Valeria Pomba: «La felicità esiste, ma bisogna saperla sentire nel percorso che ci avvicina a ciò che amiamo»
Si intitola Torino Beach, il nuovo romanzo di Valeria Pomba, pubblicato da Spunto Edizioni. Incentrato sulla vita di Moreno, Viola e Ace, il romanzo ruota intorno alle loro aspirazioni e ai sogni da realizzare. Quando questi si realizzano, però, i tre si accorgono che non sempre realizzare i propri sogni significa ottenere la felicità.
Valeria Pomba racconta a Il mio mondo espanso con sincerità tutto ciò che c’è dietro al romanzo e al suo essere scrittrice.
L'Intervista
D. Valeria, iniziamo da una frase: “Torino sarebbe un città più felice se avesse il mare”. Queste parole si leggono nella quarta di copertina e in qualche modo danno, un’idea di quanto si respirerà durante la lettura di Torino beach. Prima di chiederti da cosa nasce questa riflessione, ci spieghi come nasce il romanzo?
R. Ho iniziato a scrivere questo romanzo sei anni dopo aver iniziato a
pensare alla sua trama, in un momento in cui ho sentito l’esigenza di scrivere
di nuovo. Dopo il primo romanzo, La vita di mezzo, pubblicato nel 2014, ho
scritto testi per il teatro, racconti, ma l’idea di affrontare nuovamente una
storia lunga mi spaventava, sentivo di non potergli dedicare abbastanza tempo e
concentrazione. Poi, anche grazie al consiglio di quello che sarebbe stato il
futuro editore del libro, ho per iniziato a scrivere. Certe cose attendono solo
che arrivi il momento giusto per accadere.
D. E la riflessione da cosa è scaturita?
R. Dalla mia personale convinzione che Torino, città che amo e in cui
sono cresciuta, unica e bellissima da molti punti di vista, sarebbe più felice
se si affacciasse sul mare. Darebbe a noi torinesi un carattere più aperto,
leggero, solare, poter avere il mare a due passi, poter passeggiare sul
bagnasciuga, liberandosi per un attimo dai brutti pensieri. Certo, è un sogno
irrealizzabile: così è nata l’idea di provare almeno a immaginare tutto questo
in una storia, che è poi diventata Torinobeach.
D. Nel romanzo
parli di come ci affanniamo a realizzare i nostri desideri, ma, una volta
avverati, ci rendiamo conto che non sono motivo della felicità. Siamo,quindi,
destinati a rincorrere una felicità che non arriverà mai oppure a cercarla
nelle cose sbagliate?
R. La felicità esiste, ma bisogna saperla sentire e apprezzare nel
percorso che ci avvicina alle cose che amiamo, lungo la strada che ci porta ai
progetti che vogliamo realizzare. A mio parere non è un punto d’arrivo, è un
momento da cogliere quando capita. Dipende da noi ma anche dalla fortuna, e nel
romanzo i personaggi lo sperimentano in prima persona.
D. I protagonisti
sono tre amici e l’amicizia è un tema fondamentale di tutto il tuo romanzo.
Cosa significa per te l’amicizia?
R. Sì, l’amicizia è un argomento importante del libro, che evolve insieme
ai personaggi. Ho voluto parlarne in tutti i suoi aspetti, anche quelli meno
positivi, perché penso sia un sentimento fondamentale per ogni essere umano, ma
complesso da gestire quanto l’amore.
D. Ti è mai capitato di ricevere una delusione da un’amicizia? E se sì, come l’hai affrontata?
R. Tante volte, specialmente da ragazzina. Crescendo sono diventata forse
più diffidente in generale verso le persone, ma va bene così: ho un cerchio di
amicizie molto ristretto ma prezioso.
D. Torniamo al tuo romanzo, Torino è la cornice su cui si muovono i tuoi personaggi. Il capoluogo piemontese si presta da sempre a storia malinconiche e dai colori tenui, proprio per la sua atmosfera. Se dovessi descrivere Torino, qual è il primo pensiero che ti viene in mente?
R. È una città per chi sa vedere oltre la superficie delle cose.
D. Qual è stato il passaggio più difficile emotivamente da scrivere del romanzo?
R. La parte in cui muore uno dei personaggi. Non svelo troppo per non
togliere la sorpresa a chi non ha ancora letto il libro, ma posso dire che è
stato difficile cercare di descrivere le sensazioni che accompagnano un momento
così delicato. Ma anche questo fa parte della vita: Torinobeach è un libro che
alterna leggerezza e profondità, come accade nel vissuto reale di tutti noi.
Sta a noi scegliere quale atteggiamento far prevalere.
D. Quando lo hai completato, cosa hai fatto per “liberarti” dalle sensazioni che ti ha generato?
R. Ho chiuso il PC e sono uscita a fare una passeggiata. Era un
pomeriggio d’autunno, come ora, e ricordo quel senso di compimento che provavo,
un misto di gioia e malinconia, come ogni cosa quando si conclude.
D. Cosa speri rimanga di Torino beach al lettore?
R. Il messaggio di credere nel proprio talento e nei propri sogni, consapevoli che la strada non è tutta in discesa. Ma vale la pena percorrerla.
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