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ESCLUSIVA ASSOLUTA! RECEINTERVISTA Chased: Accerchiato - Jamie A. Miller ci mostra il “mondo dopo” la sparatoria al liceo di Karnville.

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A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani

Trama: Dopo la sparatoria nel liceo di Karnville, i quattro ragazzi miracolosamente sopravvissuti non sono affatto al sicuro. Nel momento in cui la notizia della tentata strage è balzata agli onori della cronaca, le due coppie sono diventate il simbolo dell’amore puro e sofferto che trionfa oltre la tragedia. Jenna Robinson, provocatrice TV e giornalista di quart’ordine, ha deciso di fare della storia un caso giornalistico senza precedenti.

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Che cosa succede dopo una sparatoria? Le vittime come riescono a superare un episodio simile? Sono queste le domande cui Jamie A. Miller rispondere con Accerchiato, il secondo capitolo del romanzo Chased (self publishing Amazon. Prezzo ebook: 2,99 Euro.)

Ritroviamo Elliot, Josh, Garrett e Caryl alle prese con il “mondo dopo”. Ognuno di loro, seppur in maniera diversa, è stato segnato dalla sparatoria avvenuta al liceo di Karnville per mano di Roderick Mayer e deve cercare di riprendere in mano la propria esistenza. Tuttavia un nuovo mostro è pronto a scagliarsi su di loro. Un mostro che non ha fucili, ma l’avidità: la stampa. I quattro ragazzi sono diventati il caso di cronaca di cui tutti parlano e di cui si vogliono quei dettagli pruriginosi, che spingono i giornalisti, televisivi in particolare, a scavare in maniera perversa nelle loro vite dei protagonisti pur di ottenere lo scoop esclusivo da mandare in diretta.


«Mi sono ispirato alla TV ma soprattutto ai media virtuali, il web e i social.» – racconta Miller a Il mondo espanso dei romanzi gay -  «Ciò che è virale diventa arcinoto, oggetto di fan fiction, meme, discussioni sui social. Ognuno può improvvisarsi investigatore e scoprire i segreti più reconditi di chi che sia. Siamo in un gigantesco e infinito Grande Fratello. Ci sentiamo autorizzati a scavare nelle tragedie come se ci riguardassero da vicino e spesso chi ci mette i fatti davanti vuole che lo facciamo, desidera eviscerare la verità anziché analizzarla con spirito critico.»

E proprio quest’aspetto in Chased: Accerchiato è ben espresso. I quattro protagonisti hanno dei segreti (chi ha letto il primo romanzo conosce bene) che cercano di tenere per sé, per non appesantire maggiormente quel “mondo dopo” in cui si sono ritrovati a vivere improvvisamente e di cui ognuno ne vuole un pezzo.

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«Elliot ha molte cose di cui si vergogna o delle quali dovrebbe vergognarsi ma in fondo gli sembrano legittime. Si trova tra due fuochi amorosi e vorrebbe capire quale dei due alimentare.» - continua l’autore. -«Josh ha molti segreti, invece, cose che non è pronto ad affrontare; Garrett non vorrebbe essere coinvolto ma vi è costretto, mentre Caryl è il suo opposto, ne vuole di più, vuole essere famosa. Mi sembrava naturale mettere i miei personaggi davanti a un incubo così grande e costringere ad affrontare i loro scheletri nell'armadio.»

Miller è stato bravo a non ripetersi, a creare una storia nuova, capace di intrigare il lettore. Le vicende avvenute nel primo romanzo fanno da collante a questo, ma rimangono lì, senza invadere lo sviluppo dei personaggi e della nuova trama. Riesce a soddisfare le domande di cui sopra, sviluppandole in maniera lucida con la sua scrittura asciutta e diretta, e a colmare quella curiosità che nasce in ogni lettore al termine di un romanzo in cui i protagonisti entrano nel cuore: “E ora che succede?”

«Se abbiamo imparato ad amare i personaggi, e questo vale sia per il lettore ma soprattutto per lo scrittore, si sente il bisogno di un "dopo".» - ci dice Miller, spiegando la scelta di scrivere il sequel di Chased. - «In quella sorta di sadismo che porta un autore a torturare le proprie creature fiorisce, alla fine, un desiderio di redenzione che, unito al fatto che, in fondo, ti sei affezionato a quei malcapitati, ti fa venire voglia di scrivere un seguito per loro e per te stesso. Elliot, Josh, Garrett e Caryl non avevano terminato la loro corsa. Le loro storie, che, al termine del primo libro, erano finite apparentemente bene, in realtà non erano prive di strascichi e conseguenze.»

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Pertanto io non posso fare altro che consigliarvi di leggere Chased: Accerchiato sia per scoprire il “mondo dopo” sia per assaporare lo stile “indie” di Jamiel A. Miller.

