Intervista allo scrittore Remo Valitutto, l'autore della saga erotica Il mio migliore amico.
A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Grafica di Giovanni Trapani
Con il suo Il mio migliore amico sta affrontando il
tema della bisessualità nel mondo del calcio, partendo da un rapporto di
amicizia che col tempo si trasforma in qualcos'altro. Una storia interessante intrecciata su un erotismo mai volgare e mai banale. Il mondo espanso dei romanzi gay ha contattato Remo Valitutto per sapere qualcosa in più sulla saga di Stefano e
Mauro e provare a capire se la loro storia avrà un altro seguito.
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Le cover dei primi due volumi di 'Il mio migliore amico' |
D. Quando hai
pubblicato il primo volume di Il mio migliore amico avevo detto che la storia aveva ancora molto da dire. Adesso
arriva il seguito e quindi non posso non chiederti cosa ti ha spinto ha
riprendere in mano la storia di Stefano e Mauro.
R. Beh… se devo essere onesto, quando è uscita la
prima parte, già avevo la stesura di un secondo episodio. Stefano e Mauro sin
da subito mi sono sembrati due personaggi interessanti sotto molti punti di
vista, per cui mi dispiaceva davvero abbandonarli. Inoltre, la tematica
affrontata meritava un ulteriore approfondimento.
D. Cosa ti ha
spinto ad affrontare il tema della bisessualità all'interno del calcio?
R. Perché è ancora un argomento
davvero tabù. L’idea è nata dopo aver letto un’intervista in cui Marco Borriello parlava apertamente di
come nel calcio non ci siano gay puri, semmai bisessuali. Come scrittore mi è
sembrata immediatamente una sfida molto interessante e ambiziosa.
Credo che Il
mio migliore amico, nell’assoluta onestà in cui è scritto, senza ricalcare
cliché ritriti sul mondo omosessuale, rappresenta narrativamente una sfida
riuscita.
D. La storia è
descritta attraverso la scrittura erotica, perché?
R. Mauro e Stefano sono amici, si conoscono sin da
bambini, a un certo punto, però, scoprono di provare una forte attrazione
reciproca.
All’inizio hanno timore, non sanno come vivere e
gestire la situazione. Forse, la soluzione migliore è far finta di nulla. Ma
l’eros, nella sua essenza fondante, è quella forza che destruttura tutte le
convinzioni etiche, sociali e culturali, per cui i due ragazzi si ritrovano,
nudi, come belve feroci, affamati l’uno dell’altro.
Infatti, nell’atto dell’abbandono reciproco,
esplorano un eros molto selvaggio, ma al contempo estremamente naturale.
D. Se con il
primo volume abbiamo avuto modo di conoscere Mauro e Stefano fino alla loro
prima esperienza sessuale, qui ne delinei i caratteri e il rapporto.
R. Esatto,
in questa seconda parte, si delineano definitivamente i rapporti di forza. Stefano,
nonostante ami Claudia, sta scoprendo la vera natura del suo legame con Mauro.
Ne è totalmente succube e l’amico ne approfitta per
sottometterlo al suo piacere. È una sottomissione fisica, psicologica. Assoluta.
Totale.
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D. Anche questo
secondo volume finisce con una sorta di finale aperto. La storia, dunque non è
ancora finita?
R.
Assolutamente no, sto strutturando il racconto in episodi. Mi intriga molto
l’idea dell’attesa, di lasciare una storia in sospeso per proseguirla senza
alcuna fretta…
Alcuni miei lettori/lettrici mi hanno criticato proprio
perché credevano non ci fosse il sequel, lo hanno fatto anche per un altro mio
racconto, Sessione di nudo.
In realtà, quando si legge una storia, se ci si
appassiona davvero, vorresti divorarla in fretta e al tempo stesso, una volta
terminata, si accusa puntualmente l’autore di essere stato troppo sbrigativo in
alcuni passaggi.
Distribuire un racconto in episodi mi dà la
sensazione di regalare alla storia una dimensione temporale più autentica. E
poi, è una mia personale attitudine, alcune storie le immagino in unico blocco
narrativo, da cui nascono romanzi veri e propri, altre le immagino come pezzi
di un puzzle di cui non hai una percezione del tempo effettivo che impiegherai
per comporlo.
Questa assenza di un tempo prestabilito, mi fa
sentire profondamente libero e questa libertà restituisce alla storia che
racconti il giusto equilibrio tra fiction e realtà.
Il mio editore, Daniele
Aiolfi, preferirebbe, invece, una terza e ultima parte più consistente con
cui concludere la storia.
D. Dalle tue
parole mi sembra chiaro che tieni molto alla storia di Mauro e Stefano,
sbaglio?
R.
Per niente, anzi. Ti confesso che mi piacerebbe anche proporlo a qualche casa
di produzione per realizzare una web serie.
D. Davvero?
R.
Credo che Mauro e Stefano abbiano la giusta consistenza per essere trasposti
dalla pagina al video. E anche il contesto (il mondo del calcio) è qualcosa di
nuovo e innovativo, almeno per quanto riguarda l’Italia. A mio avviso, i
protagonisti potrebbero essere tranquillamente i giocatori di una qualsiasi
squadra di calcio dell’attuale Lega Pro.
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