Gianni Verdoliva: "Il punto in comune fra il mio essere giornalista e scrittore è il desiderio di incuriosire e far riflettere."
Si intitola "Ritorno a Villa Blu", l'ultimo romanzo di Gianni Verdoliva, pubblicato da Robin Edizioni. Una storia dalle mille sfacettature e dai mille risvolti che mescola mistero, elementi magici e legami famigliari. Fra flashback e espedienti avvicenti, Verdoliva riesce a conoscegnare al lettore un romanzo di tutto rispetto.
D. “Ritorno
a Villa blu” è un romanzo in cui il mistero si intreccia con le vite dei
protagonisti. Come nasce l’idea del romanzo.
R. L’idea e il suo successivo sviluppo sono state magiche, in quanto
nate spesso durante dei sogni o in situazioni assolutamente inusuali. Davanti
alla tastiera del pc ho fatto poi prendere forma a delle idee che erano già
presenti e che contenevano gli elementi chiave del romanzo. Una storia,
caratterizzata da un forte senso della famiglia e da un profondo amore fraterno
dei protagonisti, unita a forti elementi di paranormale ed esoterici. Man mano
che procedevo nella stesura del romanzo realizzavo che i vari ingredienti si
mescolavano bene e davano forma a una storia intrigante in cui gli elementi
misterici si possono anche leggere come una forma diversa dei fatti della vita
e delle prove a cui siamo sottoposti.
D. Quale
aspetto ti ha maggiormente coinvolto nella stesura del romanzo?
R. Sicuramente
l’attenzione alle emozioni dei vari personaggi, l’armonia creata da una serie
di episodi minori, che pur costellano l’intera storia, caratterizzati dalla
benevolenza e dalla gentilezza e il mantenere coerenti e arricchenti i mutui
scambi tra il passato e il presente della storia.
D. Questo è
il tuo primo romanzo, ma la tua seconda opera letteraria. Infatti hai debuttato
con la raccolta di racconti “Come anime scelte che si ritrovano”. Per uno scrittore
è più facile scrivere un romanzo o un racconto breve?
R. Ho esordito con una raccolta di racconti senza pormi la questione se fosse più o meno complicata la stesura rispetto al romanzo, evidentemente era ciò che mi sentivo di scrivere e la forma del racconto mi era più congeniale. Sicuramente posso dire che scrivere un romanzo è decisamente più complesso. C’è un’intera architettura di vicende che si intersecano, di storie che si susseguono che richiede davvero molta attenzione nella fase di progettualità. In particolare se, come nel caso di Ritorno a Villa Blu, la vicenda è a cavallo tra passato e presente. Aggiungo anche che ho mantenuto nel romanzo la divisione in capitoli, ognuno con un titolo evocatore, caratteristica che ricorda un po’ i racconti. Sono decisamente minimalista e amo andare al dunque, la forma breve dei racconti e comunque anche di un romanzo come il mio non lunghissimo, rispecchia un po’ il mio modo di essere e di comunicare.
Mi ha sorpreso leggere che i racconti sono la forma di scrittura più difficile, se cosi’ è allora vuol dire che mi sono inconsciamente messo alla prova.
D. Sei anche
giornalista. Cosa significa per te scrivere e far arrivare il tuo punto di
vista attraverso la parola scritta?
R. I due aspetti sono separati e distinti, come è lo stile che uso e l’approccio verso la scrittura. Forse il punto in comune è il mio desiderio di incuriosire e far riflettere.
D. Mi
soffermo sul tuo essere giornalista. Stiamo vivendo un momento storico politico
al quanto particolare. Se dovessi raccontare quanto ci sta accadendo intorno,
cosa emergerebbe: ottimismo o cauta preoccupazione?
R. Direi
entrambe le cose. Ciò che trovo davvero costernante è l’uso frequente di
insulti, le urla, la maleducazione, la scarsa capacità di riflessione e di
rimettersi in discussione e il parlare per luoghi comuni secondo il
politicamente corretto. Il sano e costruttivo dibattito di idee non è ahimè di
questi tempi e la libertà di parola e di espressione sono spesso accompagnate
da troppi ma, però e se. Non sono tempi facili per i liberi pensatori a mio
avviso.
D. Torniamo
a “Ritorno a Villa Blu”. Il romanzo ha la particolarità di mescolare diverse
epoche e diverse generazioni. In cosa, secondo te, è cambiato il modo che ha la
gente di percepire la realtà, gli affetti e i sentimenti ?
R. I
personaggi di Ritorno a Villa Blu di tutte le generazioni, pur con alcune
eccezioni, sono attenti all’ascolto degli altri e di se stessi. Mi sento di
dire che sono in sincronia con il mondo circostante, sono meno iperattivi e
decisamente riflessivi, solo cosi’ raggiungono la verità profonda delle cose. I
tre fratelli protagonisti del romanzo, pur avendo ereditato un destino
ingiusto, si adopereranno in prima persona con senso di responsabilità, pur con
il supporto di figure positive, mostrando di poter diventare uomini adulti
affrontando prove difficili. Il tempo “lento” e la saggezza che lo connota è
uno dei temi portanti se non quasi un personaggio. Parlando della realtà credo
che a volte la velocità nella comunicazione non faciliti necessariamente la
profondità e la qualità dei rapporti umani e delle relazioni, almeno questa è
la mia impressione.
D. E tu,
invece, come guardi, da persona e non da autore, a tutto ciò?
R. Sicuramente
il mio sguardo è ammantato da un certo disappunto a volte. Detto ciò proseguo
per la mia strada, rimettendomi anche in discussione se necessario e mostrando
congruenza nel mio comportamento. Resto sempre aperto alla magia, al bello che
si presenta nella vita in varie forme a volte meravigliosamente inattese e che
continuo ad apprezzare con gioia.
D. Per
finire, cosa speri rimanga di “Ritorno a villa blu” nei lettori?
R. Sicuramente mi auguro che la lettura di Ritorno a Villa Blu porti a provare tante emozioni profonde, a vivere la vicenda narrata come si fosse li, anche ad affezionarsi un po’ ai fratelli e agli altri personaggi. Spero inoltre rimangano delle riflessioni sugli intrecci della vita, sugli effetti benefici della gentilezza e sulla capacità di accoglierla in maniera genuina e sui vari temi sulla natura umana e sulla spiritualità che sono presenti nel romanzo.
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