Consigli d'autore: Cristina Lattaro - Agricolae – Contadini
In attesa del nuovo
week end monotematico di settimana prossima dedicato a lui e al suo nuovo libro
Concatenazioni, Francesco Mastinu oggi, per la rubrica Consigli d’autore, parla
del libro Agrivolae – Contadini di Cristina Lattaro.
Prima di lasciarvi, vi
ricordo che domani su Il mondo espanso dei romanzi gay tornerà la rubrica Case editrici che questo mese ospiterà Paola Caramella, fondatrice della Paola
Caramella Editore.
Titolo: Agricolae
– Contadini
Autore: Cristina Lattaro
Editore: Runa Editrice
Prezzo cartaceo: 12.00 Euro
Prezzo ebook: 1,99 Euro
Lo trovi qui: ibs.it
Sinossi dell’opera
Agosto 1957: Alessio e Graziano scappano dal
loro paese, Castel Frasca, per sfuggire alla vendetta di un gruppo di
concittadini che vogliono fargli la pelle per un motivo specifico: Alessio ha
ammazzato Gino e, peggio che mai, Alessio è omosessuale. I due, pur essendo
amanti, si ritrovano in continuo flashback, ad affrontare i loro drammi
personali. Graziano pensa al desiderio che vive per Anna, la figlia del
sindaco, l’uomo a capo della spedizione punitiva; Alessio ripercorre il
percorso che lo ha portato a uccidere Gianni, il giovane della banda che gli ha
fatto comprendere la natura dei suoi desideri intimi. Il loro unico intento
sarà sopravvivere, ma l’inseguimento degli aguzzini prosegue senza sosta.
Ne parlo perché…
Contenuti: Facilitato di sicuro da un
ambientazione storicamente lontana a livello sociale dal nostro moderno e
drammaticamente vicina nella linea temporale, la trama si presta a un’ampia
gamma di riflessioni che, seppur non più esternate a livello pubblico,
rimangono attuali. La prima tematica che emerge con forza è il controllo
sociale, tipico delle realtà rurali, che vigeva ancora negli anni cinquanta e
che comunque risulta essere una presenza delle piccole comunità ancora oggi: il
tessuto informale della rete di vicinato e di paese tesse la sua trama nella
vita delle persone, in senso positivo, costituendo un valido aiuto nel momento
di difficoltà ma anche in senso negativo, laddove la comunità medesima diventa
controllo sulla vita degli altri, discernendo il giusto dallo sbagliato
intervenendo in modo tale da obbligare i suoi membri a conformarsi ai principi
e ai substrati culturali sui quali essa stessa
si riconosce. Un controllo che a volte va al di là della legge e delle
funzioni prettamente spettanti alle istituzioni, e che spesso travalica i
confini in termini di esclusione, espulsione se non di epurazione. Da questo
presupposto, che Agricolae, senza bisogno di spiegarci la teoria del fenomeno
sociale, ce lo sbatte direttamente in faccia, è davvero breve il passo per
riflettere sul senso di Giustizia, che essa sia normativamente riconosciuta che
vissuta in termini sociali. Il testo indaga proprio sul rapporto tra l’uomo e
la giustizia, sulla percezione del giusto e dello sbagliato senza che venga
sciolto il nodo di cosa fosse giusto. Amare e seguire le proprie pulsioni, con
gli occhi di oggi, non è un errore. Eppure all’epoca nessuno si sarebbe sognato
nemmeno di pensarlo. Ecco proseguendo nella catena delle associazioni, per me
questo libro tratta quindi della relatività dei principi e dell’evoluzione del
comportamento umano e sociale, e di come la variazione stessa del tessuto
organizzativo della comunità in un lento processo influisca a cambiare la
percezione di giustizia, eguaglianza ed equità. Un lieve guizzo viene smosso
anche sul lato dell’emancipazione femminile, sul sentimento di provare
attrazione quando non si dovrebbe farlo, perché così ci si deve comportare,
consentendo all’uomo di sentirsi autorizzato al controllo della donna.
