Lo scarabocchio - Il romanzo di Cinzia Nazzareno dove passato e presente si fondono per fare giustizia
A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Olmo è un piccolo borgo
della Sicilia degli anni ’70. È qui che vive la famiglia, apparentemente
felice, di Filippo Aletta. Soltanto l’ultimogenito, lo strano e tormentato
Gianni detto “Genny”, desta alcune preoccupazioni.
Quando una notte, nel
fienile, il padre lo scorge in atteggiamenti equivoci con lo sgorbio del
villaggio, prende coscienza con amarezza della sua vera identità sessuale di
donna intrappolata nel corpo di un ragazzo e, in preda a una crisi di nervi, lo
caccia da casa e gli intima l’immediato trasferimento a Roma. È lì che
l’ingenuo Genny spera di incontrare il vero amore…
Con una struttura a cornice
che apre, pervade e chiude il racconto e che ne rivelerà il messaggio più
profondo, la storia è il crudele affresco di una società cieca e bigotta,
pervasa da infiniti pregiudizi nei confronti della “diversità”, e prosegue con
travolgenti colpi di scena, fino a giungere a uno struggente finale mozzafiato.
Su queste premesse si muove il romanzo Lo
scarabocchio di Cinzia Nazzareno
(Bonfirraro Editore, 2017. Prezzo cartaceo 16,90 Euro).
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La Nazzareno, alla sua seconda
esperienza editoriale, consegna una storia dal sapore aspro, come i limoni
della Sicilia, dove si svolge la storia.
Partendo da un presente volto alla ricostruzione di un passato doloroso,
tenuto taciuto per decenni, Lo scarabocchio affronta la difficoltà
dell’identità di genere nella seconda metà degli anni ’90 del secolo
scorso. Albina, infatti, per realizzare
la sua tesi in sociologia chiede a nonna Camilla di raccontarle un episodio che
ha scosso la società diversi anni prima. Parola dopo parola l’anziana donna
consegna alla nipote l’amara esistenza di Gianni/Genny. Il difficile rapporto
con un padre fimminaru e con una
provincia buona sola a giudicare e a spettegolare, sono gli elementi contro cui
Gianni/Genny e la sua identità sessuale devono fare i conti.
La bellezza del romanzo sta proprio nel doppio scenario in cui si muove: da
un lato una ragazza dei giorni nostri alle prese con i suoi sogni professionali,
dall’altro un giovane di quasi cinquant’anni fa alle prese con il suo desiderio
di affermare la propria identità sessuale. Due epoche, due mondi se vogliamo,
che la Nazzareno racconta con scrupolosa
meticolosità, che risulta essere la vera forza del romanzo.
Vincente è pure l’utilizzo del dialetto, per dare più spessore a certi
personaggi. Nonna Camilla non sarebbe la stessa se non si lamentasse in
siciliano. A dire il vero l’isola
diventa un’altra sorta di protagonista del romanzo fra panoramiche mozzafiato e
prelibatezze culinari.
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Tuttavia non posso non esprimere una punta di disapprovazione per alcune
scelte stilistiche. Il romanzo, a mio avviso, perde il suo potenziale, quando
la Nazzareno utilizza descrizioni da
romanzo rosa, che cozzano con i toni e il messaggio seri di cui Lo scarabocchio si vuole fare
portavoce. Questo, però, non impedisce di apprezzare il romanzo appieno.
Pertanto se avete voglia di una storia che unisca passato e presente, che
abbia pathos e dramma e che arrivi al cuore, Lo scarabocchio di Cinzia
Nazzareno fa al caso vostro.
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