L'abitudine del coleottero: Il romanzo di formazione di Vincenzo Restivo che parla di genitori gay
A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
‘L’abitudine del coleottero’ di Vincenzo Restivo (Watson
Edizioni, 8,0 Euro) è un romanzo
di formazione, è il percorso di crescita di un ragazzo che come tanti si trova
ad affrontare la vita con la consapevolezza, inizialmente negata, di dover
abbandonare la fanciullezza.
Vincent ha appena compiuto diciotto anni, ma,
invece di aprirsi alla vita futura, si chiude ancora di più in sé stesso, come
nel timore che qualcosa di negativo possa travolgerlo.
Ma quell’estate il cambiamento si respira
nell’aria, il nonno è ormai al capolinea, la madre attraversa uno dei periodi
peggiori della sua vita e l’amico Pan si ritrova improvvisamente e in maniera
spietata catapultato nell’età adulta.
Gli unici ad aver raggiunto la serenità sembrano
essere solamente il padre e il suo nuovo compagno Dave. Vincent dovrà pertanto
affrontare tutto questo da solo fino a scoprire le terribili verità che
cambieranno irrimediabilmente la sua esistenza.
Sono questi i temi principali del primo romanzo di Restivo, un’opera che impedisce al
lettore di staccare gli occhi se non dopo aver letto la parola fine e che, capitolo
dopo capitolo, svela i fantasmi della vita di Vincent, sviscerando quei segreti
che hanno condizionato l’intera esistenza dei genitori e, di conseguenza, anche
la sua.
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Una nota particolare la si deve fare al modo con cui l’autore
descrive il rapporto fra Christian,
il padre di Vincent, e il suo compagno Dave. Il loro incontro, le difficoltà per
imporre il loro amore e la felicità di stare assieme nonostante gli ostacoli,
dimostrano che l’amore, quello vero e indipendentemente da chi lo vive, riesce
a superare tutto e che per essere sereni basta stare assieme. Il romanzo mostra
anche come il rapporto omosessuale fra Christian e Dave non ha ripercussioni
negative sulla vita di Vincent, anzi. I veri mostri sono quelli che da sempre
si reputano nel giusto e che di notte
superano qui limiti che nessuno dovrebbe oltrepassare con i figli.
Personaggio interessante è anche Pan, il miglior amico del protagonista. Un ragazzo profondo che
nonostante le difficoltà che la vita gli ha offerta, fra tutte crescere in una
casa famiglia, non vuole smettere di ricercare la felicità che si merita.
‘L’abitudine
del coleottero’ è bello, non saprei che dire per
descriverlo, anche perché tutto quello detto sarebbe riduttivo per un romanzo
come questo. La scrittura è ricercata, ma non astrusa, la storia è ricca, ma
non confusionaria, e i personaggi sono descritti talmente in profondità da
rendere chiaro ogni loro comportamento e atteggiamento. Leggendolo, forse
proprio per la sua natura di romanzo di formazione, non ho potuto non fare un
collegamento con altri libri del genere, quali ‘Un amico per sempre’ o ‘Il
mondo dei ragazzi normali’, romanzi che ho apprezzato per gli stessi
elementi riscontrati nel romanzo di Vincenzo
Restivo.
Pertanto non posso non consigliare ‘L’abitudine del
coleottero’ a tutti coloro che amano la bella letteratura, certo di fare cosa
giusta perché il romanzo con cui Vincenzo Restivo ha debuttato nell’editoria è
da leggere.
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