Week end monotematico: Christian G. Moretti - L'intervista. Esclusiva assoluta
#IGBA2015
E' iniziata la fase finale degli Italian Gay Bloggers Awards 2015. Anche quest'anno Il mondo espanso dei romanzi gay è in concorso nella categoria "Libri" per votarlo clicca qui.
Con l'intervista esclusiva, la prima in assoluto che l'autore rilascia a un blog, si conclude il week end monotematico dedicato a Christian G. Moretti e al suo libro Che morte non vi separi (qui per saperne di più sul libro).
Prima di lasciarvi alle parole di Moretti, vi anticipo che sabato Lilia Stecchi vi parlerà di un nuovo m/m romance, mentre domenica vi aspetto in compagnia della Nativi digitale Editrice per l'intervista mensile della rubrica Case editrici.
Le interviste
Christian G. Moretti
Esclusiva assoluta
Nella foto: Christian G. Moretti |
Christian,
Che morte non vi separi è il titolo del tuo romanzo. Ci spieghi come nasce la
storia e quanto tempo hai impiegato per scriverla?
Per molti
anni ho insegnato letteratura comparata alla University of Kent (Regno Unito) e
ho conseguito anche un dottorato di ricerca in letteratura italiana e spagnola.
Durante i miei studi e la mia ricerca sono sempre stato affascinato da due idee
in particolare: quella di 'amore' come essenza trascendentale, come sentimento che
sorpassa realtà fisica e molte volte anche quella mentale e il concetto di
'morte', come passaggio da materia a spirito. In 'Che Morte non vi Separi' ho
voluto fondere questi due concetti e analizzarli assieme come una successione
consecutiva di emozioni, sentimenti, causa ed effetto della vita. Ho
interpretato il lavoro di scrittura come un livello completamente diverso di
ricerca rispetto a quello al quale ero abituato in ambito accademico, ovvero,
saggistica, analisi contrastiva, ricerca di prove e indizi e conclusioni più o
meno oggettive che potessero essere condivise dalla comunità accademica. Ho
iniziato 'Che Morte non vi Separi' nel 2011, ma per vari motivi personali ho
dovuto sospendere il progetto e riprenderlo all'inizio del 2014. É stato scritto
in poco più di un anno, tra Limerick in Irlanda (dove vivo) e Lugano in
Svizzera.
Lo trovi qui |
Il romanzo
ha per protagonisti Cesare e Tor, due adolescenti alle prese con la loro prima
storia d’amore. Perché hai scelto di incentrare la storia proprio su questo aspetto?
Ritengo che
soprattutto per un ragazzo gay il primo amore non si dimentichi facilmente. E
con questo non voglio proclamare il solito cliché de 'il primo amore non si
scorda mai'; per un ragazzo gay il primo innamoramento non rappresenta soltanto
un'iniziazione all'amore di per sé, rappresenta, molte volte, anche la scoperta
a pieno della propria sessualità, lo obbliga a intraprendere la lunga e
tortuosa strada dell'accettazione intima e personale e quella a livello
familiare e sociale. Il primo amore, ritengo, rappresenta un processo di
'imprinting' che, se va male, può lasciare un segno indelebile.
I ragazzi
dovranno fare i conti con l’omofobia che li circonda a scuola rendendo il tuo romanzo
contemporaneo. Infatti, molti ragazzi, ancora oggi, oltre a dover faticare per
accettarsi devono fare i conti con il pregiudizio dei compagni di scuola e, più
in generale, della società. Secondo te cosa genera l’astio della società verso
l’amore omosessuale?
Credo che la
maggior parte delle società, veda l'omosessualità come un'alterazione
all'ordine tradizionale stabilito e sancito da secoli di repressione. Sono
sempre stato molto interessato agli studi di Mieli il quale afferma che vi era già
omofobia tra gli antichi Ebrei poiché essi non si conformavano con quello che
per i loro 'padri' era accettabile. Credo sia un processo simile a una
dittatura sociale: tutta la società deve adeguarsi a qualcosa di già stabilito
per convenienza e facilità nel gestire la società stessa. Tutto ciò,
ovviamente, acquista molto più peso nel momento in cui si considera l'inerzia
del cambiamento e il passare del tempo che sanciscono tale dittatura basandosi
su tradizione e storia. Ho analizzato questa tematica nel romanzo e l'ho
ricreata nelle righe in cui descrivo la distruzione di un castello creato da
anni di bugie e di false credenze; questa immagine si riferisce alla voglia e
alla forza nell'attuare cambiamenti a livello sociale, scardinando il passato.
Chi può dire che qualcosa è buono e giusto solo perché per anni nessuno o pochi
l'hanno confutato?
