“Lezioni di ballo” - La convinzione di inutilità talmente radicata da rendere quasi vano ogni tentativo di corteggiamento, questo e altro nel romanzo di R. Cooper

A cura di Lilia Stecchi
Grafica di Giovanni Trapani

Chico vive da due anni una relazione che lo consuma con un uomo prepotente. Quando il suo ragazzo gli rivela che sta vedendo qualcun altro, a Chico non resta altra scelta che trasferirsi sopra il garage del cugino in un piccolo paese tra i boschi di sequoie. Qui tira avanti svogliatamente. Per farlo uscire, il cugino lo spinge a offrirsi come volontario per aiutare con lo spettacolo annuale della scuola di danza del posto.
Chico non si aspetta di finire a una lezione di ballo o di iniziare a sentirsi di nuovo vivo tra le braccia del suo maestro. Rafael, il figlio del proprietario della scuola, è stato un ballerino di talento, ma ora ama insegnare. Sebbene Chico ne sia attratto, ha paura di avvicinarlo. Rafael, però, è determinato, e a Chico basterà un solo ballo per capire che ha ancora qualcosa da imparare.

Quella appena letta è la trama di “Lezioni di ballo” di R. Cooper (traduzione Chiara Fontana per Dreamspinner Press. Prezzo: 5,74 Euro), dove faremo la conoscenza di Chico, un uomo dolcissimo che ormai non crede più in se stesso, a causa di una relazione in cui è stata continuamente sminuita la sua autostima e come ultimo è stato buttato fuori casa dal suo ex.
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Suo cugino Davi lo ha convinto a raggiungerlo nella cittadina montana di Brandywine per allontanarlo da tutto quello che gli è accaduto, ma a parte andare al lavoro Chico si rifiuta di uscire di casa per conoscere e socializzare con altre persone. Dopo varie insistenze Davi riesce a spuntarla ancora una volta e Chico si reca come volontario alla scuola di ballo del posto, che sta allestendo il saggio di fine anno. Per Chico sarà lunga la strada per ritrovare un po' di autostima, ci metterà un po' a non ascoltare quella voglia incombente di fuggire da ogni situazione, ma dal momento che entra nella scuola di ballo di Brandywine e conosce Rafael tutti i pezzi della sua vita torneranno lentamente al loro posto.
Rafael è uno degli istruttori della scuola e figlio dei proprietari, è stato un ballerino classico che ha lasciato le scene per dedicarsi all'insegnamento, non pentendosi assolutamente per questa scelta. Rafael rimane colpito all'istante da Chico, ma ben presto si rende conto che non sarà facile scalfire le insicurezze dell'altro. E come per il balletto Carillon magico, allestito per quell'anno dal corpo di ballo della scuola, Rafael prova e riprova, fa un progresso e poi torna indietro, cambia passo e poi affonda con un assolo vibrante ed emozionante per conquistare la fiducia e il cuore del dolce Chico.
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Dopo questa lettura mi sento di dire che è Chico il vero protagonista, con tutto il suo percorso di depressione e lenta rinascita. Si viene talmente avviluppati nell'apatia e nelle insicurezze del protagonista, nei suoi pensieri svilenti verso se stesso che a volte si è costretti a rileggere il periodo, perché non si riesce a credere che una persona possa arrivare a incarnare tanta negatività. Il lavoro di Rafael per scalfire tutto questo sembra più nascosto, meno potente e privo di azioni eclatanti, eppure con infinita pazienza riuscirà nel suo intento.
L'ultima riflessione è per i personaggi secondari, diciamo che mi hanno soddisfatto a metà. La storia di Davi, il cugino transessuale di Chico, mi è sembrata interessante, a mio parere è un personaggio forte ma di cui non sono state sviluppate a pieno tutte le potenzialità. Anche Jase mi ha lasciato un po' interdetta. È solo un amico di Rafael? È un potenziale rivale di Chico? Mah? Leggendo le parti in cui compare il suo personaggio mi sono spesso chiesta la sua utilità nello sviluppo della storia, forse c'è solo per rendere ancora più estreme le insicurezze di Chico. Sempre dal mio punto di vista hanno tutt'altro spessore i genitori di Rafael, magari compaiono di meno rispetto a Davi e Jase, ma i loro interventi sono più incisivi e significativi per Chico e il suo percorso di rinascita.
È la prima volta che leggo qualcosa di R. Cooper e devo dire che in generale sono rimasta soddisfatta, è una storia con buone descrizioni, tenera e matura, che ingrana come un diesel, ma che poi mette la freccia e non la si ferma più.