Gabbia per uccellini - S.M. May torna con un romanzo ad alta tensione

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A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Quando Rey Morales, studente all’università di La Salle, Philadelphia, esce a festeggiare l’ultima vittoria della squadra di baseball, può solo aspettarsi una serata rilassante insieme ai compagni e tifosi, piena di musica e birra. Ma la pioggia continua a cadere incessante, e Julien, l'uomo più affascinante di tutto il locale, si offre di accompagnarlo sino al campus.  Che c’è di male ad accettare quel passaggio?  Al suo risveglio, Rey si ritrova senza vie di fuga e senza difese.  Un uccellino chiuso in gabbia, con un padrone esigente che vuole prendersi cura di lui. 209 notti che valgono una vita.
Quando Matthew Forsyth, ambizioso sostituto procuratore della città, si vede assegnato il caso Morales, può solo pensare che sia iniziato uno dei periodi più fortunati della propria carriera. Niente di meglio che un processo facile e sensazionale, per garantirsi promozioni e successo. Che c’è di male ad accettare quell’incarico? Peccato che non sia così facile capire chi, tra la vittima e l’imputato, sia l’individuo più pericoloso in aula.  209 notti su cui manca una verità certa. Due presunti colpevoli. Un processo che nessuno vuole vincere davvero. Una gabbia invisibile che imprigiona ancora. E un’unica domanda: chi tiene davvero la chiave?
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Gabbia per uccellini (Self publishing, Amazon. Prezzo: 2,99 Euro.), il romanzo di cui avete appena letto la trama, segna il ritorno di S.M. May. Un romanzo che evidenzia una svolta nella sua opera letteraria. Se con i suoi lavori precedenti, quali Nuvole e la serie Lara Haralds, ha sviluppato gli aspetti più romantici dei rapporti fra uomini, con questo nuovo lavoro l’autrice si cimenta in un noir cupo e a tratti opprimente, essendo a suo agio.

Lo stile con cui si è fatta conoscere è lo stesso, eppure in questo nuovo romanzo la May ha apportato delle modifiche, dovute alla storia trattata, che ne esaltano la sua bravura. La scelta di usare capitoli brevi, per narrare gli attimi immediatamente successivi al sequestro di Morales, appare efficace. Piccoli squarci di vita, che permettono di capire l’ansia, la paura e la tensione vissuta dal protagonista. Interessante anche il profilo psicologico tracciato per Julien, che permette di comprendere il perché della sua ossessiva possessività, oltre che la sua fragilità emotiva.

Tuttavia non posso non tenere presente alcuni aspetti che non mi hanno fatto apprezzare appieno il romanzo. In primis, pur immaginando il motivo per cui la May lo abbia dovuto fare, la scelta di inserire una premessa con cui spiegare al lettore il contenuto della storia, fa scemare la curiosità e ne rovina, in qualche modo, l’esperienza di lettura. Una storia deve essere scoperta pagina dopo pagina e non si possono fare certe cose. Un lettore, a mio avviso, dovrebbe lasciarsi “indirizzare” dalla trama…
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Un altro aspetto che ho trovato debole è l’alternanza con cui sono affrontate le situazioni. Se da un lato c’è una certa attenzione allo sviluppo, dall’altro tale scrupolosità viene meno. Mi riferisco in particolare al modo con cui l’autrice “giustifica” l’assenza di Ray e la maniera con cui amici e parenti – la madre – la accettano.

Pertanto, sebbene a mio avviso, qualche pecca nel complesso ci sia, Gabbia per uccellini è una storia avvincente, in grado di soddisfare il target di riferimento, ma meno chi ci si avvicina per semplice curiosità.
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