‘Klein Blue’ - Fuga dal passato e incontro con l'amore inaspettato nel nuovo romanzo di Cristiano Pedrini
A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
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Grafica di Giovanni Trapani
Siamo a Northumberland, nord dell’Inghilterra, e
in un vecchio albergo diroccato, che ricorda i fasti della Belle Époque, arriva
un ragazzo che desidera apparire come un semplice turista, cercando di
nascondere il suo passato. Si tratta di Jayce Wood, di 18 anni, che sulla
caviglia destra ha un piccolo tatuaggio di colore blu raffigurante tre leoni
stilizzato, simbolo che nella mitologia celtica fornisce una protezione dal male. Inoltre il
tatuaggio è un simbolo della trascendenza, rappresenta la conoscenza della vita
e la capacità di lasciarla andare, di ergersi al di sopra, di sopravvivere alle
pressioni della vita di ogni giorno.
Ed è la voglia a lasciarsi tutto alle spalle che porta Jayce a Northumberland
dove incontrerà Keith O’Connor, un inguaribile Casanova di 28 anni alla ricerca
continua di qualcuno con cui condividere le proprie giornate, che da poco
ricopre una importante carica pubblica.
I due si incontreranno/scontreranno per caso durante una
passeggiata che Jayce decide di fare, ma sarà qualche attimo dopo che le loro
vite inizieranno a scorrere sullo stesso binario.
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Questa è la trama di ‘Klein Blue’ (youcanprint, 16:00 euro), il nuovo libro con cui Cristiano Pedrini ritorna sul mercato.
Come il suo precedente ‘La teoria del pettirosso’, anche ‘Klein Blue’ narra
un rapporto adult young, genere che, come lo stesso autore confessa a Il mondo espanso dei romanzi gay, è in
forte ascesa, anche se non è questo ad averlo spinto a utilizzarlo
nuovamente:
“Non mi sono
posto il problema che questo genere sia poco o eccessivamente apprezzato. Io
resto fedele alla regola che uno scrittore scrive per sé, e non per
accontentare un pubblico più o meno vasto.”
La
storia fra Jayce e Keith nasce da una sua personale opinione che lo spinge a
pensare che un rapporto fra due persone di età diverse è importante, sebbene
non determinante:
“Mi piace far incontrare
l’esperienza di due vite e accrescerle con le visioni, le aspettative e il
vissuto di entrambe, lasciando loro il desiderio di accettarle e di
condividerle.”
Oltre
all’aspetto dell’età, anche in questo nuovo lavoro troviamo altri topic
riscontrati nel primo romanzo come la fuga da casa, l’aiuto incondizionato da
parte del prossimo e l’amicizia, il tutto descritto con una scrittura che varia
in base alle circostanze: si passa da uno stile più canzonato, affidato per lo
più all’irriverenza di Joyce e ai commenti degli amici di Keith, a quello più riflessivo
affidato a quest’ultimo.
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Il
gioco stilistico si alterna per tutta la storia anche perché, come confessa l’autore,
Klein Blue “è una storia che prende avvio con una leggerezza che, pagina dopo
pagina, finisce con il mostrare una realtà che, seppur sotterranea, rappresenta
la crudezza del mondo, raccontando una storia che purtroppo potrebbe essere
quanto mai reale.”
E infatti poco a poco il passato di
Jayce viene a galla, facendo sorgere una domanda che Cristiano Pedrini sembra suggerire al lettore e che palesa parlando
con Il mondo espanso dei romanzi gay:
“quanti giovani di oggi vogliono davvero
vedere il mondo in cui viviamo, con tutte le sue sfumature, ivi comprese quelle
negative? Quanti invece si rifugiano in un mondo artificiale che concede
l’ingannevole idea che sia sicuro e perfetto?”
‘Klein Blue’ è una
bella storia da leggere, capace di suscitare ilarità e riflessioni, e questo
non lo si può negare. Tuttavia - e non si tratta di una critica, ma di una
semplice osservazione da lettore - avendo notato le capacità di scrittura dell’autore,
mi sarei aspettato un qualcosa più. Un qualcosa di nuovo che impedisse alla
mente un continuo richiamo a ‘La teoria
del pettirosso’ e che desse a ‘Klein
Blue’ una maggiore, e meritata, autonomia.
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