Nella storia
riporti, tramite le parole di Tor, una favola della tradizione nordica, in cui
un principe si innamora di un altro principe e alla fine vivono felici e
contenti. Come sappiamo tutti, le favole servono per insegnare qualcosa ai
bambini e in questo caso si vuole spiegare che l’amore può nascere anche fra
due principi o due principesse. Di
recente anche in Italia sono state pubblicate favole di questo tipo, ma sono
sempre state accompagnate da polemiche. Perché, secondo te, tutto quello che ha
a che fare con l’omosessualità è un problema in Italia? Possiamo attribuire
tutta la colpa al credo religioso?
Sicuramente
le favole sono una sorta di lezioni per bambini, vi è sempre una morale alle
fine. L'introduzione di favole LGBT (se così le possiamo chiamare, perché per
me sono favole e basta) rappresenta un cambiamento di direzione rispetto a
quello che la società ha sempre ritenuto accettabile. In Italia questo
sentimento è molto radicato. C'è molta lentezza nell'agire e molti non hanno il
coraggio di esporsi e parlare. Per molti anni ho sempre voluto pensare che gli
italiani non fossero omofobi, ho sempre pensato che, forse, erano solo alcuni
politici a fare la voce grossa e palesarsi come omofobi; volevo credere anche
io alla favoletta che le cose in Italia vanno bene e che non c'è nessuna
emergenza. Invece c'è emergenza in Italia e ti dirò anche a come sono arrivato
a questa conclusione, visto che vivo all'estero da ormai dieci anni. Qualche
settimana fa è stato approvato il referendum per il matrimonio gay in Irlanda,
ho fatto un giro sui siti irlandesi e ho letto i commenti dei lettori che erano
quasi tutti positivi; ho poi fatto un giro sui siti italiani e purtroppo mi
sono trovato davanti un buon 70% di commenti negativi e omofobi. Purtroppo in Italia si soffre ancora dalle ferite della politica
sociale fascista, dalla repressione e da un'idea stereotipata di genere. Chi è
maschio deve esserlo e andare a letto con le donne, il resto è abominio.
La religione
c'entra fino a un certo punto. Io sono credente, relativamente praticante, e
posso dirti di avere amici molto cattolici e che supportano i diritti LGBT
CIECAMENTE. La religione é qualcosa di personale che, se hai testa, ti insegna
solo l'amore. Se invece di testa non ne hai, beh, quella è un'altra storia.
Continua sotto...
Adesso anche in ebook. Qui |
Un altro
aspetto che voglio analizzare del tuo Finché morte non vi separi è la reazione
dei genitori dei protagonisti quando scoprono che sono gay. Entrambe le coppie
di genitori reagiscono bene eppure nella vita di tutti i giorni, non sempre i
padri e le madri accettano una simile realtà. Anche in questo caso si può
attribuire la colpa alla cultura del nostro Paese che sembra ci voglia tutti
bianchi – cattolici – omosessuali?
Purtroppo,
come dici tu, questa è una realtà molto diffusa. però nel mio romanzo ho voluto
dare un po’ di positività e ricalcare che vi sono genitori splendidi che amano
i figli a prescindere dalla loro sessualità. Mi piacerebbe che madri e padri
leggessero il mio romanzo e che magari riuscissero a riflettere nel vedere
queste figure molto positive.
Come hai
vissuti tutti gli aspetti che hai narrato nel libro?
Il libro non
è autobiografico. Certo vi sono alcuni elementi personali, come la visione di
determinate realtà, del tutto personali. Ho avuto un'esperienza positivissima
quando ho fatto 'coming out' alla mia famiglia e sono molto felice e fiero di
questo. Certo l'omofobia è sempre stata in agguato e commenti e risatine sono
parte ormai della vita di ogni adolescente Gay.
Quando hai
preso coscienza della tua omosessualità, c’è stato un libro che ti ha aiutato a
non sentirti solo e il solo a provare attrazione per gli altri ragazzi?
No, ho letto
Rainbow Boys di Alex Sanchez alcuni anni dopo e l'ho trovato illuminante e
estremamente romantico (soprattutto a quell'età si ha bisogno di cuoricini,
zucchero filato, caramelle e tanta sdolcinatezza). Quando ho capito però, avevo
paura e di conseguenza mi rinchiusi in un guscio per pensare, meditare e capire
meglio.
Per
concludere, che cosa vorresti che arrivasse ai lettori del tuo libro?
Vorrei che
ai lettore arrivasse la storia di un amore bellissimo, puro e incondizionato.
Vorrei arrivassero i colori, le emozioni e le sensazioni di Cesare e Tor,
vorrei arrivasse il messaggio che il mondo lo si può cambiare, ma dobbiamo
essere noi a cominciare e non aspettare che qualcun altro lo faccia al posto
nostro.
Intervista: Francesco Sansone
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