Il mecenate - Il controverso e perverso romanzo di Sara Ayako
A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Grafica di Giovanni Trapani
Le ciliegie acerbe. Un
delizioso frutto precoce e acido? No. Molto peggio. Fanciulli da avviare alla
prostituzione maschile. Romanzo emozionante quello di Sara Ayako, ancorché non
facile da digerire. Occorre una mente disponibile, sgombra da ogni pregiudizio,
non condizionata da una morale malata che talvolta di giorno condanna ma di
notte coglie frutti più o meno acerbi. Chi si approccerà a questo bel romanzo,
potrà assaporarne la dolcezza tipica di una mano femminile che ci narra di
omosessualità maschile, unita alla competenza, alla capacità narrativa, al
garbo con cui affronta una tematica tremenda ed esistente nella realtà delle
nostre città. La narrazione presenta momenti di crudo erotismo, senza cadere
nella volgarità, né la volontà di eccitare il lettore che non condivide l’uso
delle ciliegie acerbe. Per chi invece apprezza
quell’erotismo, induce a una profonda riflessione. E poi, viva la libertà di
vivere il sesso come si crede.
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Dalla quarta di copertina che avete appena letto si può
intuire che Il mecenate di Sara Ayako (ErosCultura edizioni. Prezzo:
2,99) è un romanzo breve che potrebbe turbare alcuni lettori e alcune
lettrici. Quello che all’apparenza sembrerebbe un romanzo spregiudicato,
cattivo se volete, per il tema affrontato – quello della prostituzione minorile
– però ha una sua morale, che non vi dirò per non rovinarvi il piacere della
lettura.
Ayako consegna al lettore un romanzo intrigante e stuzzicante,
se si tralasciano certi passaggi della trama. La sua scrittura è essenziale, e
chi mi conosce sa che è il miglior complimento che posso fare a un romanzo.
L’autrice non si perde in descrizioni inutili, ma si focalizza sulla storia, riportando
ciò che davvero conta, per farla capire e apprezzare. Anche le scene sessuali sono
descritte in maniera essenziale, riuscendo sia a far immaginare ogni singola
scena sia a eccitare il lettore.
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Eppure c’è qualcosa del romanzo che mi ha lasciato un
tantino perplesso: la lunghezza. Considerati alcuni elementi, a mio avviso, Ayako avrebbe potuto inserire qualche
altro capito, giusto per analizzare meglio i rapporti fra il protagonista Max e
gli altri quattro personaggi – la moglie Carla, il figlio Samuele, l’amico
Lucas e il giovane – ed evitare nel lettore una lieve sensazione di
incompletezza.
Pertanto, se, come dice la quarta di copertina, siete in
grado di andare al di là del pregiudizio e affidarvi alla lettura, intesa come
arte capace di farci confrontare con mondi che mai e poi mai esploreremmo, Il mecenate saprà stupirvi.
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Gentile Giovanni, le tue recensioni sono sempre azzeccate, competenti, utili. Il tuo gradimento per le opere che pubblico sono un premio al mio grande sforzo di diffondere opere di qualità (e senza farmi pagare dagli autori!! Anzi, sono io che pago loro) grazie.
RispondiEliminaMi limito soltanto a dire ciò che penso, anche se fa piacere ricevere certi commenti. A presto e continua a scegliere sempre opere capaci di suscitare diversi spunti di riflessioni. A presto, FRANCESCO
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