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So quando sei felice dal colore dei tuoi occhi - Emiliano Di Meo racconta una storia realisticamente dolce-amara

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A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Trama: Questa è la storia d'amore tra un insegnante di lingue e il giovane bassista di una rock band amatoriale. Al primo, uomo dai colori talmente chiari da sembrare albino, la vita ha insegnato a innalzare muri. Al secondo, estroverso artista metropolitano, quella stessa vita insegnerà come scavalcarli per spingersi oltre le proprie paure.

Questa la trama di So quando sei felice dail colore dei tuoi occhi, l’ultimo romanzo di Emiliano di Meo (Self publishing Amazon. Prezzo cartaceo: 8,20 Euro; Prezzo Ebook: 2,99 Euro)

L’autore racconta, con il suo stile asciutto, diretto e dinamico, una storia dolcemente triste. Ci fa appassionare a due personaggi così diversi fra loro ma, proprio per questo, complementari. L’uno è la metà dell’altro.


Ciò che colpisce in questo ultimo romanzo è il tatto con cui Di Meo affronta uno dei temi più spinosi dell’era contemporanea. Lo fa senza salire sul pulpito, ma da narratore. Il suo intento, infatti, non è quello di sciorinare nozioni o numeri, ma dimostrare come ciò che ci fa più paura al mondo è meno spaventoso di quanto immaginiamo.

I dialoghi, che costituiscono buona parte del romanzo, sono autentici e non scadono mai nell’edulcorazione o in quel limite che separa il realistico dal favolistico. Di Meo sa di cosa parla, in fondo l’omosessualità fa parte della sua vita, e vuole raccontarlo per quello che è, senza utopie o fantasie.


Pertanto, se avete voglia di un bel romanzo realistico, dolce e amaro allo stesso tempo, So che sei felice dal colore dei tuoi occhi  di Emiliano Di Meo è ciò che vi serve, quando avete voglia di accucciarvi sul divano e leggere. 
Consigliato!


DOMANI NON PERDETE L'INTERVISTA A EMILIANO DI MEO

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«Viviamo in un momento storico dove l’individualismo si fonde con l’autoconservazione della propria identità.» Intervista allo scrittore indie Jamie Alain Miller.

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Intervista di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Nella foto: Jamie Alain Miller

Il suo romanzo Chased – Braccato, di cui vi ha parlato ieri, è uno dei romanzi più cruenti che abbia letto negli ultimi tempi. Un romanzo indie come il suo autore e come la sua scelta di pubblicare in maniera indipendente, pur di non modificare la sua penna per le esigenze delle case editrici. Jamie Alain Miller sa il fatto suo e sa cosa vuole cosa arrivi delle sue opere arrivi a chi le scova. Nell’intervista che segue questa sua indipendenza, artistica e intellettuale, viene maggiormente fuori attraverso risposte precise e taglienti…
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D.Il romanzo gira intorno alla sparatoria che si consuma all’interno di una scuola superiore di Beverli Hills. Perché hai scelto questo come tema principale?
R. È stata una scelta quasi obbligata, perché le sparatorie nei licei sono un fatto di cronaca “tristemente noto” nei tabloid americani e per fortuna sconosciuti in Italia. L’idea della sparatoria mi serviva come catalizzatore per creare un’urgenza nei conflitti dei personaggi che necessitavano di una spinta. E la sopravvivenza è la spinta più potente di tutte.

D. La sparatoria, come dicevo, fa cornice alle storie dei personaggi che ve ne si trovano coinvolti; fra questi c’è Elliott, uno dei protagonisti assoluti a mio avviso. Un ragazzo gay, vittima di bullismo e che sogna il primo bacio. Come nasce questo personaggio e quanto di reale c’è in lui?
R. È nato per essere la vittima che pur di essere notato, desiderato, amato è disposto a diventare preda, purché qualcuno lo consideri un trofeo. È un ragazzo che conserva quel romanticismo infantile tipico dei sognatori ma che ha capito come funziona il gioco e soprattutto il gioco del sesso e del potere.
Non so quanto ci sia di realistico in lui, non mi ispiro a persone esistenti quando creo i personaggi, li vedo quasi come iperboli verosimili di alcuni tratti della mia personalità, è come se fossero tutti una mia derivazione, figli degeneri.

