"I fenomeni" - Storia d'amore e sport nel nuovo romanzo di Velia Rizzoli Benfenati
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A cura di Lilia Stecchi
Grafica di Giovanni Trapani
A cura di Lilia Stecchi
Grafica di Giovanni Trapani
Devo confessare che dopo “Amnésie à París” avevo il forte
desiderio di poter leggere ancora qualcosa di questa autrice, qualcosa di più corposo e appagante – la mia allergia ai racconti brevi è risaputa - e sono stata pienamente esaudita. “I fenomeni” è la nuova uscita di Velia Rizzoli Benfenati (Triskell Edizioni, Collana Raibow prezzo 3,99 euro) dove con un'ipotetica macchina del tempo veniamo trasportati a una ventina di anni fa, tra primi amori, problemi adolescenziali, differenze sociali, coming out e partite di pallavolo.
desiderio di poter leggere ancora qualcosa di questa autrice, qualcosa di più corposo e appagante – la mia allergia ai racconti brevi è risaputa - e sono stata pienamente esaudita. “I fenomeni” è la nuova uscita di Velia Rizzoli Benfenati (Triskell Edizioni, Collana Raibow prezzo 3,99 euro) dove con un'ipotetica macchina del tempo veniamo trasportati a una ventina di anni fa, tra primi amori, problemi adolescenziali, differenze sociali, coming out e partite di pallavolo.
«Federico Franzoni, detto Franz, è così: ricco da far schifo, più brillante di un diamante, simpatico praticamente a tutti e, manco a dirlo, di una bellezza irritante. Io lo odio.»
Siamo a Bologna nel settembre del 1994 e questo è il primo pensiero di Gionata Draghetti quando incontra, il primo giorno di allenamento, un suo compagno di scuola appena tornato dagli Stati Uniti.
Presto però questa opinione cambia, a dispetto di tutto.
Chissà Franz cosa ne pensa di lui…
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Se a pelle devo dare un primo giudizio di questo romanzo, posso dire che mi ha profondamente intenerito, perché questo libro è stato un tuffo nostalgico nel passato dove, durante la lettura, mi sono ritrovata molte volte a esclamare “sì, mi ricordo!”, “era proprio così!”, “quei posti li conosco!”. La storia è ambientata a Bologna nel 1994 ed è un inno a quell'amore pulito e sincero che nasce tra adolescenti, magari sui banchi di scuola o sui campi sportivi, e ha la tenacia di durare per tutta la vita. Ma questo romanzo è anche un inno allo sport che aggrega, abbatte le barriere sociali, insegna il rispetto e rende leali. Chi non ricorda gli anni d'oro della Nazionale maschile di pallavolo, con i titoli vinti a mani basse sotto la guida del grande Velasco? Campioni come Bernardi, Zorzi, Lucchetta, Toffoli, Giani e tutti gli altri con le loro gesta sono entrati per sempre nel cuore degli appassionati di questo sport, e non solo.
All'inizio facciamo la conoscenza di Gionata “Drago” Draghetti, la voce narrante della storia, un ragazzo di quasi diciotto anni al penultimo anno di liceo, un po' schivo che vive nelle case popolari in un quartiere abitato da gente che lavora tutto il giorno per avere un'esistenza dignitosa. Sin dall'inizio della storia sembra più amato e seguito dal patrigno, perché la madre a causa del disturbo dell'agorafobia vive quasi in totale isolamento. Gionata si ritiene uno sfigato e con quei capelli rossi che non hanno un perché non si sente una gran bellezza. Spesso viene preso di mira da alcuni compagni di scuola, che con disprezzo lo chiamano John come Elton John, soprattutto da quando due anni prima è stato costretto a rivelare la propria omosessualità. L'unica boccata d'aria fresca, la sola cosa che lo fa sentire libero e importante è la pallavolo, oltretutto la sua squadra è ritenuta abbastanza forte sia in città che nella regione. Ma tutto sta per cambiare. Con la fusione della squadra di Gionata con un altro team entra in gioco Federico Franzoni, detto “Franz”.
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Franz è un bel ragazzo, di famiglia ricca e con una bella casa, dopo un anno passato negli Stati Uniti è tornato al suo vecchio liceo per frequentare l'ultimo anno diventando rappresentante d'istituto. È alla mano, popolare, attira facilmente le simpatie di tutti e tutte le ragazze gli muoiono dietro. Tutti i pregi sembra averli lui e Gionata ci mette poco a considerare Franz la sua nemesi, proprio non riesce a sopportare la disponibilità che riserva agli altri, senza contare che è anche un bravo giocatore di pallavolo. Ma sorprendentemente le cose cambieranno ancora una volta e sarà propro lo sport che li accomuna a farli pian piano avvicinare. Quando un maldestro compagno di squadra frana addosso a Gionata sarà proprio Franz ad aiutarlo. Da lì ha inizio la loro amicizia, dove entrambi i ragazzi capiscono che con l'altro possono essere se stessi, Franz sa come adattarsi al carattere spigoloso di Gionata, ma soprattutto si rende conto che con Drago non c'è bisogno di essere sempre gentile e sorridente. È l'incontro di due differenti solitudini che scoprono di avere tante cose in comune, pur venendo da due estrazioni sociali diverse, e questo li porterà ad approfondire sempre più il rapporto fino a giungere a qualcosa di inaspettato, ma puro e totalizzante.
L'autrice con le sue parole, le descrizioni e i dialoghi ci fa realmente sentire parte della storia, rendendoci spettatori delle vicende che da parole si trasformano in immagini sotto i nostri occhi. Ci fa camminare per le strade di Bologna, ci fa ricordare il periodo dell'adolescenza e della scuola, con assemblee e occupazioni, con i belli adorati da tutti e i bulli sempre a prendere di mira i più deboli. È una lettura piacevole, a tratti gioiosa ed entusiasmante, ma anche con momenti seri e di riflessione. Vi consiglio fortemente questa lettura, non dovete proprio perdervela.
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