Mani di Mandarino – La coscienza di un carusu: Marco Antonio D’Aiutolo narra l’omosessualità nella Catania fascista.


A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani

Trama: Mani di mandarino è una saga di cinque romanzi. Racconta la storia di un carusu e della sua famiglia borghese di una provincia etnea. In una Catania fascista degli anni '30, Gabriele scopre una sessualità, una molteplicità di identità e il mondo clandestino degli arrusi (pederasta passivi) di piazza Alcalà in contrasto con l'idea omologante di masculu siculu. È, quindi, un intrecciarsi e influenzarsi di storie di rapporti, tra generazioni, tra fratelli completamente diversi, amicizie, amori proibiti, di scandali famigliari, di fimmine messe al margine: storie che faticano ad accettare il proprio destino passivamente, anche quando irromperà la grande Storia. Il regime, infatti, inasprirà le leggi contro gli arrusi, che coinvolgeranno Gabriele, i suoi amici e il suo amante. E proprio in questo contesto, lì dove i masculi si mostreranno impotenti, sarà la forza delle fimmine sicule (la madre, Felicetta, la zia, Gilda, l'amica di infanzia, Maria Catena) a determinare, nel bene e nel male, il destino di tutti.)
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Questa la premessa su cui si basa La coscienza di un carusu, il primo libro della saga, in cinque romanzi, Mani di mandarino dello scrittore Marco Antonio D’Aiutolo (Milena Edizioni. Prezzo cartaceo: 15,00 Euro), ambientata nella Catania fascista.

La storia del giovane Gabriele inizia quando ancora l’ascesa del Duce è all’inizio e l’omosessualità, fatta di masculi e arrusi, è vissuta in segreto e non gode già della stima della popolazione. Ed è in questo scenario che il giovane protagonista fa a botte con la propria coscienza e con quegli istinti che gli suscita.

Una storia intensa, descritta con lucidità tale da rendere l’opera di D’Aiutolo un romanzo neorealista a tutti gli effetti. Le “sporcature dialettali” inserite nella scrittura sono efficaci per fornire all’opera la dimensione reale di cui necessita per arrivare, in tutta la sua efficacia, al lettore.

I riferimenti a Ettore Scola, Giovanni Verga e Carmen Consoli sono impossibili da non notare e daapprezzare. Piccole citazioni, omaggi per meglio dire, che aiutano a calarsi nelle atmosfere di una Catania sbiadita, ma che, sotto certi aspetti, è ancora inedita e, quindi, da scoprire.
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Pertanto, devo consigliare vivamente la lettura di La coscienza di un carusu, il primo libro della saga Mani di mandarino, sperando che i successivi quattro romanzi non tardino troppo a essere pubblicati. Da leggere.

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