D. Rod, il killer, invece è uno sbandato sciupa femmine, che improvvisamente per via di un’attrazione particolare, vede le sue certezze crollare e questo lo porta a sparare all’impazzata nella scuola. Anche di lui ci dici com’è nata l’idea e se c’è qualche evento che ti ha ispirato?
R. Volevo creare una storia dietro al mostro. Non giustificarlo, ci tengo a sottolinearlo, ma stratificare la sua personalità, creare un sistema di causa e conseguenza nelle sue azioni folli, figlie di un’emotività repressa e deviata e dei suoi traumi infantili. Rod è un uomo che si crogiola in un costrutto di certezze che lui crede solide. I suoi dogmi (il sesso senza impegno, la vita dissoluta, il rifiuto dei legami) sono in realtà fatti di carta, che bruciano non appena una figura innocente come quella di Elliott irrompe nella sua sfera emotiva.
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Nella foto: Jamie Alain Miller

D. Quello che mi ha colpito nella storia è stato il vedere come i diversi personaggi che ruotano intorno a Rod ed Elliott, e loro stessi, reagiscono di fronte in una situazione simile. C’è chi trova il coraggio di accettare i propri sentimenti e chi, per paura di morire, si accontenta di ciò che ha a “portata di mano” pur di realizzare il proprio sogno.  Bisogna arrivare a temere di perdere la vita per riuscire a seguire le proprie “aspirazioni”?
R. Bisogna arrivare a non avere più alternative. E con questo non intendo per forza “avere la morte alle calcagna”, sarebbe troppo facile, e definitivo. Intendo che si arriva a un punto in cui più i segni meno delle paure, sommate, danno per forza un risultato positivo, perché vince quella più impellente, la minaccia che incombe fa soccombere le altre. È sempre una questione di sopravvivenza. Davanti a questa forza devastante della natura non possiamo che scegliere quello a cui teniamo davvero, perché potrebbe essere l’ultima occasione per averlo. La scena di Elliott e Josh è molto controversa, in diversi lettori mi hanno detto che è inverosimile che un ragazzo, in quella situazione, si metta a pensare a quello.
Ma nessuno può dire cosa farebbe un ragazzo di fronte alla fine della sua giovane vita. I rimpianti e i sogni si ammassano all’uscita e si va in confusione. Io non ho pianificato una scena del genere con la costrizione, nella mente di Josh, mi è sembrato naturale.

D. Nel tuo romanzo, ma anche nella società che ci circonda, l’omosessualità è ancora difficile da accettare. Credi che questa avversione potrà mai cessare, oppure, data anche l’ondata destroide delle ultime elezioni, è destinata a ferire ancora molta gente?
R. Non credo ci si abituerà mai alla diversità, questo è il problema. Viviamo in un momento storico dove l’individualismo si fonde con l’autoconservazione della propria identità. Oggi tutto è hackerabile, la nostra identità sul web è vulnerabile ed esposta, siamo presenti sempre, ovunque e comunque. In un mare magnum di questo tipo si teme che la diversità possa rosicchiare il nostro spazio, sovrapporsi, rubarci la scena. Non credo sia una questione di accettazione ma di invidia sociale. L’omofobia, come il razzismo, è radicata nelle persone che, nonostante la vastità del globale, temono ancora che la diversità possa invadere o consumare il suo spazio vitale.

D. Il tuo romanzo si sofferma sul delle sparatorie nei licei americani, che mai come adesso, come tu stesso ha detto poco sopra, è attuale per via della cronaca e del “rimedio” che il presidente degli Stati Uniti vorrebbe adottare. Armare gli insegnati, come sostiene Trump, è la soluzione migliore per ovviare al problema o le soluzioni dovrebbero essere altre?
R. Ovviamente no. Non è accettabile la giustizia fai da te, come è palese che la liberalizzazione del mercato delle armi non ha mai giovato al sistema della sicurezza in America, portando ad aberrazioni come, appunto, le sparatorie nei licei. La soluzione sarebbe invece quella di vietare le armi, per tutti, creare una sorta di neo proibizionismo, razionalizzare l’uso di questi strumenti e limitarne la diffusione come in altri paesi. Sono le istituzioni a dover proteggere i civili, non possiamo essere un esercito di ChuckNorris. Di ChuckNorris ce n’è uno solo.
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D. Per concludere, nella nostra prima email di contato mi hai detto: «Ho scelto una storia scomoda, sporca e di sentimenti difficili perché penso che il self sia la nuova frontiera per gli scrittori che vogliono essere se stessi, rischiare, mettersi alla prova senza dover necessariamente incasellarsi negli stretti canoni delle case editrici classiche» e tu si sei davvero messo alla prova. Pentito?
R. No, anzi. Ed è una corrente che continuerò a seguire. Per anni ho tenuto nel cassetto romanzi scomodi, idee che rigettavo perché “tanto nessuno lo pubblicherà mai”. Il mondo dell’editoria sta cambiando e sono felice di poter essere me stesso nella scrittura, come è giusto che sia. Le etichette lasciamole ai supermercati.

