Le Interviste - Luigi Dinardo. Nuova intervista esclusiva.

Si conclude con questa nuova intervista a Luigi Dinardo la tre settimane di quotidiana de Il mondo espanso dei romanzi gay, che da sabato 28 Settembre vi da appuntamento solo nei fine settimana. Quindi non mi resta che salutarvi e darvi appuntamento a sabato prossimo con il primo week end monotematico dedicato al giovane scrittore e blogger Matt Brendan.
 
 
Le Interviste
  Luigi Dinardo
   Esclusiva
 
Nella foto: Luigi Dinardo
  
Luigi, torni a pubblicare un tuo lavoro a distanza di qualche anno dal tuo primo romanzo Non aver paura di essere diverso e torni con un progetto davvero innovativo dal titolo 120 emozioni per me posson bastare che può tranquillamente essere definito un almanacco in cui sono contenuti racconti brevi, poesie, giochi e molto altro ancora scritti da te nel corso degli ultimi dieci anni della tua vita. Cosa ti ha spinto a creare e dare alle stampe un progetto del genere?
Un pomeriggio stavo spulciando in alcune vecchie cartelle del mio pc, e ho trovato racconti e poesie di alcuni anni fa. Nonostante fossero un po’ grezze, ho deciso di raccoglierle (inserendo anche i contenuti nuovi) in un unico libro. Credo di aver fatto un buon lavoro.
 
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Con le seguenti domande voglio approfondire con te alcuni temi contenuti nelle opere del libro. Iniziamo con la morte. Che rapporto hai con essa e perché senti la necessità di mostrarne i suoi vari aspetti?
La morte, paradossalmente, è una parte importante della vita. Bisogna imparare ad affrontarla senza stare sempre a pensarci. Tanto alla fine non cambia nulla. In questa raccolta la morte è rappresentata in tutte le sue sfaccettature. Sia tragica che comica. Ognuno la vede come vuole. A volte forse è anche un’amica.
 
La malattia. Cancro, paralisi, incidenti, sono solo tre modi con cui affronti la questione. Perché ne parli spesso?
Credo che la malattia (Cancro in primis) sia più paurosa della morte stessa. Circa un anno fa ho perso una zia per un Cancro e la cosa mi è talmente rimasta impressa da scrivere alcuni racconti a riguardo. Anzi, a essere sinceri, ho anche scritto un romanzo tutto dedicato al Cancro (che spero di riuscire a pubblicare).
L’omosessualità. Repressa od ostentata, dichiarata o sospirata, appare nei tuoi scritti e viene mostrata in tutte le sue sfaccettature. Quanto influenza la tua sessualità su questi scritti?
In questi scritti ho voluto raccontare tutte le varie particolarità di un’esistenza, e non nego che l’omosessualità ha sempre un ruolo in primo piano nelle mie storie. In fondo è sin troppo facile parlare degli eterosessuali. Gli omosessuali, nel bene e nel male, sono più complicati e particolari.
A proposito di omosessualità, all’interno di 120 emozioni per me posson bastare c’è anche un testo in cui dici ai ragazzi che si scoprono gay di non mollare, di non badare alle parole e ai pregiudizi della gente e li inviti a vivere la vita nel pieno della propria libertà. Quanto credi sia importante che un gay già consapevole dia di questi messaggi alle nuove generazioni?
Un omosessuale deve sentirsi importante anche perché, se non lo fa lui, chi dovrebbe farlo al posto suo? Se si butta giù è la fine. Tutti abbiamo in mente gli ultimi episodi di omosessuali in lotta con se stesso che decidono di lasciare questo mondo. Non è questo il modo giusto il problema dell’omofobia. Bisogna lottare, non bisogna darla vinta a tutti gli omofobi ignoranti e ottusi.
Il libro, come dicevamo, propone anche diverse tue poesie. Ѐ più difficile scrive poesie o prosa, e perché? E poi cosa spinge uno scrittore di prosa a cimentarsi anche con la poesia che è di fatto un genere così diverso e lontano dalla prosa?
Quando ho cominciato a scrivere, tanti anni fa, ho scritto sia racconti che poesie. Ammetto che scrivere poesie, almeno per me, è molto più difficile, non a caso mi dedico quasi esclusivamente nella scrittura dei racconti. Mi piace cimentarmi in diverse cose, ma quando vedo che non fanno per me preferisco accantonarle.
L’ultimo aspetto che voglio affrontare con te è l’inserimento di giochi all’interno del libro. Perché lo hai fatto? Non credi che possa distogliere l’attenzione nel lettore?
Io invece l’ho fatto proprio per questo. Ho pensato che un lettore, leggendo questi racconti e queste poesie potesse annoiarsi, così ho deciso di inserire dei giochi in grado di tenere sveglio l’attenzione del lettore. Credo sia un giusto diversivo.
Per concludere, cosa speri di trasmettere con quest’opera?
Con questo libro ho voluto trasmettere tutto me stesso, dal ragazzo ingenuo di dieci anni fa all’uomo maturo e sognatore di oggi. Spero solo di aver fatto un buon lavoro.
Intervista: Francesco Sansone
 
http://ilmondoespansodeiromanzigay.blogspot.it/2012/05/oltre-levidenza-racconti-di-vita-gay.html