INTERVISTA: «Da autore sento di avere la responsabilità di far riflettere.» - Lo scrittore Emiliano Di Meo si racconta.

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A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Emiliano Di Meo, l'autore di So quando sei felice dal colore dei tuoi occhi, il romanzo di cui vi ho parlato ieri, torna a raccontarsi a Il mondo espanso dei romanzi gay. Nell'intervista, che fra poco potrete leggere, l'autore del romanzo non solo parla del suo ultimo lavoro, ma si confessa, e ci confessa, alcuni aspetti della sua personalità. Una chiacchierata che, ne sono certo, saprà farvi apprezzare maggiormente questo giovane scrittore dall'indiscusso talento.

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D. Il tuo nuovo romanzo è una storia d’amore dei nostri giorni. Com’è nata l’idea e come l’hai sviluppata?
R. L’idea è nata dalla necessità di raccontare una storia d’amore che fosse di incoraggiamento per tutte quelle coppie che si trovano ad affrontare una “difficoltà” in più rispetto alle altre. Era da tempo che volevo raccontare la vita di questi due personaggi, del loro incontro, e del modo in cui trovano la via per intrecciare le proprie vite, ma prima era doveroso leggere, documentarmi, discutere. Mi sono, dunque, preso il tempo per farlo e solo quando ero certo di quanto stavo per raccontare, mi sono messo al lavoro.

D. Nel romanzo affronti l’aspetto con cui, nel nostro ambiente, le relazioni si consumano troppo in fretta. Hai preso spunto dalla tua esperienza?
R. No, non sono uno che consuma in fretta le relazioni. Sono uno che ci pensa bene prima di iniziarne una e quando accade vuol dire che è successo qualcosa di importante, almeno dentro di me. Quello che succede poi dentro l’altro, beh… rimane spesso un’incognita. Credo che il nostro ambiente dovrebbe dirottare l’attenzione altrove. Mi sembra ci sia più il gusto del collezionismo, dei grandi numeri, meno quello della reale conoscenza, della ricerca di una fusione. Questa è la mia impressione. È facile confondersi e credere che la facilità con la quale si può “spaziare” e “diversificare” ci renda più liberi o ci arricchisca, invece rischiamo di impoverire il nostro vivere, ma anche questa rimane sempre una mia riflessione. Ognuno deve trovare la propria via in base alle rispettive ambizioni.

D. Samuel e Mirko sono due ragazzi completamente diversi. Sei dell’avviso che gli opposti si attraggono?
R. Sono dell’avviso che gli opposti si attraggano fino a un certo punto. Sono più dell’idea che le relazioni funzioni meglio tra simili, ci si fa meno male. È bello scoprirsi apparentemente diversi su alcuni aspetti che potremmo definire secondari, ma ci deve essere compatibilità di visione su quelli imprescindibili.
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D. Nel romanzo affronti una tematica spinosa, che non diciamo per non rovinare la sorpresa ai lettori. Tuttavia, la tratti senza salire sul pulpito o senza voler insegnare nulla a nessuno. Il tuo intento è quello di dimostrare che anche la paura più grande è fondata dal pregiudizio e dalla mancanza di conoscenza. Perché hai scelto questa formula di narrazione?
R. Perché è quella con la quale affronto la vita. Credo di non avere niente da insegnare a nessuno. Come dico anche nella lettera alla fine del libro, sono io stesso alla ricerca delle mie risposte, quindi non posso aiutare gli altri a trovare le proprie. Da autore, da artista, se me lo concedi, sento, però, di avere delle responsabilità e la responsabilità di ogni artista è quella di far riflettere. Accendere una lampadina, indicare un sentiero, spostare i riflettori sugli aspetti meno rosei della vita, perché fanno anch’essi parte dell’esistenza e non si possono ignorare. Non basta voltarsi dall’altra parte. A me interessa quello che succede quando il lettore chiude il libro, dopo averne letto l’ultima pagina. Cosa gli rimane? Quello è il mio punto.

D. Nel romanzo fai diversi riferimenti alla musica rock. The Rolling Stones e i Muse sono alcuni dei gruppi che vengono citati assieme alle loro canzoni. Quanto della musica che piace Samuel piace anche a te?
R. Molta della musica che ascolta e suona Samuel, coincide con quella che ascolto io. A me piace quasi tutta la musica. In casa mia trovi dischi di ogni tipo. Dai The Rolling Stones a Taylor Swift, da Mina a Sam Smith, musica latina e araba, Guns ‘n Roses e Laura Pausini, Adele e Maluma, Erykah Badu e Fiona Apple. Ognuno ha qualcosa da dire e a me piace ascoltare diverse storie.
Ciascun autore mi racconta del proprio mondo e io faccio tesoro di tutto.

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D. Per concludere, cosa ti è rimasto della lavorazione di questo romanzo e quale particolare hai amato particolarmente descrivere?
R. Sono orgoglioso di questo lavoro, lo sono molto. Sono orgoglioso del progetto intero. Per me hanno particolare importanza i dialoghi e molte delle cose che si dicono i due protagonisti sono rimaste con me. Le parole che pronunciano i personaggi dei miei libri, rivestono una particolare importanza. Nulla è lasciato al caso. Le parole sono importanti.

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