Intervista alla scrittrice Monica Florio: «Indago la realtà senza pregiudizi.»

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Ieri vi abbiamo parlato del suo romanzo di formazione Ragazzi a rischio . Una nuova avventura per Tommy e oggi siamo felici di farvi conoscere meglio l’opera e la sua autrice, Monica Florio, attraverso l’intervista che ha rilasciato a Il mondo espanso dei romanzi gay.
Monica Florio è una napoletana e oltre a essere una scrittrice è press office/communication & pr Manager e giornalista pubblicista.
Inizia a pubblicare nel 2004 con il saggio Il guappo – Nella storia, nell’arte, nel costume (Kairòs Edizioni). Nel 2012 pubblica la raccolta di racconti Il canto stonato della Sirena (Ilmondodisuk Libri), mentre nel 2015 pubblica il romanzo giallo Puzza di bruciato (Homo Scrivens).
La saga di Tommy Riccio inizia nel 2014 con il primo romanzo La rivincita di Tommy – Una storia di bullismo.
Nelle sue opere la Florio si concentra su temi quali disagio giovanile, infanzia violata e omofobia.

Continua sotto...

D. Monica, quanto della tua esperienza di giornalista c’è nel romanzo?
R. Ragazzi a rischio è stato definito un romanzo a metà strada tra la narrativa e la saggistica, un ibrido letterario teso a indagare la realtà in modo diretto e obiettivo, senza pregiudizi, secondo un approccio giornalistico.

D. Nel romanzo parli di Tommy mostrandone sia il suo aspetto professionale sia quello privato, creandone un profilo a 360 gradi. Se da psicologo riesce a risolvere i problemi altrui, da figlio non riesce a convincere la madre ad accettare la sua omosessualità. Cosa ti ha spinto a mostrare entrambe le sfaccettature della sua “persona”?
R. Come tutti gli introversi, Tommy non possiede una personalità carismatica ma, guidato da un leader come Padre Gregorio, può aiutare con la sua sensibilità questi giovani della periferia nel loro percorso di crescita personale e professionale. Le difficoltà che incontra in ambito familiare rispecchiano la triste realtà di quei giovani gay vincenti nel lavoro ma circondati da genitori dalla mentalità ottusa. Il mio romanzo tratta in modo realistico il disagio derivante dallo scontro generazionale: non a caso, Lorenzo considera, a differenza della madre, la cosa più naturale del mondo invitare suo fratello Tommy e Gabriele a uscire con lui e Laura.
  Continua sotto...

D. Parli di temi delicati come il degrado, lo sfruttamento della prostituzione, la delinquenza e l’abbandono. Come sei arrivata a dedicarti a questi temi?
R. Nei miei libri c’è sempre una forte componente sociologica che deriva dalla mia formazione umanistica. Tuttavia, mi sono avvalsa della collaborazione di uno psicologo clinico, Renato Scognamiglio, per analizzare le problematiche – dalla depressione bipolare all’autolesionismo – che affliggono gli adolescenti in cui si imbatte Tommy.

D.  Di Napoli mostri sia il lato migliore che quello peggiore, giusto per semplificare, eppure entrambe appaiono più simili di quanto uno non si immagini, sebbene con delle sostanziali differenze. Da napoletana, ci dici come si convive con queste due facce della stessa medaglia?
R. Napoli è sempre l’anima delle vicende che racconto, nelle quali il Bene e il Male, la luce e l’ombra, convivono perché appartengono non solo della città ma a ognuno di noi. Questa ambivalenza è una particolarità di Napoli, vero e proprio miscuglio di contraddizioni che gli stessi napoletani finiscono per accettare perché espressione del tessuto sociale in cui vivono. A Napoli si può vivere bene accettandola così come è.  D’altronde, siamo un po’ tutti bipolari …o no?

RIMANI SEMPRE AGGIORNATO. ISCRIVITI ALLA NUOVA PAGINA FACEBOOK