Le Interviste - Alberto W. Zanetti. Esclusiva
Si conclude anche questo week end monotematico dedicato a Alberto W. Zanetti e quindi non mi resta che lasciarvi all'intervista esclusiva che mi ha rilasciato l'autore di Se ricominciando.
Prima di lasciarvi alle parole di Zanetti, vi anticipo che settimana prossima vi aspetterà un nuovo week end monotematico che vedrà protagonista la scrittrice Viola Lodato.
Le Interviste
Alberto W. Zanetti
Esclusiva
Nella foto: Alberto W. Zanetti |
Alberto, Se ricominciando è il tuo primo romanzo. Cosa spinge un
architetto a scrivere un romanzo? Come è nata l’idea?
In realtà sono anni che volevo mettermi a scrivere un romanzo, ma
non ero mai riuscito a farlo. Mi sembrava un compito troppo impegnativo. Negli
anni avevo scritto qualche racconto, che mi era stato pubblicato, ma non mi ero
spinto più in là. Ogni tanto avevo fatto qualche tentativo, ma i risultati
erano davvero scoraggianti. E poi, a un certo punto, ho visto su TED il video di Elizabeth Gilbert, la scrittrice di
Mangia, prega, ama. Nella conferenza la Gilbert riprende il concetto di Edison,
“il genio è 1% ispirazione e 99% traspirazione”. Quindi ho capito che, se
volevo davvero scrivere un libro, dovevo mettermi a lavorare sul serio. Così ho
cominciato a scrivere due ore ogni mattina, prima di andare al lavoro, dalle 6
alle 8, sei giorni a settimana. E in un anno ho terminato una prima bozza
accettabile del libro.
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Il tuo libro racconta la fine dell’amore fra Paolo e il suo
compagno Claudio e dei successivi tentativi del protagonista per riconquistarlo.
Perché hai deciso di trattare un tema come questo?
Perché penso sia un tema in cui ognuno di noi si può identificare.
Ognuno di noi ha un amore che è finito male. Questo ti costringe a ripensare a
chi sei tu davvero, a com’eri cambiato per amore, a cosa vuoi dalla vita. È una
delle esperienze che più ti scuotono. E, come ogni momento di crisi, offre
grandi opportunità di cambiamento. Quindi, come vedi, è un tema che offre molti
spunti per uno scrittore.
Se ricominciando dà molti spunti di riflessione a chi lo legge
tramite le riflessioni che fa Paolo e quindi volevo chiederti, queste sono
frutto di esperienze personali oppure no?
Molte delle cose che Paolo pensa sono frutto di esperienze
personali, però, quando scrivi, a volte un personaggio ti sorprende con delle
riflessioni sue, non tue. Ovviamente sono stato io a scriverle, ma erano
riflessioni che non avevo mai fatto in prima persona, che in un certo senso ha
fatto Paolo. Se devo dirti la verità, io non mi identifico in Paolo. Paolo è più
un insieme di persone che mi sono state vicine nelle vita, e poi a un certo
punto ha cominciato ad assumere un’identità propria. Purtroppo io sono molto di
più Claudio, che nel libro, se vuoi, è un po’ il “cattivo”.
Hai pubblicato il libro in maniera autonoma. Questa è stata una
scelta voluta?
La risposta cattiva sarebbe: “voluta dagli editori”. La verità è
che per un esordiente è molto difficile sfondare. Le case editrici sono
lentissime nelle risposte, semmai rispondono. Avevo mandato il libro a qualche
agente (di quelli seri), qualcuno mi ha fatto i complimenti, ma poi non l’ha
rappresentato.
In generale, per chi è al primo libro, l’esperienza della
pubblicazione (a parte pochissime eccezioni, giustamente famose) non è
esaltante: un piccolo anticipo, qualche mese nelle librerie, magari senza
troppa esposizione, e poi si scompare dalla distribuzione. In Italia il
fenomeno degli ebook è ancora agli inizi, ma negli Stati Uniti, per esempio,
tanti autori hanno capito che potevano fare per se stessi molto di più di
quello che un editore poteva fare per loro e hanno deciso di autopubblicarsi.
