INTERVISTA - Beppe Perrier: "Ho cercato di creare un senso di claustrofobia e di asfissiare quasi il lettore"

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A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Nella foto: Beppe Perrier
Il ritorno dalla ferie de Il mondo espanso dei romanzi gay è stato segnato dalla nuova opera di Beppe Perrier, Sanguisuga, una storia tormentata e controversa da leggere tutta d'un fiato. Oggi, come spesso accade, a parlarci del romanzo sarà proprio l'autore attraverso l'intervista che ha rilasciato al blog. Una chiacchierata con la quale avrete modo di scoprire alcune sia su Sanguisuga sia sull'autore stesso.

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D. Sanguisuga affronta la questione della coppia aperta da parte del terzo soggetto coinvolto. Come nasce l’idea?
R. In realtà la coppia aperta è un argomento su cui indago da quando ho aperto DiarioNudo. Se, però, sul blog mi limitavo a cercare di capire la psicologia che porta una coppia all’atto fisico con un terzo, in “Sanguisuga” mi sono voluto addentrare maggiormente, coinvolgendo anche i sentimenti.

D. Nel romanzo la coppia che coinvolge nel loro rapporto Marcello è formata da Lorenzo e Francesco. La domanda sorge spontanea: questo romanzo è una sorta di spinoff/sequel delle tue opere precedenti?
R. Non l’ho mai vissuto come un sequel del blog anche se capisco il motivo della tua domanda e forse inconsciamente potrebbe anche esserlo.

D. La scrittura di Sanguisuga vede periodi brevi e molto musicali, che si prestano bene ai toni cupi del romanzo. Quanto è importante per te dare alle tue opere una struttura così serrata?
R. Ho cercato di creare un senso di claustrofobia e di asfissiare quasi il lettore. In “Sanguisuga” Marcello vive un vero e proprio tormento e credo che questo tipo di scrittura sia quella che si presti meglio all’immedesimazione con il protagonista.

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Nella foto: Beppe Perrier
D. Anche i testi dei brani che hai scelto di inserire nel romanzo si amalgamano alla storia. Sono brani casuali o rientrano nei tuoi gusti musicali?
R. Rientrano completamente nei miei gusti musicali e consiglio di ascoltare questi pezzi mentre si legge il libro perché le voci degli interpreti aiutano a entrare in toto nello stato emotivo di Marcello.

D. Marcello è un personaggio alquanto complicato, un insieme di contrazioni emotive che lo portano a scelte forti. Ti sei ispirato a qualcuno in particolare o è tutto frutto della tua fantasia
R. Credo che Marcello sia un ragazzo davvero sopra le righe per esistere realmente in un’unica persona. Ovviamente alcune sue paure nascono dalle mie, altre da quelle di amici solo che alla fine Marcello le fa sue e le amplifica per cullare il suo tormento.

D. Nel romanzo citi Jean Genet, che fra l’altro è uno degli autori che ti hanno spinto a cimentarti con la scrittura. Ci spieghi come le opere di questo artista ti hanno ispirato?
R. Il suo linguaggio crudo e senza mezzi termini mi ha sedotto dalla prima riga.

D. Vorrei concludere questo nostro incontro con una domanda che riguarda il tuo primo romanzo.  Perché hai deciso di ritirare dal mercato “Nudo e Crudo”? Si potrà reperire prima o poi o tornerà in commercio “Mi fermo a guardare le luci”, pubblicato con lo pseudonimo DarioNudo, usato per il blog omonino?
R. L’ho ripensato come parte di un progetto più ampio di cui probabilmente farà parte anche “Mi fermo a guardare le luci”. Ovviamente verranno riscritti entrambi per renderli uniformi e integrabili con il resto.

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