Cercatore d’oro – sesso e finanza nell'avvincente romanzo di Aleksandr Voinov

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Ecco la trama di  Cercatore d’oro, il romanzo di Aleksandr Voinov (traduzione di Grazia di Salvo, Triskell edizioni. Prezzo 3,37 Euro):  Nikolai Krasnorada conduce una vita da nomade. Lavora per una compagnia d’esplorazione ed è contento di non dovere mettere mai radici. Può essere pericoloso, così come gli è stato provato dalla sorella “anti – uomini”, dalla madre manipolatrice o da suo padre, veterano di guerra con diversi traumi alle spalle.
Quando il suo amministratore delegato lo manda a Toronto per concludere un affare con la LeBeau Mining, Nikolai incontra Henri LeBeau, erede del conglomerato di risorse e playboy cronico. Tra i due scatta subito, nonostante l’affare minacci di andare a monte e Nikolai sia restio a dargli false speranze. Henri lo considera Quello Giusto, ma lui accetta a stento la sua bisessualità, e impegnarsi non porterebbe a nulla di buono.
Nel momento in cui i LeBeau lanciano un’offerta pubblica d’acquisto per la sua compagnia, Nikolai e Henri si ritrovano agli opposti del tavolo delle negoziazioni. Fortunatamente (o forse sfortunatamente) per Nikolai. Henri non è interessato all’affare tanto quanto al suo cuore.

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Sin dalle prime battute di questo libro ci si rende conto che a scrivere è un uomo. Questo, a mio avviso, fa sì che il tutto sia credibile, oltre che apprezzabile e godibile, perché dimostra che chi scrive conosce bene i meccanismi che scattano fra uomini e non ha pudore a usare termini diretti per parlare delle parti intime o delle pratiche sessuali che intercorrono fra i due protagonisti. Un linguaggio maschile che serve a descrivere la relazione fra Nikolai e Henri nella loro completezza, anche gergale e fisica. 

Oltre a consegnare un’opera veritiera, l’autore dà al lettore un romanzo avvincente che segue una vicenda finanziaria fatta di squali e piccoli pesci, dove non sempre le grandi imprese sono più astute di quelle più piccole, e dove i valori e i principi, a volte, hanno la meglio sugli affari.
Una scrittura scorrevole e immediata che si regge su dialoghi importanti e credibili, senza aver bisogno di eccessive descrizioni per spiegare ogni singola sensazione. Una scrittura che sa emozionare, riflettere e, sì, anche eccitare.

Interessante è anche il modo con cui è stato affrontato il rapporto padre e figlio, lasciando capire come spesso questi legami risentano del passato di uno e dall’incapacità di considerarlo dell’altro.

Se c’è una piccola pecca da annotare – ma solo per completezza di analisi e non per voler trovare il pelo sull’uovo – è la tempistica con cui il rapporto fra Nikolai e Henri ha inizio. Mi spiego: Nikolai è un etero convinto che, così, di punto in bianco, cede alle lusinghe di Henri dopo nemmeno una giornata. Vero, molti rapporti iniziano così, ma dubito che un uomo etero che non si è mai sentito attratto dal suo stesso sesso, possa accettare di buon grado “un lavoro di bocca” da un altro uomo.  Anche i bisessuali - poiché è così che Nikolaj arriva a definirsi dopo il sesso con Henri - prima di arrivare a definirsi tali un pensierino su come possa essere stare con un uomo se lo pongono. Dato, però, che ognuno arriva alla consapevolezza della propria sessualità in maniera differente, anche questa dinamicità ci può anche stare e io non sono nessuno per smentirla.
Continua sotto...
Cercatore d’oro è un romanzo che con la sua scrittura dinamica e diretta saprà conquistare quel pubblico aperto a tutti i generi e a tutte le forme narrative. Da leggere.
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