Week end monotematico: Sara Kay - L'intervista
Si conclude questo primo week end monotematico e, come di consuetudine, oggi potrete leggere l'intervista che Sara Kay mi ha rilasciato.
Dandovi appuntamento a sabato prossimo, vi anticipo che ci sarà un nuovo fine settimana monotematico questa volta dedicato allo scrittore Simone Martino
Le interviste
Sara Kay
Esclusiva
Esclusiva
Sara, il tuo Genitori G.A.Y. – Good As You nasce principalmente per colmare i tuoi dubbi e la tua
curiosità sul tema dell’omogenitorialità visto che, assieme alla tua compagna,
ti piacerebbe avere dei figli. Che cosa ti ha spinto poi a raccogliere tutte
queste informazioni in un libro?
Ho iniziato aprendo un blog
sull’omogenitorialità nel 2012, proprio perché avevo iniziato a leggere molto
sull’argomento e volevo condividere ciò che stavo imparando.
Sono entrata in contatto con una realtà nuova e ho avuto modo di
conoscere queste famiglie che sono tantissime: ho visto tanto amore e
incredibile voglia di lottare per questo amore: tutto questo mi emozionava e mi
dava la forza per continuare una piccola e modesta battaglia dietro al mio pc.
Quando poi Tempesta editore mi ha contattato per propormi di scrivere un libro,
oltre a essere ovviamente lusingata, ho sentito una grande responsabilità,
perché l’argomento è delicato, ma davvero penso sia importante riflettere su
queste tematiche perché non esistono e non devono esistere cittadini di serie B.
Il tuo testo è suddiviso in tre parti e in ognuna affronti il tema da
diversi punti di vita; la prima raccogliere i pareri di illustri esperti di
psicologia, la seconda le testimonianze dirette di genitori omosessuali e dei
loro figli e la terza, infine, presenta i pareri di avvocati esperti in
materia. Immagino tu abbia dovuto fare un lungo lavoro di ricerca, ci spieghi
come si strutturava la tua giornata nella preparazione del testo?
Spesso accadeva di trovare un
testo interessante, dopo averlo letto contattavo l’autore per sapere se era
disponibile a rilasciare un’intervista per il mio blog. A quel punto facevo
l’intervista, dopo averla sbobinata e riscritta la postavo sul mio blog.
Stesso procedimento per quanto riguarda le interviste con i genitori.
Il tutto buttando sempre un occhio alla cronaca, per vedere se
qualcosa si stava muovendo e in che direzione.
Un altro aspetto che mi ha colpito del tuo lavoro è stata la presenza
dei figli di queste coppie omogenitoriali che sono intervenuti per tutelare la
loro famiglia e dimostrare che i legami che si instaurano in essa sono gli
stessi che avvengono in una famiglia tradizionale. Perché c’è così tanta
difficoltà a comprendere che i figli degli omosessuali non corrono alcun
rischio nel crescere con loro?
Penso che sia perché tutto
ciò che è “diverso”, “non convenzionale”
o più banalmente “nuovo” spaventa, fa paura, perché non lo si conosce e la
società che ci circonda può essere crudele nei confronti di chi non aderisce
perfettamente agli stereotipi.
Siamo ancora vittime, e parlo al plurale perché anche tanti
omosessuali la vedono così, di schemi mentali antichi, fatichiamo a evolverci.
Fa più comodo stare nella zona di confort dove tutto si conosce e tutto fa come
deve andare perché la natura (orrore!) l’ha stabilito. Ritengo anche che finché
non ci saranno tutele per gli omosessuali la discriminazione sarà all'ordine del giorno, gli omofobi si sentiranno in qualche modo “tutelati”. Non si può
costringere una persona a cambiare idea, ma è davvero assurdo che lo Stato non
si preoccupi di tutelare queste realtà.
Te lo dico sinceramente, a me il tuo libro è piaciuto nella sua
totalità perché vicino al mio modo di intendere questo tipo di letteratura. Amo
i testi che insegnano qualcosa ai suoi lettori e che suscitano delle
riflessioni atte a modificare certe convinzioni. Da autrice del testo, che cosa
ha insegnato a te il libro e che riflessioni ha stimolato in te?
Ti ringrazio per il
complimento, sono felice che il mio libro ti sia arrivato e stia arrivando
anche a tante persone che mi scrivono sui social ogni giorno.
Che cosa ho imparato? Che da genitore come la fai sbagli (sorride ndb),
che esistono non tanto mamma e papà, quanto la funzione materna e quella
paterna, che è importantissima la qualità del rapporto genitori-figli, che
bisogna ascoltare se stessi e poi gli altri e che l’amore, sarò romantica, ma
può davvero tutto. È una potenza immensa e nessuno lo può fermare, nessuno.
