Week end monotematico: Paola Ciccuttuni - L'intervista esclusiva

Come d’abitudine anche questo week end monotematico si conclude con l’intervista esclusiva all’autrice. Prima di lasciarvi alla mia chiacchierata con Paola Ciccuttini, vi comunico che anche settimana prossima ci sarà un week end monotematico dedicato a Damiano Dario Ghiglino e al suo romanzo Nessuna pietà per gli angeli bordeline.

Le interviste
  Paola Cuccittini
   Esclusiva

Nella foto: Paola Cuccittini

Paola, il tuo Tettigonie Viridissime parla di un gruppo di amici, le cavallette, raccontandone una domenica tipo in cui si riuniscono nella casa di due di loro. So che hai pensato a lungo di scrivere questo libro i cui protagonisti sono ragazzi e uomini che conosci personalmente, ma quale è stata la scintilla che ti ha spinto a realizzarlo?
Non c’è stata una vera e propria scintilla, l’idea mi ronzava in testa da tempo, è vero. Ho solo deciso di concretizzarla una volta per tutte, abbiamo sempre tanti sogni nel cassetto e continuiamo a parlarne per anni. Volevo che quell’idea diventasse carta, e così è stato. I ragazzi, poi, mi hanno fornito talmente tanto materiale che è bastato trovare l’ispirazione per unire le loro storie in un unico racconto. Siamo molto contenti del risultato.

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Il tuo libro risulta essere una boccata d’aria fresca in un panorama dove troppo spesso il tema dell’omosessualità è affrontato con toni cupi e melanconici. Qui, benché di ogni personaggio racconti il coming out in famiglia non sempre facile, il clima che emerge è allegro, spensierato, divertente. Perché hai scelto uno stile leggere per il tuo romanzo?
Ogni scelta è stata valutata e approvata dal gruppo, cioè i sette protagonisti ed io. Non volevamo un libro di denuncia. Io sono una donna eterosessuale e lascio certe lotte a chi è coinvolto in prima persona e sa affrontarle e gestirle molto meglio di me. Naturalmente le sostengo tutte. Questa è principalmente una storia di amicizia, e poi di omosessualità. Volevo descrivere una domenica tipo, e la domenica tipo delle “mie” cavallette è fatta di momenti di relax, di chiacchiere in libertà, di piccoli dispetti, di risate. Ogni tensione viene solitamente stemperata con l’ironia, che è spesso autoironia. Ognuno dei protagonisti si è confrontato con il suo essere gay a modo proprio, talvolta è stato semplice, talvolta no. Questo trapela dalle pagine, ma non voleva essere l’argomento principale del libro.

A proposito di omosessualità, tu sei una donna eterosessuale (e qualcosa mi dice che sei una di quelle amiche che nel romanzo sono stufe della compagnia di altri etero intenti a parlare soltanto di prole e di poppate) e, in quanto tale, volevo un tuo parere sul recente Family Day che ha visto nella piazza romana 150.000 persone.
Potrei iniziare premettendo che rispetto le idee altrui, anche quelle che non condivido, ma in questo caso vorrei andare contro corrente: trovo il Family Day un’insultante pagliacciata, offensiva per ogni essere pensante, una carrellata di affermazioni ignoranti e soprattutto ipocrite, un evento che non dovrebbe avere così tanto seguito e che è agghiacciante proprio perché lo ha. Ho ascoltato qualche intervento e ho cambiato canale, non riuscivo ad ascoltarli e faccio tanta fatica a rispettarli, lo ammetto.

