David Leavitt - Il matematico indiano
Titolo: Il matematico indiano
Autore: David Leavitt
Traduttrice: Delfina Vezzoli
Casa Editrice: Mondadori
Prezzo: 11,00 Euro
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Sinossi dell’opera
Cambridge,
1923. G.H. Hardy è considerato, nonostante i suoi trentacinque anni, uno dei
più brillanti matematici del suo tempo. Un giorno, però, riceve una lettera da
un anonimo impiegato indiano, il quale dichiara di aver risolto un importante e
complesso problema matematico che lo stesso Hardy cita in un suo scritto, senza
saperne offrire una soluzione. Inizialmente perplesso, Hardy decide però di
sfruttare l'occasione del viaggio in India di alcuni amici per conoscere
Srinivasa Ramanujan, il misterioso impiegato, e scoprire se si tratta di un
vero genio matematico o di un impostore. Troverà, al suo arrivo, un giovane
che, pur avendo fallito in ogni tipo di studio, ha un talento assoluto per il
calcolo. Tra Hardy e Ramanujan comincerà così un rapporto quasi simbiotico, di
collaborazione nella ricerca ma anche di amore, incredibilmente fruttuoso ma
destinato a risolversi in modo drammatico, con la presa di coscienza da parte
del giovane indiano della propria identità e il conseguente esaurimento del
rapporto di reciproco bisogno tra i due studiosi.
Ne parlo
perché…
Chi ha
amato La lingua perduta delle gru non può non tornare a leggere qualcosa
scritto da Deavid Leavitt al fine di rivivere nuove emozioni. Il matematico
indiano non delude le aspettative. Seppur a tratti la lettura possa
sembrare lenta in realtà è dettagliata e si preoccupa di spiegare al lettore tutto ciò che è utile per seguire la storia di Hardy e di
Ramanuja.
L'iniziale rapporto maestro – allievo, ben presto si trasforma in
affiatamento, in collaborazione, in amore.
Personaggi
complessi, come lo sono sempre quelli di Leavitt, che mostrano tutto il di più
che c’è al di là delle apparenze, dei ruoli, delle etichette. Personaggi complicati, quasi nevrotici nel
loro tentativo di controllare ciò che li riguarda, ma che nascondono una
grande solitudine e una enorme necessità di essere capiti e amati.
Dunque,
ne parlo perché, gli amanti dello scrittore non potranno non apprezzare, ancora
una volta, lo stile, la creatività e la capacità di emozionare a cui li ha abituati, tuttavia, allo stesso tempo, non potranno restare indifferenti al fatto che, rispetto ad altre sue opere, questa è meno incisiva.
Francesco Sansone
Alcune
note sull’autore
David Leavitt è nato a Pittsburgh nel 1961. Dopo
la laurea si è trasferito a New York, dove ha vissuto con lo scrittore Gary
Glickman, con il quale vive tuttora. Adesso vive col compagno a East Hampton.
Si è affermato nel 1984 con i nove racconti di Ballo di famiglia (Family Dancing). È autore fra gli altri
di Uguali amori, Il voltapagine, La lingua perduta delle gru,
Mentre l'Inghilterra dorme. È docente di lettere inglesi alla University of Florida, dove insegna nel
programma di scrittura creativa.
Leavitt ha affrontato ripetutamente la tematica
omosessuale nei suoi romanzi. In proposito ha dichiarato: "Ho scritto
quello che avrei voluto leggere quando ero adolescente, ma che nessun libro
raccontava".
Questo mi manca, l'ho aggiunto alla mia lista dei libri da comprare.
RispondiEliminaDalla tua recensione mi ricorda "L'uomo che sapeva troppo. Alan Turing e l'invenzione del computer", sempre di Leavitt, che invece ho letto e che mi è piaciuto molto.
Ovviamento ho letto i romanzi e i racconti più famosi di Leavitt.
Il mio preferito di Leavitt resta "Mentre l'Inghilterra dorme", un romanzo potentissimo.
Marco
Ciao Marco, come ho detto sono certo che ti piacerà, ma, dato che hai letto altri suoi lavori, non potrai non notare una minore incisività. Comunque merita di essere letto.
EliminaIl mio preferito, invece, è "La lingua perduta delle gru"