Sarò presuntuosa, ma sono certa che anche il più omofobo leggendo le testimonianze
dei genitori, un sorriso di tenerezza lo farebbe…
Perché non sono tanto le percentuali, i dati, i numeri a colpire, ma
la testimonianza dell’amore a lasciare disarmati.
Hai pubblicato il tuo testo tramite Tempesta editore (di cui settimana scorsa abbiamo intervistato la sua fondatrice, Chiara Cazzato), una casa editrice che da sempre, con i suoi
testi, si occupa di dar voce ai diritti individuali di tutti. Come è nato il
vostro rapporto e come s’è concretizzato?
Come già accennato prima, è
stata Chiara a scovarmi sui social. L’avevo aggiunta su FB (o lei me, non
ricordo) perché stavamo discutendo con dei beceri bigotti in un gruppo sulla
questione omogenitorialità e in seguito ci siamo confrontate in privato e ho scoperto
che questo argomento le stava molto a cuore.
Dopo un po’ di mesi, mi ha fatto questa grande proposta e non smetterò
mai di ringraziare lei e Riccardo (marito di Chiara Cazzato, ndb) per questa
grande opportunità. Sono fiera di appartenere alla famiglia di Tempesta
editore.
Da quando Genitori G.A.Y. – Good
As You è in commercio, quale è stato il commento che ti ha dato la conferma
che il lavoro svolto è stato utile non solo per te?
Le conferme le ho ogni giorno
grazie ai ragazzi che mi scrivono e alle presentazioni. All’ultima si sono
presentati due uomini che stanno insieme da vent’anni. Si stanno informando per
diventare papà all’estero e mi hanno ringraziato per il libro che ho scritto,
mi anno detto di continuare, mi hanno abbracciato e mi hanno scaldato il cuore.
Alla prima, invece, un papà gay ha comprato il mio libro e mi ha chiesto: “puoi
fare una dedica per mio padre? Sai, ancora deve elaborare e penso che il tuo
libro possa aiutarlo.” Oppure quando a fine presentazione molte persone si
avvicinano per prendere il libro e scambiare due parole one to one; mi raccontano perché l’argomento sta loro molto a
cuore, mi ringraziano del dibattito, vogliono parlarne ancora.
Ho scritto questo libro anche per smuovere le coscienze e ad alcune
persone a me vicine, amici e colleghi l’ho regalato, e alcuni di loro mi hanno
detto: “non ero a favore della genitorialità gay, ma dopo aver letto il tuo
libro ci sto riflettendo, forse in fondo non c’è nulla di male.”, e ho capito
che a volte pensiamo di voler far cambiare la mentalità al resto del mondo
“tralasciando” chi abbiamo accanto. La piccola battaglia che si fa ogni giorno
nel quotidiano è molto importante, fondamentale per far riflettere.
Sai, può non sembrare, ma il mio percorso è stato lungo e doloroso, ma
è anche grazie a questo e sono la persona che sono oggi e posso dire di essere fiera
di me e di come ho fronteggiato il dolore ed essere riuscita a incanalare
l’energia in maniera positiva, scrivendo, a esempio questo libro. Il mio sogno
è portarlo nelle scuole; w parlando dieci minuti con un gruppo di adolescenti
potessi far riflettere uno o potessi portare speranza nel cuore di un altro che
sia sta scoprendo omosessuale… questo per me sarebbe il regalo più grande.
Per concludere, questa è una domanda del tutto personale, dopo tutta
questa ricerca, tu e la tua compagna avete deciso di portare avanti il vostro
progetto di diventare genitori oppure avete deciso di aspettare ancora qualche
altro anno?
No, io e Raffaella siamo
giovani e abbiamo tempo per mettere su famiglia (sorride ndr). Ho scritto
questo libro perché volevo darle le informazioni per valutare, e credo che
qualche piccola paura l’abbia elaborata.
Paura è paralizzante, se questa domina non puoi fare le scelte giuste, o
almeno quelle giuste per te. Ha, però, ancora bisogno di tempo per elaborare
altre questioni sull’argomento e io che l’amo moltissimo, aspetto. L’amore, la
potenza infinita di cui ti parlavo prima, è anche questo (sorride ndb).
Ho una certezza: “di pancia” vorrebbe una famiglia numerosa, ma ha
ancora un conflitto dentro di sé. Io le sto vicina e voglia aiutarla a
risolverlo. Non a casa, il libro è dedicato a lei.
Intervista: Francesco Sansone
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