Week end monotematico: Runny Magma - L'intervista esclusiva

Si conclude questo fine settimana dedicato a Runny Magma e al suo romanzo Mascarado e come sempre potrete leggere l'intervista che l'autore ha rilasciato a Il mondo espanso dei romanzi gay.
Prima di salutarvi, permettetemi di ringraziare Runny Magma per la disponibilità e per la cortesia riservatami per quest'incontro.


Le interviste
  Runny Magma
   Esclusiva

Runny, Mascarado è il titolo del tuo primo romanzo. Ci parli come nasce la storia e quanto hai impiegato a realizzarlo?
 Ho impiegato solo un mesetto a scrivere Mascarado, più o meno un anno fa, perché avevo già da tempo in testa questa idea e già l’avevo strutturata mentalmente. Volevo partire dal particolare suggestivo del tipico cantante mascherato che suscita curiosità nel pubblico per descrivere metaforicamente una realtà che la maggior parte della gente (non) ha davanti agli occhi tutti i giorni, ovvero quella delle ‘velate.’ Al tempo stesso volevo proporre un misto fra la gay fiction che ‘insegna’ quanto tutto per i gay debba sempre finire in piagnistei e l’mm romance per cui tutto è invece rose e fiori. Ho atteso così tanto a farlo uscire perché volevo testare le reazioni degli editori: al pubblico lgbt devi dare o pop o colta e al pubblico dell’mm romance romanzi d’amore tradizionali e smielati. Se a livello statistico possono avere ragione, non sono stati convincenti riguardo la nicchia e allora ho provato a darlo a chi lo voleva, al di là di stereotipi e pregiudizi.

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Il romanzo si concentra sulle maschere che tutti, chi per un motivo o per un altro, indossiamo nella quotidianità. Jacopo da sempre ha tenuto nascosta la sua omosessualità per non deludere le aspettative dei genitori, il “Mascarado” indossa una maschera per mantenere segreta la sua popolarità e aumentare l’interesse nei suoi confronti delle fan e dei media. Quanto ancora credi sia difficile  per un ragazzo di oggi accettare la propria omosessualità e viverla serenamente senza la paura di deludere gli altri?
Per alcuni ragazzi di oggi, rispetto a quando erano adolescenti i protagonisti del mio romanzo, è più semplice ‘sdoganarsi’, per altri è ancora molto difficile, vuoi il contesto familiare/scolastico, vuoi geografico, quindi ognuno deve muoversi come più ritiene opportuno a seconda della situazione e del carattere. Meglio se hanno vicini adulti intelligenti che possono sostenerli. Ma è un discorso troppo ampio da affrontare in questa sede e si corre il rischio di (s)cadere in pericolose generalizzazioni.

Nel romanzo fai un discorso semi critico sui romance m/m e sui personaggi che, in alcune opere, sembrano donne mascherate da uomini per esigenze di trama. Inoltre ti soffermi anche sul pregiudizio che tali volumi generano sul lettore di un certo tipo. Le parole riportate sul libro rispettano il tuo pensiero oppure si tratta solo di pure constatazioni?
Sono constatazioni che rispecchiano il mio pensiero. Ci sono mm romance molto belli e apprezzabili da un pubblico vario, altri costruiti appositamente per un determinato target femminile che compra di più, ma spesso risultano artificiosi e poco credibili. Talvolta sono scritti per trend da madri di famiglia che chiaramente non hanno il minimo contatto col mondo gay, manco saranno state a eventi friendly della loro città: storie ambientate fra un appartamento e un ufficio, con uomini che si innamorano per la vita a prima vista, pensano come ragazzine a un concerto degli One Direction e in un giorno vivono felici e contenti. Nessun accenno a tematiche o problematiche reali. Tanto l’amore è amore e non importa ‘documentarsi’ come per i romanzi storici. Ovvio che dalla comunità a quel punto possano essere considerati strumentalizzanti. Del resto, i ragazzi leggono meno delle ragazze e pure questo è un dato di fatto da tenere di conto in merito a chi alla fine del gioco deve vendere.

Nella scheda che mi hai fornito, il tuo romanzo viene definito come un romance m/m, eppure io non mi sentirei di definirlo tale, e non perché abbia pregiudizi seppure il mio pensiero sia simile a quello espresso nel romanzo. Perché, secondo te, Mascarado è un romance m/m?
No, nella scheda c’era scritto gay fiction/mm romance, e questo perché non è né carne né pesce. Come ti ho detto, volevo discostarmi sia dalla gay fiction mainstream melodrammatica e pessimista sia dall’m/m romance inverosimile e troppo ottimista. Volevo semplicemente scrivere una storia d’amore omosessuale che rispettasse canoni realistici, però ottimista, fregandomene dell’ampiezza del bacino di utenza e del numero di vendite. Come un romance è una storia leggera e a lieto fine, pur se disseminata di ostacoli, ma come la gay fiction cerca di evitare stereotipi e caratterizzazioni artefatte e ingenue. Andrea Marzella di Refusi Etc., blog queer su cui curo una rubrica sulle drag queen italiane, lo definisce chick-lit gay e credo che, se l’etichetta fosse già esistita, avrei inserito quella nella scheda.

