Meglio un rospo arrapato che un principe attempato: Diario di una donna libera - L'universo femminile di Bianca Pes

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
“Inquieta e disinibita. All’amore preferisce il sesso, “perché gli uomini – spiega – sono degli eterni immaturi”. Bianca Pes ha quarantadue anni. È single per scelta. Vive liberamente, infischiandosene di ciò che pensa la gente. Se sei donna e risiedi in una città del profondo sud, bacchettona e perbenista, già questo equivale a una colpa. Ma Bianca ama anche trasgredire. Se vuole un uomo se lo prende. Fa sesso con sconosciuti, amanti di una notte, giovani e prestanti. È la donna che tutti gli uomini desiderano e che tutte le mogli detestano. Bianca ha anche due amiche, Clara, sposata, e Benedetta, single come lei, che un marito ancora non ce l’ha ma che sogna di trovare presto il principe azzurro, sposarsi e mettere su famiglia. Diverse da lei ma unite da una solida amicizia. Bianca racconta tutto in un diario. Un resoconto dettagliato della sua vita: desideri, perversioni, paure. A volte cinica, altre fragile ma sempre sincera.”

Questa è la trama di ‘Meglio un rospo arrapato che un principe attempato: Diario di una donna libera’, il romanzo breve della palermitana Bianca Pes (Eclypsed Word Edizioni. Prezzo ebook: 4,99 Euro; cartaceo: 12,76 Euro).  
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L’autrice racconta uno straccio della sua vita fatta di incontri occasionali, chiacchiere con le amiche nel pub di Gianni, l'amico gay, e rapporti più o meno idilliaci con i parenti.

Sebbene all’inizio appaia come una stronza, Bianca, pagina dopo pagina, riesce a mostrare che la facciata di donna indipendente, che non teme di dire le cose come stanno e non si preoccupa dei giudizi di chi mal vede la sua decisione di usare gli uomini per soddisfare i suoi bisogni sessuali, altro non è che una sorta di maschera indossata per non diventare nuovamente il giocatolo del primo venuto. Per non soffrire più. Tutto ciò la rende simpatica e la fa piacere.

La scelta di utilizzare la forma del diario è vincente come lo stile diretto, e allo stesso tempo ricercato, della scrittura della Pes. Uno stile essenziale ma che, all’occorrente, diviene descrittivo ed emotivo.
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‘Meglio un rospo arrapato che un principe attempato: Diario di una donna libera’ è la viva testimonianza di una donna, chiamatela moderna se volete, senza ipocrisie né sviolinate, che mostra, attraverso gli occhi di una diretta interessata, l’universo femminile in tutte le sue contraddizioni, le sue fragilità e la sua grinta. Da leggere.

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