Un'ingiustizia subita innesca un diabolico piano di vendetta, ma non sempre le cose vanno come uno se le aspetta. Oggi vi parlo di Mr. Menù ultimo romanzo di Thea Bricci
A cura di Lilia Stecchi
Grafica di Giovanni Trapani
Grafica di Giovanni Trapani
Cosa
fareste se la persona che amate venisse licenziata per un bacio? Cosa
significa essere normali? È giusto fare coming out o considerare il
proprio orientamento sessuale una questione privata?
A
queste domande è ispirato il romanzo breve Mr. Menù, che, giocando
con gli stereotipi legati al mondo gay, utilizzando il linguaggio
leggero della commedia, affronta temi delicati come la
discriminazione e l’omofobia.
Manuel,
che lavora come maître in un ristorante, è intenzionato a
vendicarsi di Lucrezia, la titolare, colpevole del licenziamento del
suo partner, Hari, lavapiatti del locale. Il licenziamento avviene a
causa di uno scandaloso bacio che i due uomini si sono scambiati
qualche tempo prima, davanti ai clienti del ristorante e in
particolare davanti alla Presidentessa dell’associazione omofoba
denominata Normale è bello. Manuel decide di mettere in atto la sua
vendetta proprio la sera in cui, in seguito a una soffiata, si
attende con trepidazione l’arrivo di due critici gastronomici.
Quella appena letta è la trama del romanzo breve “Mr. Menù” di Thea Bricci (genere contemporaneo Self Publishing. Prezzo: 0,99 Euro), dove, seppur in maniera frizzante e divertente, viene rappresentata una fedele immagine della nostra società, con tutti i difetti che purtroppo la contraddistinguono: come la discriminazione, l'ingiustizia, lo sfruttamento sul lavoro e non ultima l'omofobia.
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La vicenda si svolge nel florido nord est italiano, quel Veneto dove, al pari di gente seria, dedita al lavoro e generosa, si trovano ancora degli angoli, dei piccoli centri o paesini dove ristagna uno zoccolo duro, bigotto e oscurantista, che ostacola in tutti i modi ogni tentativo di innovazione, di apertura mentale e uguaglianza nei diritti.
Da una decina di anni Manuel lavora come maître alla Locanda del Grillo. Ora però è stanco di tante cose storte viste e subite nel tempo, fino a culminare nel licenziamento di Hari, l'uomo di cui è innamorato, solo per un bacio che i due si sono scambiati alla fine di un turno. Sì, è vero, se lo sono scambiato sul posto di lavoro. È anche vero che lo hanno fatto proprio di fronte alla Presidentessa dell'Associazione Normale
è bello, un gruppo di persone con la convinzione che la normalità equivalga a un valore di rettitudine, in contrasto con vite reputate immorali e non in linea con il loro pensiero. Ma se lo sbaglio è stato fatto in due, perché licenziare solo Hari? Qui Manuel medita vendetta per screditare il ristorante, cercando di coinvolgere nel suo piano le cameriere Consuelo e Samantha, e lo chef Saverio; tanto Lucrezia, la proprietaria della locanda, è solo una razzista che sfrutta i suoi dipendenti e merita una bella lezione.
Tutto è pronto e ben organizzato. Manuel ha istruito i protagonisti arruolati per la tresca su cosa dire ai clienti e come comportarsi per portare a buon termine il piano, ma allora perché in una girandola di equivoci sembra andare tutto storto? Sarà stata una buona idea agire proprio quando sono presenti due critici gastronomici del sito Mr. Menù? E cosa ci fa al ristorante proprio questa sera quel cliente... com'è che si chiama? Ah sì, Richi. Come mai Richi ha un nasino così bello?
Storia spumeggiante e divertente dove, con un linguaggio brioso e dal ritmo incalzante, vengono affrontati anche argomenti seri come l'omofobia e il razzismo, ma dove sono presenti tutti quegli stereotipi, portati con maestria al limite del ridicolo, che circondano il mondo gay. Personalmente ho trovato grande il destreggiarsi dell'autrice, che passa dai personaggi di lingua italiana allo spagnolo, dallo slavo all'indiano tutti in stile maccheronico, con una facilità che mi ha entusiasmato. Non esagero se scorrendo i dialoghi serrati della cameriera sud americana oppure dello sguattero slavo, per esempio, sentissi le loro voci nella mia testa, avendo la netta sensazione di ascoltare persone reali più che stare lì a leggere.
Vladi
posò la cassa quasi prostrandosi, come di fronte a una regina.
“Fatto
tutto, signora. Portato vino da cantina, buttato spazzatura, messo
roba dentro frigo.”
Manuel
detestava questo suo atteggiamento servile nei confronti della
titolare, soprattutto per il fatto che Lucrezia era solita
ricambiarlo con ulteriore alterigia.
“Ora
vai a lavare le cozze per il sugo.” ordinò la ragazza. “Nelle
cozze non dovrebbe rimanere neanche il ricordo della sabbia.”
“Sì,
signora, io scozza bene cozze.”
“Hai
versato il succo di limone sui carciofi perché non si anneriscano?”
“Carciofi
tutti limonati, io limona bene tutto.”
“Vladi,
non deludermi, chiaro?”
“Chiaro!
Come olio, signora.”
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I personaggi sono ben caratterizzati con dovizia di descrizioni sia fisiche che comportamentali, volta per volta ci vengono raccontati momenti che ci permettono di conoscere qualcosa del loro background e di capire quello che sono oggi. I loro sogni, le aspirazioni e, perché no? Il sorprendente futuro. Ognuno di loro ha una parte importante in questa storia corale e bisognerebbe nominarli tutti per non fare torti. A mio parere forse l'unico che non si riesce a inquadrare totalmente e di cui sappiamo il minimo indispensabile è proprio Manuel. È colui che subisce il torto, è quello che organizza il piano di vendetta/liberazione contro il padrone sfruttatore, ma se dovessi ricordare qualcosa del suo passato, o che lo fa spiccare rispetto agli altri personaggi non saprei cosa dire.
In conclusione vorrei complimentarmi con Thea Bricci, perché ha saputo creare un lavoro divertente e che si legge con piacere tutto di un fiato. Assolutamente consigliato.
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