Week end monotematico: Cardeno C - L'intervista. Esclusiva

Con l'intervista esclusiva di oggi, si conclude questo week end monotematico dedicato a Cardeno C. e ai suoi libri. L'autore ha raccontato se stesso a Federica Lemme in un'intervista che, sono certo, saprà soddisfare le tante curiosità dei suoi e delle sue fans.
Non mi resta che lasciarvi alle parole di Cardeno C., ma prima voglio augurare, anche a nome di Federica, un buon Natale a tutti voi, sperando che possiate passarlo con le persone che vi stanno a cuore.
Ah, dimenticavo. Il 24 Dicembre 2013 uscirà, per la Triskell Edizioni, un'antologia di racconti brevi a tematica gay incentrati sul Natale. Diversi autori hanno regalato una loro storia per dare vita a questo bel progetto che sarà distribuito gratuitamente dalla casa editrice. L'opera si intitola Racconti sotto l'albero e la potrete scaricare direttamente da questo link www.triskellevents.org. Tante storie, di tanti autori, per festeggiare, sotto il segno della lettura, questo Natale. Non perdetelo.
Buon Natale, 
Francesco Sansone

Le Interviste
  Cardeno C.
   Esclusiva

Nella foto: Le copertine dei 4 libri arrivati in Italia di Cardeno C.


Com’è nato il tuo amore per la scrittura?

Ho sempre amato scrivere e, quando avevo più tempo libero, mi piaceva guardare i film. Trovavo sempre frustrante però che i personaggi gay che vedevo o leggevo finissero sempre per essere picchiati o uccisi o si ammalavano. Mi sembrava che questo succedesse come una punizione, come se i personaggi non si meritassero di avere una vita felice, in salute e soddisfacente. Alla fine la mia testa ha cominciato a riempirsi di storie di personaggi gay che riuscivano a trovare la felicità e vivere relazioni sane, e quelle sono le storie che ho deciso di scrivere.


 



Ci racconti l’emozione che hai provato quando è stato pubblicato il tuo primo libro?

È stata una sorpresa e un onore entusiasmante. Non mi aspettavo che qualcuno volesse pubblicare i miei libri ed è stato un onore che Dreamspinner Press abbia accettato il mio libro. Naturalmente ero anche molto, molto felice di poter condividere la mia storia con i lettori.



Hai mai pensato di avere questo successo, non solo in America?

No, non avrei mai immaginato che i miei libri sarebbero stati tradotti e letti all’estero. È stata un’esperienza fantastica per la quale ho una gratitudine infinita.



Come ti sei avvicinato a questo genere e perché hai deciso di scrivere romances?

Come ho accennato prima, ho iniziato a scrivere storie nel genere gay romance per condividere personaggi che siano forti, con emozioni genuine e felici di se stessi e delle proprie vite. Credo che la speranza in un futuro pieno di soddisfazioni sia un messaggio importante da diffondere.



Dici di essere lento a scrivere, qual è il processo che segui nella creazione di un romanzo? E qual è in genere la parte più ostica per te da scrivere?

Be’, il primo passo, naturalmente, è trovare l’ispirazione in una storia e nei personaggi. Penso a quale storia voglio raccontare e lascio che i personaggi vivano nella mia mente per un po’ per imparare a conoscerli. Il passo successivo è scegliere il punto di vista della storia. A volte scrivo in terza persona, altre volte in prima persona, e anche all’interno di quei punti di vista ci sono delle variazioni: un narratore? Due narratori? Sono decisioni critiche per lo sviluppo di una storia e per quello che un lettore verrà a sapere e riuscirà a provare.

Per quanto riguarda la cosa più difficile da scrivere, io scrivo con l’obiettivo di accompagnare i miei personaggi nella loro vita per farli arrivare a bei posti salutari e felici e per far sì che i miei lettori sorridano e gli si scaldi il cuore. Per questo è probabilmente poco sorprendente che mi piaccia scrivere le scene dove i miei personaggi sono sdolcinati, teneri e in sintonia. È vero anche il contrario: scrivere i momenti in cui i protagonisti sono tristi e sconvolti per quello che succede nelle loro vite è molto difficile.



Hai dichiarato di usare uno pseudonimo per non avere problemi nella vita di tutti di giorni. Quindi anche negli Stati Uniti scrivere di omosessualità non è bene visto?

