Il mio tabù - La scoperta di una sessualità inascoltata nel nuovo romanzo di Anyta Sunday

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Il mio Tabù di Anyta Sunday (Triskell Edizioni, traduione di Stefania Trivelloni. Prezzo 4,99, da qui) segue le vicende di Sam, del figlio Jeremy e dell’amico, non solo amico, Luke.
Veniamo alla trama: Sam sta impazzendo. Fra tre settimane compirà 30 nni. E ha concluso negli ultimi dieci anni? Un calcolo piuttosto semplice: niente di interessante. Me, ehi, ha ancora tre settimane giusto? Magari è abbastanza per mettere qualche spunta alla sua lista di ‘Cose da fare assolutamente prima dei 30 anni’.
Luke è spaventato a morte. Ha fatto coming out con la famiglia e i suoi amici. Solo una persona non lo sa: il suo vicino di casa da 8 anni. Che è anche il suo migliore amico. È a lui che Luke deve dire la verità, ma lui… non riesce… sembra che…
Jeremy è elettrizzato. Ha iniziato il countdown per il suo quindicesimo compleanno, e il suo scopo è semplice. Non importa chi o cosa,passerà un sacco di tempo con quella peperina di Suzy. Ma prima deve togliersi di dosso i suoi genitori iperportettivi secondo cui ‘non puoi avere una ragazza alla tua età perché la mettera incinta’.
Tre ragazzi che hanno un passato importante insieme, ma anche un futuro – sempre se riusciranno a risolvere i loro problemi, è ovvio.

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Quando nostra signora dei romance M to M, Lilia Stecchi, mi ha chiesto se potevo dedicarmi a questa analisi ho detto subito di sì, ma quando mi ha detto che si trattava di un ‘gay for you’ sono caduto dalle nuvole. Non solo perché ero fermo ai ‘gay for pay’, ma perché non credevo che questo tipo di storie avesse una denominazione precisa. Con un po’ di remore, quindi, ho iniziato a leggerlo, anche se l’idea che si potesse far passare la sessualità come qualcosa che cambia in base a chi ti trovi di fronte mi disturbava molto. Si sono spesi anni, per non dire decenni, per far accettare che la sessualità uno non se la sceglie e ora ci sono autori che smantellano tutto quanto.
Leggendo, però, ho ritrovato l’entusiasmo iniziale. Non so come siano gli altri romanzi del genere, ma questo non ha trattato l’argomento come se si parlasse di scegliere se indossare una maglietta o una camicia, no. La Sunday ha mostrato come la frenesia adolescenziale di liberarsi dalla verginità porta a fare azioni affrettate, senza ascoltare ciò che realmente proviamo dentro.

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Questo è il caso di Sam, che a quindici anni ha messo incinta Carole rinunciando alla sua gioventù per diventare un papà a tempo pieno. Per quindici anni ha messo da parte le sue esigenze, il percorso introspettivo alla scoperta di se stesso, svolgendo la sua vita in funzione di Jeremy. Anche per questo quando Luke è entrato nella sua vita non ha avuto modo di capire che l’affetto provato per lui non era semplice amicizia.
La scelta di affidare la narrazione alle voci di Sam, Jeremy e Luke risulta azzeccata per spiegare i punti di vista, le paure e le voglie che i protagonisti hanno di essere se stessi, fornendo un quadro completo dell’intera vicenda. Brava l’autrice a calcarsi, di volta in volta, nei panni dei tre ragazzi adeguandosi alle loro età. È tipicamente egoista quando racconta l’adolescente Jeremy, disposto a tutto per avere la sua prima volta o a impedire che la madre si faccia una vita con Greg, un uomo con cui da tempo ha una relazione. È affabile e innamorata quando diventa Luke, disposto a tutto pur di rendere felice il suo vicino. È smarrita quando entra in Sam e ne mostra la confusione sentimentale.

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I complimenti vanno estesi anche a Stefania Trivelloni per essere riuscita con la sua traduzione a rendere il ritmo della scrittura della Sunday, che ho particolarmente amato in quanto priva di quei vizi dei romance, pur non venendo meno agli elementi del genere.

Concludendo non posso che consigliare Il mio tabù anche a chi, come me, crede che la sessualità non sia una scelta dettata dagli eventi.

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