Tornando al romanzo, immagino che gli amici di cui parli abbiano letto il libro e volevo sapere come hanno reagito nel vedere la propria storia nero su bianco. Si sono riconosciuti oppure, e immagino Andrea nel porti la domanda, hanno avuto da ridire sulla loro descrizione?
Come dicevo, il romanzo è nato e cresciuto all’interno del gruppo. Quando terminavo un capitolo, lo sottoponevo alla lettura di tutti, che potevano segnalarmi impressioni, imprecisioni ed eventuali modifiche. Le cavallette farebbero qualsiasi cosa per qualche minuto di celebrità, non dimentichiamolo! I personaggi sono ispirati a persone reali, ma non sono identici a quelle persone reali. Questo è stato messo in chiaro fin dall’inizio, perciò non ci sono stati problemi, ma solo tanto entusiasmo.

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Il libro affronta vari aspetti tipici della vita omosessuale eppure non lo fa in maniera morbosa. Sembri voler dire: fanno questo, ma c’è molto di più dal sesso occasionale, dalla palestra e dalle discoteche. E infatti racconti anche di relazioni stabili e durature, del dolore provato per la fine di una storia o per la morte di un genitore. Pensi che mostrare tutti gli aspetti della vita, che poi sono gli stessi anche per gli etero, possa far cessare la diffidenza verso il mondo LGBTQ?
Può essere uno degli approcci, sì. La forza della normalità, direi. Ho cercato di presentare situazioni molto diverse tra loro: la coppia esclusiva e solida, che però può scricchiolare a un certo punto e poi riprendersi (chi non conosce coppie etero che vivono la stessa esperienza?), amori profondi che finiscono e si lasciano dietro dolore e qualche risentimento (nessuna amica che sogna di tagliare le gomme dell’auto all’ex-moroso?), single incalliti, a volte per scelta altrui, che cercano nuove emozioni per non dover affrontare la propria solitudine (ne conto a decine tra i miei amici eterosessuali). Quindi, qual è la differenza? Nessuna. I sentimenti hanno forse un sesso? No. E allora la smettiamo di temere un nemico che non c’è? Credo che gran parte dell’omofobia possa essere curata con la semplice informazione, in vari modi. Mi piace pensare che anche una storia leggera e scanzonata come questa possa fare la sua piccola parte.

Parliamo un po’ di te in quanto autrice; Tettigonie Viridissime è il tuo primo romanzo, ma già in passato hai pubblicato con Mondadori una guida sulla shopping on line. Ci fai un bilancio fra queste due esperienze dicendoci in cosa si differenziano e che approccio ha avuto e sta avendo il pubblico con il tuo lavoro?
La guida per Mondadori è stata un’esperienza emozionante, perché debuttare con un colosso dell’editoria incute un certo timore. Però era chiaro che quel libro avesse vita corta, per la stessa natura del soggetto: i siti per lo shopping online si moltiplicano di giorno in giorno, oppure chiudono, oppure cambiano veste. Perciò una guida del genere diventa subito “vecchia”. E poi in quell’occasione non ho avuto la possibilità di interagire con i lettori. Perciò è stata senz’altro una favolosa opportunità, ma Tettigonie viridissime, per me, è un’altra cosa. È una dichiarazione di affetto nei confronti di persone alle quali sono molto legata;è una storia che, in certi passaggi, ho scritto con le lacrime agli occhi, a volte di gioia, altre di commozione; è la possibilità di incontrare nuove persone che ti abbracciano e che ti dicono che si sono divertite, leggendo il libro, che si sono emozionate e che si sono ritrovate a riflettere su certi argomenti. Per me è impagabile. Anche se non ho le spalle coperte da un editore, visto che al momento si tratta di un’auto-pubblicazione. Ma spero di trovare presto qualcuno disposto a investire su questa storia.

Per concludere, a chi consiglieresti il libro e cosa speri riesca a lasciargli?

Ovviamente a tutti! Come ho scritto nella nota introduttiva, “Se penso a un lettore gay, spero che trovi il libro divertente. Se penso a un lettore etero, spero che trovi il libro divertente e che, in qualche modo, si riconosca in certe dinamiche di gruppo e in certi modi di rapportarsi agli altri e di scherzare. Magari si sentirà invogliato ad approfondire la sua conoscenza del mondo gay.” 
Intervista: Francesco Sansone

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