Ci sono esempi di autori che, dopo esperienze semi-fallimentari di
pubblicazione con case editrici, hanno raggiunto un pubblico vastissimo
pubblicandosi da soli, con ottimi risultati anche dal punto di vista economico.
Così ho deciso di buttarmi, ho fatto leggere il libro a un po’ di lettori-beta,
ho assunto un editor per il testo e un grafico per la copertina. Insomma ho
cercato di offrire un prodotto professionale, il più possibile simile a quello
che potrebbe offrire un editore. E in effetti le recensioni ottenute finora
sono piuttosto buone.
Nel libro l’omosessualità è il tema principale, ma ne parli
mostrandone ogni aspetto e ogni modo di viverla. In un paese come il nostro, in
cui l’essere gay è solo apparentemente accettato, quanto credi che la gente si
fermi ai luoghi comuni e quanto i gay contribuiscono ad alimentarli?
La gente si ferma spesso ai luoghi comuni perché non conosce
altro. Non sono tanto i gay ad alimentare i luoghi comuni (o almeno non la
maggioranza), sono più i media a dare l’idea di un “mondo gay” piuttosto
stereotipato. Metto quest’espressione tra virgolette perché penso che l’espressione
“mondo gay” non significhi nulla. È come dire “mondo etero”. Esistono tanti mondi
gay quanti individui gay. Solo che i media li ignorano. Le persone, in buona
parte, non hanno idea che il loro panettiere, il loro idraulico, il loro
commercialista, il loro medico, il giornalista che vendono in televisione,
possano essere gay. Questo ovviamente è in parte anche colpa dei gay. Molti, se
non stanno nascosti, neppure sono chiari rispetto alla loro sessualità, per
evitare ripercussioni professionali. Eppure sta a noi, con le nostre vite
quotidiane, sfatare i luoghi comuni e far capire la normalità (in molti casi la
banalità) dell’essere gay. Harvey Milk in uno dei suoi discorsi ha detto: “Vorrei
vedere ogni medico gay, ogni avvocato gay, ogni giudice gay, ogni burocrate
gay, ogni architetto gay fare il coming out, alzarsi e dirlo al mondo. Questo
farebbe finire i pregiudizi da un giorno all'altro molto di più di quanto
chiunque possa immaginare.” Questo è ancora vero.
Che ruolo ha avuto la letteratura nella tua vita?
Sono un lettore vorace, non posso immaginare la mia vita senza
letteratura. Jonathan Franzen, Jennifer Egan, Nick Hornby, Dave Eggers, David
Foster Wallace, Michael Cunnigham sono i miei scrittori preferiti.
Durante il periodo in cui prendevi coscienza della tua
omosessualità, c’è stato un romanzo a tematica gay che ti ha aiutato a non
sentirti il solo a provare sentimenti per gli altri ragazzi? Se sì, quale?
Direi senza dubbio Maurice di E.M.Forster. È stato il romanzo che
mi ha fatto capire che non ero l’unico a provare quei sentimenti. E, qualche
anno dopo, Un uomo solo di Christopher Isherwood. Però, se ci pensi, in un caso
il messaggio è che, se sei gay, puoi essere felice solo se scompari, se fuggi
dalla società. Nell'altro caso che, se il tuo compagno muore, sei solo,
resterai solo e morirai solo. Ovviamente questa non è una critica letteraria,
ci mancherebbe altro: si tratta di due capolavori, che rispecchiano i tempi in
cui sono stati scritti. Il punto è che il messaggio che ti arriva, quando sei
adolescente, nei pochi libri in cui non devi fare uno sforzo per immedesimarti
nel protagonista, è che non ci sono molte possibilità per te nel mondo.
Credi che un libro che parli di omosessualità sia utile per i
ragazzi che si rendono conto di essere gay?