Mettendo il focus sulla componente LGBT del
romanzo, emergono con forza due aspetti fondamentali, trattati con ampio
approfondimento: da un lato l’espressione della più pura omofobia di cui sono
oggetto i due giovani. Alessio perché si pensa che sia omosessuale, Graziano
solo perché lo aiuta in quel frangente. Entrambi vengono etichettati dal gruppo
degli aguzzini come diversi, come malati, e vanno eliminati, allo stesso modo
con cui lo stesso gruppo aveva fatto con Pinuccio, altro omosessuale
“conclamato” del paese. Il sentimento di odio “perché così deve essere” si
esprime al meglio, senza motivi validi, perché nessuno può o deve metterli in
discussione, se non vuole correre il rischio di essere a sua volta emarginato e
additato. Il potere dell’etichetta è preminente, genera odio e reazioni forti,
giustificando spesso un’omosessualità repressa, come per Gianni, così come
un’ignoranza vasta, nel caso di Gino. L’altro aspetto LGBT, oltre
all’innamorarsi di un etero (che comunque ci sta) è proprio la dimensione
puramente bisessuale di uno dei protagonisti, che gode dell’amore puro che
l’amante gli regala ma che comunque, in un gioco di equilibrio cesellato con
precisione, continua a pensare alla donna che gli ha rubato il cuore, desiderandola.
Ed è proprio la natura del desiderio di Graziano che viene affrontato in
termine crudo e senza fronzoli il suo essere bisessuale, basandosi sull’unica
legge plausibile: quella della contingenza, che va al di là di uno schema o di
una scelta, che porta il protagonista a desiderare Alessio, amarlo, e ad amare
Anna per il suo essere donna con cui costruire il legame futuro. Una dicotomia
ben esternata, tanto da apparire spietata nella sua crudezza.
Ambientazione e Personaggi: L’ambiente
silvestre fa da padrone nello svolgimento della storia. La flora, le montagne e
i loro massi, gli anfratti: tutto assume un connotato durevole. La
caratteristica paesaggistica è in un certo senso protagonista della trama, che
quasi, attraverso il sentito di Graziano, diventa attrice, riferisce mosse,
agevola, ostacola e spia i gesti di inseguiti e inseguitori. La caratura
dell’atmosfera inoltre contribuisce a dare la dimensione di volume nelle
vicende e, soprattutto nelle emozioni, prioritariamente di fuga e di
sopravvivenza. I personaggi sono tratteggiati, possiedono un preciso quid
emozionale prevalente: Alessio ha paura e sa di dover sopravvivere, Graziano è
onesto, Gino è invidioso, il sindaco comanda e il macellaio diventa la
coscienza del gruppo sociale, mentre Gianni incarna la follia e Anna (unica
donna che emerge in modo netto) diventa la rivalsa e la lotta tra il dovere e
la felicità. Il loro muoversi nella scacchiera della trama rende queste persone
quasi l’allegoria dei sentimenti, positivi e negativi, come se a monte ci fosse
stato un vaso di Pandora scoperchiato da una mano anonima e l’autrice avesse
intenzionalmente giocato con alcune delle emozioni umane presenti creando la
storia perfetta nelle quali potevano esprimersi.
Stile e forma: Nel romanzo c’è una buona
gestione della trama, su più piani temporali e su punti di vista tra loro
intrecciati, che consentono al lettore di vivere il prima e il durante con
praticità, senza perdersi, a parte in qualche frangente dove il salto tra un
evento e l’altro del presente appare troppo netto, generando curiosità sugli
avvenimenti che non vengono descritti. La regolarità degli inserti agevolano di
sicuro questo processo di conoscenza. Lo stile è abbastanza curato, profondo e
complesso, ma senza inficiare il gusto per la lettura. La terza persona
focalizzata all’interno della voce narrante, quale che sia il personaggio che
agisce sulla base della scena, consente di entrare nella dimensione
introspettiva e di comprendere il peso dell’azione, il sentimento emozionale
nel compierlo e la causa della reazione, con un processo circolare sempre
d’effetto.
Conclusioni: Agricolae è un piccolo gioiello
narrativo, con una grande potenza di storia, a metà tra il cinematografico e
l’indagine sociale, incarna il viaggio sullo scibile umano, tra cui il
sentimento di sopravvivenza e la rivalsa della vendetta che, in certo modo,
mantiene il lettore col fiato sospeso sino ai gesti finali che ribaltano,
riabilitano Alessio e Graziano grazie al sacrificio di un dissidente dei loro
aguzzini. Agricolae è quasi una storia vera, che pulsa, vive una propria vita,
che ci si può cucire addosso, nel bene o nel male. Una lettura per persone che
non hanno bisogno di compromessi, che può insegnare quanto sia dannoso il
pregiudizio ancora oggi.
Francesco Mastinu
Alcune
note sull’autrice
Nata a Rieti, Cristina Lattaro ha pubblicato
diversi titoli di narrativa dal 2011 a oggi, fra questi La saggezza dei
posteri, Lusores, Milites.
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