomo. A volte nella vita bisogna perdersi, per riuscire poi a
ritrovarsi ed è questo il senso del romanzo.
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