Credo che ogni cosa che parli di omosessualità sia utile per i
ragazzi che si rendono conto di essere gay. Bisogna ricordare che, al contrario
di ogni minoranza, gli adolescenti gay spesso non trovano nella famiglia d’origine
un rifugio. Quindi si trovano da soli a dover affrontare sentimenti che
talvolta non comprendono a fondo, eventuali forme di bullismo scolastico e un
ambiente familiare che non li supporta, quando non è apertamente ostile. Non
bisogna pensare solo alla realtà delle grandi città, che certo è un po’ (ma non
tanto) più semplice: in provincia essere un adolescente gay è ancora molto
complicato. I messaggi che ti arrivano dalla famiglia, dalla scuola, dalla
chiesa, dalla società ancora ti dicono che sei sbagliato, che sarai infelice.
Di conseguenza qualsiasi cosa normalizzi l’omosessualità è estremamente utile.
Certo, oggi i ragazzi hanno a disposizione infiniti strumenti in più rispetto a
quando io ero adolescente. Basti pensare a Internet. Tuttavia, ho cercato di
scrivere un romanzo che mi avrebbe fatto piacere leggere, da adolescente ma pure
da adulto: una storia d’amore ad alto tasso di immedesimabilità, in cui si
pensa, ma si ride anche, in cui i gay non si suicidano, non muoiono, non sono
melodrammatici, ma hanno le preoccupazioni di tutti, il lavoro, la carriera, l’amore,
gli amici, il sesso. È per questo che ho cominciato a tenere un blog
(www.awzanetti.it) in cui cerco di fare qualche riflessione intelligente e
spiritosa. I risultati magari saranno discutibili, ma è il mio tentativo. In
Italia, a parte il notevole Voglio sposare Tiziano Ferro non c’è
tanto.
Intervista: Francesco Sansone
http://ilmondoespansodeiromanzigay.blogspot.it/2012/05/oltre-levidenza-racconti-di-vita-gay.html |
Ti ringrazio Francesco per avermi fatto conoscere questo scrittore di cui mi sono affrettata ad acquistare l'ebook. Sono d'accordo con quello che l'autore dice nell'intervista e ho trovato il suo romanzo molto gradevole, divertente e scritto bene.
RispondiEliminaDaniela
Daniela sono contento di sapere che hai seguito il mio consiglio decidendo di leggere il libro di Alberto W. Zanetti.^_^
EliminaIo seguo sempre i tuoi consigli! :-D
RispondiEliminaGrazie a te ho conosciuti tanti autori e ti faccio i miei complimenti per il lavoro che fai recensendo i loro romanzi sul tuo blog. ^_^
Ciao Francesco e continua così
Daniela
Non devi farmi i complimenti, perché lo faccio con piacere... essendo nelle stesse condizioni, so quanto è difficile trovare uno spazio dove far conoscere i propri lavori... e dato che a mio avviso i romanzi di cui parlo valgono, credo sia giusto dar modo loro uno spazio... ^_^
EliminaA presto e grazie ancora
Daniela segue i consigli di Francesco..io seguo i consigli di Daniela..a questo punto mi domando..chi devo ringraziare per l'avermi fatto conoscere Alberto W. Zanetti?
RispondiEliminaHo letto Se ricominciando tutto d'un fiato...eh si ..non potevo fare diversamente..mi ha catturata.
Concordo con l'autore quando dice che romanzi come Maurice o Un uomo solo pur essendo bellissimi..lasciano l'amaro in bocca..lasciano un senso di solitudine..
Se ricominciando invece è un inno all'amore..alla gioia..c'è il dramma di una storia finita,si,ma descritta con allegria
Un romanzo che non solo i giovani gay dovrebbero leggere,ma ognuno di noi dovrebbe farlo..perchè fa capire che nonostante le avversità della vita..c'è sempre qualcuno che ti offre un riparo dalla solitudine
Romy73 credo che l'importante sia che tu abbia scoperto e avuto modo di amare il libro e non chi te lo abbia consigliato. ^_^
EliminaFrancesco