LEGGI LA NOSTRA RECENSIONE A CHASED - BRACCATO

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“Lasciare da parte la testardaggine per capire che la vita trova sempre la strada dell'amore”. Oggi vi parlo de “Il legame di Michael”, terzo volume della serie Sex in Seattle di Eli Easton

A cura di Lilia Stecchi
Grafica di Giovanni Trapani

Tutti ammirano Michael Lamont perché è un infermiere, ma il suo impiego part-time come surrogato sessuale gay non suscita solo alzate di sopracciglia, gli è anche costato delle relazioni. Michael è minuto, bellissimo e si dedica a lavorare con persone che hanno bisogno di lui. Ma quello che desidera davvero è una storia d’amore tutta sua. Passa la maggior parte del tempo libero a leggere libri di fantascienza, soprattutto quelli scritti dal suo autore preferito, per cui ha una cotta da sempre, il misterioso e solitario J.C. Guise.
La vita di James Gallway sta lentamente, ma inesorabilmente, colando a picco. Ha scritto un romanzo di fantascienza di grande successo alla tenera età di diciotto anni, costretto a letto dalle complicazioni della poliomielite, ma, ormai ventottenne, non ha più ispirazione né voglia di vivere. Le vendite dei suoi libri sotto lo pseudonimo di J.C. Guise sono in calo da anni. Costretto su una sedia a rotelle, James si è isolato, convinto che nessuno possa amarlo. Quando viene obbligato a partecipare a un firmacopie e incontra Michael Lamont, non riesce a credere che un ragazzo del genere possa essere interessato a uno come lui. Michael e James sono fatti l’uno per l’altro, ma devono lasciare da parte la testardaggine per capire che la vita trova sempre la sua strada e che l’amore non ha limiti.

Avete appena letto la trama de “Il legame di Michael”, terzo libro della serie Sex in Seattle di Eli Easton (traduzione di Francesca Bernini per Triskell Edizioni. Prezzo: 5,99 Euro) e anche in questo caso ritroviamo, come spesso è consuetudine dell'autrice, una storia in cui la profondità dei personaggi e dei loro sentimenti è messa in primo piano, lasciandoci a fine lettura con un senso di benessere. 
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Michael è un tipo particolare di infermiere, preparato e professionale, ma il suo scopo non è solo quello di guarire fisicamente i pazienti che gli vengono affidati. Lui, giovane e affascinante ragazzo gay, in un secondo lavoro aiuta come surrogato sessuale coloro che devono ritrovare se stessi. È un lavoro che può rivelarsi gratificante il suo, dove, con empatia e generosità, riporta fiducia e sicurezza in persone che per motivi fisici o mentali si sentono bloccati nella sfera sessuale. Michael è anche un grande appassionato di libri di fantascienza, e il suo idolo in fatto di autori di questo genere è J.C. Guise, che è ignaro di essere colui che ha portato Michael a intraprendere la propria professione. E quale occasione migliore di un evento con firmacopie per conoscere il proprio idolo?
James, questo il vero nome di J.C. Guise, non è l'eroe splendente immaginato da Michael. Infatti, dopo quel primo libro che ha ottenuto un grande successo, ora sembra bloccato e apatico non riuscendo più a trovare l'ispirazione vincente. È un giovane uomo affascinante che a causa di una malattia avuta da bambino è costretto su una sedia a rotelle, questo insieme alla costante e motivata paura di essere abbandonato lo hanno reso una persona chiusa e poco incline a fidarsi delle persone. È questo il James che si dirige riluttante all'incontro con i suoi lettori per un firmacopie, non sa ancora che tra i suoi fans c'è un ragazzo dolce e generoso che farà di tutto per conoscerlo e abbattere quelle difese che lo rendono ombroso e scostante.
Riuscirà Michael a fare breccia nel cuore di James? Cosa accadrà quando James scoprirà qual'è il vero lavoro di Michael? Crederà ancora nei suoi sentimenti, oppure penserà che l'altro sia mosso soltanto da compassione per il suo stato?
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Terminando la lettura di questo romanzo ho avuto ancora una volta la conferma: Eli Easton per me è come una calda e rassicurante coperta di Linus. Non importa l'argomento della storia, se affronta temi leggeri o più crudi, se si ride o si piange durante la lettura o se si inoltra in un'ambientazione natalizia, nel paranormale o nel genere storico. Lei sa farti stare bene. Ha questo magico potere di portarti in un luogo dove i problemi che ti affliggono non esistono più. Anche questa volta, pur partendo in sordina, ha saputo creare una storia bellissima e coinvolgente, dove i due protagonisti sono ben caratterizzati e dove vengono ben descritte non solo le loro paure, ma anche l'infinita voglia di amare ed essere amati.
Questo è il terzo libro della serie Sex in Seattle e da ciò che ho scritto è chiaro che consiglio questa lettura, ma se avete tempo (e se non lo avete trovatelo!) non perdetevi tutta la serie, sono sicura che non ne rimarrete delusi.
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