Le Interviste: Roberto Pellico Esclusiva

Ieri vi ho parlato del suo libro A pochi passi da te, oggi invece voglio farvi conoscere un po' di più il suo autore, il ventottenne Roberto Pellico. Un'intervista in cui il giovane scrittore parla di se' e del suo lavoro, ma anche dei romanzi a tematica gay che ha letto durante il periodo in cui prendeva coscienza della propria omosessualità. Insomma un'intervista da non perdere.

Io vi auguro una buona domenica e vi do appuntamento al prossimo fine settimana su Il mondo espanso dei romanzi gay.

Le Interviste
Roberto Pellico
Esclusiva

Nella foto: Roberto Pellico


Roberto dato che sei al tuo debutto, ti andrebbe di parlarci un po’ di te e dirci chi sei?
Dire chi sei è sempre una cosa difficile, posso dirti cosa faccio, ho 28 anni, lavoro come impiegato per un’azienda di elettronica, appassionato di tecnologia ma soprattutto della parola in tutte le sue forme. Suono il pianoforte e ho una vita serena. Nel concreto però non so dirti esattamente chi sono. Facciamo così, quando lo scopro te lo dico. 


Il tuo libro di debutto si intitola A pochi passi da te che è una raccolta di storie vere. Come ti è venuta l’idea di creare un libro di questo tipo?
L’idea è nata strada facendo, mentre osservavo e ascoltavo le persone che mi circondavano, continuavo a provare il desiderio di sapere di più. Trasformare quelle vite in qualcosa che potesse servire a me, e non solo spero, a capire situazioni che a vederle da vicino, attraverso gli occhi di chi le vive, assumono un altro significato.

Chi oltre a te ha creduto fortemente nel tuo lavoro, spingendoti a portalo al termine?
Dovrei aprire una parentesi lunga su questa domanda. Cito qualche nome sparso e spero che nessuno si offenda. Parto da un punto di riferimento che per me è stato fondamentale. Loredana Frescura, scrittrice sensibile e donna straordinaria. Roberta Lepri, fan irriducibile di papà Davide e papà Lorenzo.  Rosalia Messina, compagna di viaggio e di scrittura lucida e raffinata. Gli amici, indispensabili e pazienti, che hanno sopportato i mille dubbi sulla narrazione. Camilla, quella che scherzosamente chiamo “la mia manager”, assieme ai sostenitori più sfegatati di questo libro, Angelo e Anna, che hanno creduto nella concretizzazione di questo lavoro più di quando ci credessi io. E infine Nicola, la mia metà di tutto.

Come dicevo poco prima A pochi passi da te è una raccolta di storie vere. Come sono arrivate a te o come tu sei arrivato a loro?
Alcune di queste storie erano già lì, vicino a me. Mi è bastato chiedere alcuni incontri, prendere appunti, aspettare di elaborare la storia emotivamente liberandola dalle mie emozioni. Altre sono tornate dal passato in modo del tutto casuale. Come, ad esempio, una vecchia conoscenza ritrovata su un famoso social network. I tempi sono stati lunghi, non avevo l’angoscia di concludere un lavoro e nemmeno immaginavo, all’inizio, che queste storie sarebbero poi finite nelle vite di altre persone. Tra una storia e l’altra sono passati anche diversi anni. Non le ho cercate, ho aspettato che fosse la vita a restituirmi qualcosa da raccontare.

Nel libro si possono leggere storie di coppie omogenitoriali, di lutti, di figli che scoprono lati dei genitori che non pensavano possibile, di prostituzione e di molto altro ancora.  Quale argomento fra questi che ti ho detto rientra fra i temi che maggiormente ti interessano?
L’omogenitorialità è un argomento che mi affascina e mi interessa. E devo confessare che anch’io, prima di scrivere questo libro, avevo qualche dubbio su come fosse possibile tutelare la serenità dei propri figli a contatto con un ambiente omofobo e poco aperto alle diversità di ogni genere. Adesso sono più sereno, so che il problema è dei pregiudizi degli adulti, che i bambini hanno una visione più genuina e meno contorta delle cose.

Che ruolo ha avuto la lettura nella tua vita e quale è il libro a cui sei legato e perché?
La letteratura è stata un rifugio, in particolar modo durante il liceo, dove i libri mi aiutavano a immaginare, conoscere, sapere che non ero solo e che c’erano altre vite, altri modi di vivere e di soffrire. Penso alla letteratura come un’esperienza sempre nuova. Apri un libro e non sai mai cosa ti aspetta. Se sarà per sempre o per qualche ora. Non c’è un libro a cui sono particolarmente legato. Ce ne sono tanti. Mentre l’Inghilterra dorme è uno di quelli, ricordo di averlo letto durante un lungo viaggio in treno. Era notte. Quando ho finito di leggerlo attorno a me si erano addormentati tutti ed io ero commosso da quella lettura devastante e da quel silenzio.

Durante il periodo in cui prendevi coscienza della tua omosessualità, c'è  stato un libro a tematica che ti aiutato? Se sì quale e perché?
Non c'è stato un libro particolare, sicuramente la mia scoperta letteraria del mondo lgbt nasce con i libri di Leavitt, da Eguali Amori a La lingua perduta delle gru. Poi nel 2002, se ricordo bene, anche se avevo già percorso gran parte del tragitto verso la mia personale accettazione, arrivò quel libro folgorante e delicato che consiglieri a tutti gli adolescenti omosessuali: Ragazzi che amano ragazzi, una lettura importante, alla scoperta definitiva, che non c'è niente di sbagliato ad amare chi desideriamo di amare.


Questa è una domanda che faccio sempre a chi come te è un emergente. Hai avuto difficoltà a fatti pubblicare?
Farsi pubblicare oggi è difficile per qualsiasi esordiente, a meno che non si abbiano conoscenze o raccomandazioni importanti. Ancora più difficile è superare lo scoglio della distribuzione e farsi leggere una volta pubblicati. Il sistema dell’editoria è un cerchio chiuso nel quale è difficile entrare. Devi girarci intorno. Ho contattato diversi editori. Ho fatto una selezione mirata di chi aveva in catalogo lavori simili al mio. Molti non hanno risposto. Molti altri hanno riposto con contratti improbabili che ho rifiutato. Poi alla fine, dopo tanta pazienza e caparbia, è arrivata la risposta della casa editrice con cui ho pubblicato, la Zerounoundici Edizioni, piccola, ma molto seria.

Cosa consiglieresti a chi come te vorrebbe vedere stampato il proprio libro?
A chi come me coltiva la passione della scrittura posso dare pochi e semplici consigli. Leggere tanto. Scrivere tanto. Riscrivere soprattutto, fare quel lavoro, spesso più noioso, che supera la fase creativa e va alla ricerca delle imperfezioni. Essere costanti e valutare bene i contratti che vengono proposti perché ci sono avvoltoi travestiti da editori che hanno l’unico scopo di incassare soldi sulle aspettative e le passioni degli aspiranti scrittori. Non arrendersi. Partecipare ai concorsi e farsi leggere da sconosciuti è un buon metodo per mettersi alla prova.


Intervista: Francesco Sansone