È una domanda complicata e non credo ci sia una risposta universale. I miei libri sono molto espliciti. Mi piace scrivere scene di sesso. Credo che descrivere il legame fisico tra i personaggi – il modo in cui si avvicinano e le reazioni che provano durante i loro rapporti – sia un modo davvero potente per esprimere le dinamiche delle loro relazioni e la loro unione. Viste queste particolarità dei miei libri, usare un nome d’arte è l’unico modo per garantire che il mio lavoro di tutti i giorni non subisca dei contraccolpi per via della mia carriera da autore.



Ultimamente il genere dei romanzi m/m sta avendo molto successo e diversi autori stranieri vengono tradotti anche qui in Italia. Secondo te, da cosa dipende?

Penso che la gente ami leggere di personaggi che trovano la felicità nell’incontrarsi. Ci piace nutrire la speranza e quella sensazione di calore, e il romance spesso esaudisce questo desiderio. Riguardo alle traduzioni, credo che alla fine – indipendentemente dal paese in cui viviamo – siamo tutti persone che hanno gli stessi bisogni primari. (sorride ndb)


Fai il volontario nelle organizzazioni per i diritti gay dove vivi e hai deciso di scrivere racconti a tematica omosessuale. Come mai questa decisone? Perché è un argomento che conosci o perché dietro ai tuoi libri c’è la voglia di far comprendere agli altri che non c’è nulla di sbagliato nell’amare una persona dello stesso sesso?
È un insieme di tutto questo. Voglio mandare un messaggio di forza interiore, speranza, e che tutti meritano di trovare la felicità.
 

Le tue storie hanno sempre, fortunatamente, il lieto fine. Questo denota una buona dose di ottimismo e positività. Quanto contano per te questi due elementi ? E quanto di te c’è nei tuoi personaggi?

Certamente c’è qualcosa di me nei miei personaggi, credo sia qualcosa di impossibile da evitare, ma non lo faccio intenzionalmente e non credo che riuscirei a individuarne i passaggi. Riguardo all’atteggiamento positivo, ci credo con tutto il cuore. La vita è piena di eventi e non è sempre facile. Tutti abbiamo momenti di frustrazione e tristezza, ma ho la piena convinzione che ci si debba impegnare a non bloccarsi in quei momenti, a pensare alle cose positive della vita, cercando di imparare da quelle negative e proseguendo con un sorriso.


I tuoi libri sono pieni di amore, ma quellocon la A maiuscola, quell’amore vero che ti fa quasi sognare, ti fa sperare e leggendo ti poni la classica domanda: “Ma esiste davvero?” Tu l’hai trovato?

Certo che credo che l’amore esista. Vive nei modi più disparati nelle relazioni più disparate e dobbiamo riconoscerlo, rivendicarlo e tenercelo stretto.

L'amore è un continuo mettersi in gioco, lo leggiamo nei tuoi libri. Fino a che punto riesci a metterti tu in gioco?

Non sono una persona che prende rischi per carattere. Detto questo, quando ho preso dei rischi nella vita ho anche vissuto di conseguenza alcuni dei momenti più felici, perciò penso che sia un bene spingerci oltre la nostra zona  di sicurezza per tentare di afferrare quell’oggetto scintillante.


Ci sono molte bravissime autrici che scrivono romanzi gay ma secondo te riescono a trasmettere l’essenza di una coppia gay?

Non credo che il genere, la razza, l’età o l’orientamento sessuale o qualsiasi altra cosa abbia un’influenza sulla capacità di raccontare una storia. Ci sono scrittori fantastici in tutti i generi che hanno la capacità di far provare delle emozioni ai lettori, permettendo loro di imparare, crescere e sorridere. È la storia che conta, non la persona che l’ha scritta.



Sei uno scrittore affermato, con un buon successo, che consigli vuoi dare ai nuovi giovani scrittori?

Vorrei avere abbastanza saggezza per trovare qualcosa di brillante da offrire, ma la sola cosa che posso dire sullo scrivere è la stessa che direi ai giovani che iniziano il loro percorso lavorativo nel settore del mio lavoro quotidiano o che vanno a scuola o sono comunque sulla linea di partenza di qualsiasi cammino: se vuoi farlo, FALLO. Impegnati. Formati. Se non funziona, cerca il motivo e poi, be’, riprovaci. Potrebbe non riuscire con facilità, in prestezza, ma credo fermamente che se ti impegni abbastanza e abbastanza a lungo in qualsiasi carriera tu scelga, migliorerai continuamente e, alla fine, troverai il tuo posto.
Intervista: Federica Lemme
Traduzione: Emanuela Piasentini




Appuntamento all'11 Gennaio 2014