Le interviste - Samuele D. Esclusiva
Vi
ricordo che sono aperte le selezioni per formare le 5 nominations di
categoria per assegnare l' Italian Gay Blogger Award 2013. Potete votare su Il mio mondo espanso e Jimi Paradise oppure inviando un'email, con oggetto "IGBA 2013", ai seguenti indirizzi di posta elettronica raccontidivitagay@hotmail.it 1federation@gmail.com
Samuele D.
Esclusiva
Si conclude questo lungo week end monotematico dedicato alla scrittura erotica di Samuele D. Dopo avervi presentato i suoi due romanzi, Ho sete di te e Nero Chic, oggi avrete modo di capire meglio cosa si cela dietro le sue opere e soprattutto potrete conoscere meglio questo nuovo scrittore.
Nella foto: Parte della copertina di Nero Chic |
Samuele
sei autore di due romanzi brevi omoerotici. Cosa ti ha spinto ad affrontare
questo genere letterario?
Indubbiamente
il successo che la letteratura erotica sta avendo negli ultimi tempi. Da parte
mia, non essendo un romantico, ho accantonato subito l'idea di cimentarmi nel
romance e ho voluto provare piuttosto con la narrativa gaia "forte".
Il rischio di (s)cadere nel pornografico è alto, ma ho fatto del mio meglio per
scongiurarlo creando un contesto narrativo di contorno e cucendo addosso ai
protagonisti un "vissuto", una storyline, che li rendesse credibili e
più autentici.
Come
molti tuoi colleghi che si dedicano a questa tipologia di scrittura, anche tu
hai scelto uno pseudonimo. Perché è così difficile firmare i propri lavori con
il proprio nome? Quali “rischi” può incontrare uno scrittore omoerotico?
La
risposta è quasi scontata: l'omofobia, il marchio a fuoco, lo scherno. Non
voglio passare per ipocrita, sono il primo ad ammettere che mi nascondo dietro
un alias per tutelare me stesso e per proteggere la mia famiglia. Non è
vigliaccheria, è una scelta ponderata per risparmiare dispiaceri e sofferenze a
chi mi sta vicino.
Il
tuo primo romanzo dal titolo Ho sete di te racconta la storia di Samuele, un
ragazzo che ha una forte dipendenza dal sesso orale. Ora, dato che il nome del
protagonista è uguale al tuo, non posso non farti la seguente domanda: Si
tratta di un’opera biografica?
No,
è una semplice omonimia, anzi, diciamo che mi sono talmente affezionato al
protagonista che ho poi voluto "scroccargli" il nome per usarlo come
pseudonimo. Di autobiografico c'è solo un 10% in "Ho sete di te", il
resto è pura fantasia, pur sempre ancorata alla realtà e alla quotidianità per
rendere la storia attuale.
Nero
Chic, il tuo secondo lavoro, segue le avventure di Diop, un ragazzo senegalese
che, dopo il suo arrivo in Italia, sceglie di diventare un escort. Come nasce
il romanzo?
Lessi
la notizia di un ragazzo inglese che al check - in all'aeroporto veniva puntualmente fermato per
un pacco sospetto in mezzo alle gambe. In realtà non aveva un corpo estraneo
nascosto là sotto, ma una superdotazione che suo malgrado lo ha fatto diventare
famoso. Mi è venuta l'idea di traslare questo aneddoto su un ragazzone di colore
superdotato,ma ho voluto deviare dal cliché troppo banale dell'industria del
porno. A quel punto è nata la storyline del gigolò per soli uomini, con tutte
le vicissitudini che questo lavoro comporterà per Diop.
Facendo
un paragone fra i protagonisti delle tue opere si nota una diversità nel vivere
l’amore; mentre Samuele appaga il proprio piacere facendo solo del sesso orale,
Diop ha bisogno del contatto, delle coccole, dell’amore. Quanto ti ci è voluto
per costruire i due personaggi?
Costruire
la psicologia dei protagonisti è sempre un percorso irto di ostacoli. Il
rischio di ripetersi, di farne una brutta copia uno dell'altro, è sempre in
agguato. Per questo ho voluto che Samuele e Diop fossero completamente diversi:
Samuele non prova niente, la sua filosofia è "un mezzo per un fine",
punto. Diop invece è combattuto: dentro di sé sa che quello che fa è moralmente
sbagliato, ma il suo è un moto legittimo dell'anima per compensare il vuoto, la
mancanza di affetti e la perdita dell'amore adolescenziale. La ricerca
dell'approvazione e il solletico all'ego e all'autostima lo porteranno a
vendere il proprio corpo, ma alla fine lo renderanno una persona arida.
Che ruolo ha avuto la
lettura nella tua vita e quale è il libro a cui sei legato e perché?
Leggere è fondamentale per
chi vuol pensare anche solo lontanamente di fare lo scrittore. La lettura per
me è stata sempre un compagno quotidiano, i libri hanno avuto la capacità di
trasportarmi in un mondo parallelo in cui poter estraniarmi e
"naufragare". Il gabbiano Johnathan Livingston è il primo libro che
lessi quando ero poco più che un bambino. Ė un inno alla forza di volontà e
alla perseveranza, e ne serberò sempre un ricordo speciale perché mi fu
regalato da un amico che non c'è più.
Durante il periodo in cui
prendevi coscienza della tua omosessualità, c'è stato un libro a tematica che
ti ha aiutato? Se sì quale e perché?
Non ci crederai ma non ricordo né il titolo né l'autore. So solo che era un'edizione Mille Lire della Newton Compton, probabilmente un pamphlet erotico di qualche autore francese sconosciuto. Ricordo solo che sfogliandolo, incappai in una scena che si stava svolgendo in un fienile tra lo stalliere e il figlio del padrone. E ricordo bene il sorriso che mi aveva fatto brillare gli occhi e sollevato il diaframma di una spanna.
Non ci crederai ma non ricordo né il titolo né l'autore. So solo che era un'edizione Mille Lire della Newton Compton, probabilmente un pamphlet erotico di qualche autore francese sconosciuto. Ricordo solo che sfogliandolo, incappai in una scena che si stava svolgendo in un fienile tra lo stalliere e il figlio del padrone. E ricordo bene il sorriso che mi aveva fatto brillare gli occhi e sollevato il diaframma di una spanna.
Quel
libriccino mi ha fatto capire che dovevo accettare e abbracciare il cambiamento
che stava avvenendo in me in quel periodo, che non dovevo averne paura perché
se mi faceva sentire bene, non poteva essere sbagliato, e tanto meno contro
natura.
Che
consiglio daresti a chi volesse intraprendere il tuo cammino di scrittore?
Leggere
tanto è una condizione imprescindibile. Provate la strada
dell'autopubblicazione ma non rischiate al buio, fate prima leggere il testo ad
amici, conoscenti, che non siano compiacenti. Darsi in pasto ai lettori veri senza
aver curato la forma del testo ancor prima della sostanza, è un errore che può
costare caro. Fatevi "attaccare" sui contenuti, sulla tecnica, ma non
offrite il fianco ad attacchi sulla conoscenza basilare di lingua, grammatica e
sintassi.
Intervista: Francesco Sansone
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