I'm used - il nuovo romanzo di Bruna Calliope Esposito: «Non accettare la sessualità di un figlio significa non amarlo»

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
«La difficoltà ad accettare la propria sessualità è sempre una questione molto intima, un percorso che chiunque deve attraversare per conoscere se stesso. È sempre difficile venire a patti con certe realtà, specialmente quando inconsapevolmente ci caliamo in illusioni, spesso dettate dalle abitudini o da una chiusura che circonda la giovane etàmi risponde così Bruna Calliope Esposito,giovane autrice indipendente che ha pubblicato ‘I’m used’ (self publishing  Amazon. Prezzo cartaceo 14,10 Euro – Ebook 3, 62 Euro) quando le chiedo un pensiero sulla difficoltà per un giovane di accettare la propria omosessualità, tema centrale del romanzo.
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Mentre in sottofondo i Led Zeppelin cantano a gran voce, due ragazzi con famiglie e posizioni sociali opposte, intrecciano un legame vigoroso e indistruttibile, superando l’adolescenza e preparandosi a vivere nel mondo degli adulti. 
La storia tra Judah e Zeppelin nasce da un sentimento d'amicizia così puro e intenso che sfocia in altri ben più complicati. Ha inizio con una fine. 
Zeppelin, maturo tanto da capire che la vita è capace di portare via qualcuno con tutte le sue tentazioni, specialmente il carismatico Judah, poco dopo gli esami liceali lascia trapelare i sentimenti per il suo migliore amico sotto il silenzio di una notte…
Tra flashback, separazioni e scelte drastiche, la storia è divisa in due voci narranti, raccontando aspetti affilati della vita e come, in bilico, i cuori umani affrontino gli eventi.
La storia di un massacro emotivo.La storia di un amore.” 

È questa la trama di I’m used, un romanzo delicato e controverso, in cui il rifiuto di se stessi porta i protagonisti ad annientarsi, sebbene in modalità differenti, nel vano tentativo di trovare una sorta di serenità.

«Il romanzo abbraccia le problematiche di entrambi i personaggi, perché nonostante la disposizione di Zeppelin di dichiarare finalmente i suoi sentimenti, c'è di base una grande complicazione psicologica, dettata da un grande numero di circostanze. Motivazione che complica esponenzialmente la difficoltà di accettazione di Judah.» continua la Esposito.


Fondamentale per capire i disagi e i tormenti dei due è stata la scelta dell’autrice di alternare i capitoli con i rispettivi punti di vista. Il romanzo, infatti, traccia la storia sia dal punto di vista di Judah che da quello di Zeppelin, anche se, come mi confessa ancora l’autrice, si è trattata di una scelta presa in un secondo momento.

«Inizialmente la storia fu scritta con una sola voce narrante; la vicenda poi venne sviluppata in modo diverso da come mi ero aspettata inizialmente. Così, una volta conclusa, non mi appariva come avrei voluto. Non gli rendeva giustizia. Aveva bisogno di approfondimenti, di più intimità, di spiegare non solo un carattere ma entrambi. Così ritornai a darmi da fare su un lavoro fondamentalmente concluso, perdendoci altri due anni per portarlo al traguardo che desideravo.»
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Questa doppio binario permette di conoscere meglio i personaggi secondari e le famiglie dei protagonisti. Proprio una di queste, quella di Zeppelin, non ne esce bene. Due genitori che lo considerano poco e niente e che lo rinnegano quando scoprono la sua omosessualità. Un tema che, purtroppo, ritrova nella quotidianità molti esempi e che non può lasciare indifferenti.

«Non accettare l'omosessualità di un figlio non significa soltanto avere una chiusura mentale, ma avere poco amore nel proprio cuore. Significa voler mettere i propri pensieri e il proprio benessere davanti a ogni cosa. Non accettare la sessualità di un figlio significa, semplicemente, non amarlo affatto.Tutto qui. Nella vita non è necessario avere un'empatia elevata, basta giusto quel pizzico per non renderci disumani.»

I'm used trascina il lettore in vortice di emozioni contrastanti, da cui, difficilmente, riuscirà a staccarsene.

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