Torniamo alla storia e parliamo di un aspetto che mi ha colpito molto ossia il rapporto tra Iacopo e Claudia, sua ex futura moglie/attuale migliore amica. Lei pur sapendo le vere inclinazioni di Jacopo non fa nulla per bloccare il matrimonio con Lavinia, ma poi lo spinge verso Matteo e a vivere i sentimenti da tempo nascosti. Un atteggiamento questo che potrebbe risultare discutibile, se vuoi,  ma che dimostra un affetto sincero da parte della ragazza verso Iacopo. Ci spieghi a cosa ti sei ispirato per narrare questo rapporto e se è ispirato alla realtà?
 No, non ho preso ispirazione da fatti o eventi specifici reali, ma conosco diversi uomini dal passato ‘confuso’ o con percorsi anomali che adesso, compagno a fianco, hanno un buon rapporto con le ex mogli o ex fidanzate, e una caratterizzazione del genere mi pareva un buon esempio da contrapporre alla pseudo consorte sempliciotta e con i prosciutti sugli occhi. Del resto, non si fa cenno al fatto che Claudia non abbia impedito il matrimonio di Iacopo, anzi, parla sempre malissimo di Lavinia, e se adesso lo spinge verso Matteo è perché ha capito che ormai è giunto al limite di sopportazione, riguardo al soffocamento della ‘maschera.’ Quale amico in certi casi non direbbe “E falla finita!”?

Sempre nel libro, citando Loredana Berté, scrivi: “Anche quando tutto rema contro, c’è una cosa che te spinge ad andare avanti: la curiosità.” E sulla curiosità di vivere i propri sentimenti, le proprie pulsioni, la propria vita si basa l’intero romanzo. Ti sentiresti di consigliare questa frase anche ai giovani ragazzi che iniziano a rendersi contro della propria omosessualità?
 Nel contesto la frase è rivolta a un ultratrentenne, quasi quarantenne, pienamente cosciente di quanto in realtà vuole nella sua intimità. Per i ragazzini di oggi vale quanto ti ho specificato sopra. Parlare di curiosità sarebbe riduttivo, superficiale e in alcuni casi dannoso. Girerei semmai la questione ai bigotti intontiti da movimenti politici e religiosi conservatori. Se fossero un po’ più curiosi, vedrebbero il mondo in maniera diversa e più costruttiva.

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L’ultimo aspetto di cui voglio discutere con te è la discriminazione degli omosessuali contro gli omosessuali. Ho sempre sostenuto che, a volte, i veri nemici dei gay sono loro stessi: da una parte c’è chi critica coloro che non hanno problemi a mostrarsi per quello che sono, magari anche in maniera spumeggiante, e dall’altra ci sono quelli che criticano coloro che invece lo sono meno. Secondo te, questa lotta interna da cosa è scaturita?
 Le lotte intestine esistono ovunque da che mondo è mondo, proprio perché ogni nicchia è giustappunto un mondo fatto di tanti cervelli diversi, e ho voluto mostrare pure questo all’interno del romanzo. Come abbiamo detto sopra c’è chi critica i romanzi rosa gay (Leonardo) e chi li legge (Nuno), ma anche chi si mostra per com’è (Matteo) e chi si nasconde (Iacopo), chi non è interessato all’attivismo (Matteo) e chi studia libri sul movimento (Nuno), chi non ascolta Madonna ma il rock (Matteo) e chi fa spogliarelli a ritmo di Donna Summer (Nuno), chi frequenta regolarmente locali friendly (Nuno) e chi si limita alle chat (Iacopo). Ognuno è quello che è, col suo vissuto e il suo carattere, e questo dovrebbero capirlo tanti ‘tuitteri gay’ che, commentando i talent sui social, passano le loro serate a ‘cinguettare’ in negativo su ‘checche’ e ‘lelle.’ Ma che ve ne frega se un certo cantante parla dei suoi cani e non gli va di raccontare in un reality con chi va a letto? Non sarà certo il coming out di un artista in più o in meno a fare la differenza. Né si possono costringere in un mondo in cui ancora si bruciano per questo.

Per concludere, a chi consiglieresti il tuo romanzo e per quale motivo?
Per i motivi specificati sopra, non me la sento di consigliarlo a qualcuno in particolare. È certo che un ragazzo gay ha più motivi di immedesimarsi di una signora conservatrice, ma magari la signora conservatrice  può cercare di comprendere quanto risulti sciocca, ridicola e negativa da altri punti di vista…
Intervista: Francesco Sansone

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