Le Interviste - Rosaria Iodice. Esclusiva

Ieri avete scoperto il bellissimo libro La donna lumaca, oggi invece avrete modo di conoscere meglio la sua creatrice che ci parlerà del libro, ma anche del mondo femminile e di quello lesbo. Un'intervista che consiglio, dopo il salto, a chi vuole conoscere un po' l'omosessualità al femminile. 


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Le Interviste
  Rosaria Iodice 
   Esclusiva 

Nella foto: Rosaria Iodice



Rosaria, La donna lumaca, seppur in passato hai pubblicato alcuni racconti, è il tuo primo romanzo. Quanto hai impiegato a scriverlo?
Il romanzo l’ho scritto in poco più di un mese. Per me scrivere è un rapimento estatico che mi scaglia in un’altra dimensione. Potrei non mangiare, non dormire, vivere attaccata al pc fin quando quel fiume di parole che mi sbatte dentro non esce fuori. In realtà le suggestioni, gli spunti che mi permettono di scrivere un libro, mi capitano casualmente, semplicemente vivendo, stando tra la gente. Posso dire che questo libro è maturato dentro di me nei due anni precedenti al tempo in cui l’ho scritto, ossia nell’ottobre del 2011.



Il romanzo segue attraverso la sua protagonista, Angela, le trasformazioni che l’Italia ha vissuto dal dopoguerra a oggi. Uno spazio importante nel romanzo lo hanno le lotte femministe per la parità tra uomo e donna. Credi che la lotta di quelle donne oggi venga portata avanti, oppure la donna, seppur sotto alcuni aspetti, è tornata indietro?

La lotta serve nelle fasi di rottura di un modello. Oggi non abbiamo bisogno di rompere alcunché ma semplicemente diffondere la cultura del rispetto delle differenze, di tutte le differenze. Le donne sicuramente oggi hanno fatto grandi progressi in tutti i campi, ma in Italia la Chiesa Cattolica che da sempre rinnega il principio del femminino universale, di per sé costituisce un grave ostacolo all’emancipazione femminile. Tuttavia non mi sento di dire che stiamo tornando indietro, piuttosto che stiamo lentamente andando avanti. I veri processi di cambiamento richiedono tempi di assimilazione lunghi perché la consapevolezza profonda avanzi.

Sono due i punti che mi hanno colpito del tuo libro. Il primo l’atteggiamento di certe donne nei confronti delle femministe che lottavano anche per la loro emancipazione. Secondo te cosa spingeva quelle donne a rimanere a giudicare con poca benevolenza invece di scendere in piazza?
Credo che questo accada ancora oggi. Il cambiamento e la rottura di un modello sono sempre un’azione rivoluzionaria. Ė molto più rassicurante vivere di certezze precostituite e di sofferenze conosciute piuttosto che provare a riflettere e migliorare la nostra condizione mettendosi in gioco. A quei tempi farlo significava porsi al di fuori degli schemi subendo l’emarginazione perfino dalla propria famiglia..

L’altro punto, invece, riguarda l’atteggiamento della Chiesa che tacciò quelle rivolte come un pericolo per la salvaguardia del mondo. Perché, secondo te, la chiesa si schiera contro, prima con le donne e adesso con gli omosessuali, quando si rivendicano i propri diritti. Di cosa ha paura?
La Chiesa Cattolica è un’istituzione politica che mira al potere attraverso il controllo sociale. In quanto tale è necessario dunque che tutti vengano inquadrati in uno schema unico. Perché se gli esseri umani imparano a fidarsi di se stessi, di quello che sentono più vero senza vincoli ideologici né falsi moralismi, potrebbero scoprire che esiste un dio dentro di sé, senza l’intercessione di chiese e papi. 

La storia d’amore tra Angela e Teresa, seppur vissuta appena, risulta essere il legame più vero che la protagonista ha vissuto. Angela, che sotto alcuni aspetti potrebbe essere un’eroina vittoriana, si costringe a rinunciare all’amore e all’emancipazione per paura di subire una doppia discriminazione. Secondo te è questo che ha spinto molte donne lesbiche a nascondersi così a lungo?
Sì questa è una delle tante motivazioni. Credo però che le lesbiche oltre a nascondersi siano invisibili. Lo sono perché a loro non si attribuisce la capacità di avere un’affettività e una sessualità autonoma, vengono viste soltanto come un’ipotesi trasgressiva all’interno della parentesi eterosessuale. Se due uomini entrano in una toilette pubblica insieme tutti penseranno che sono gay, se lo fanno due donne, penseranno che sono due amiche che si aiutano a mantenere la borsa. Sembra una banalità ma in realtà rivela di come il pregiudizio possa annientare le persone fino a non farle esistere.

Come dicevo prima, in passato hai pubblicato dei racconti e uno di questi, dal titolo Last Minute, è stato inserito nell’antologia Principesse Azzurre. Come è nata la collaborazione con Delia Vaccarello?
Nel 2003 sono stata la portavoce del BariPride. Avevo organizzato degli eventi, tra cui  la presentazione del  libro di Delia “Gli svergognati” che in quel momento aveva molto successo. Lei stava preparando quest’antologia, sapeva che scrivevo, ha letto il mio racconto le è piaciuto e mi ha dato questa possibilità.  Ma ero giovane, inesperta e quell’esperienza è rimasta isolata. Ci ho messo dieci anni per riuscire a scrivere qualcosa che fosse meritevole di essere pubblicato.

Una volta al mese curi all’interno della trasmissione radiofonica Shortbus-gli altri incontri radiofonici una rubrica che ha lo scopo di parlare della cultura lesbica. Come prepari i tuoi interventi?
Immaginando di fronte a me un pubblico desideroso di  conoscere quello che troppo spesso viene occultato. Faccio lavoro di ricerca, su tutti gli aspetti culturali del lesbismo. Il mio scopo è di parlare non solo alle lesbiche con un’identità consolidata, ma a tutte coloro che hanno ancora paura di uscire dal loro guscio di lumaca associando, ancora oggi,  il lesbismo a una pratica trasgressiva.

Che ruolo ha avuto la lettura nella tua vita e quale è il libro a cui sei legata e perché?
Mio padre ha sublimato la sua impossibilità di studiare regalandomi da bambina libri invece che giocattoli. Ho sempre letto e continuo a farlo con regolarità ogni giorno. D’altro canto se vuoi imparare a scrivere devi leggere molto. Per me leggere è una pausa dalla vita quotidiana, un momento in cui immergermi nei mondi della narrazione. Il libro a cui sono legata per eccellenza è “L’alchimista” di Paolo Coelho. Un libro che mi ha cambiato la vita.

Durante il periodo in cui prendevi coscienza della tua omosessualità, c’è stato un libro a tematica che ti ha aiutato? Se sì quale e perché?
 “Il tuo nome scritto sull’acqua” di Gonzales Frei. Ero ancora sposata in quel periodo e mi capitò tra le mani con uno splendido sincronismo. Ė un libro che oggi a distanza di tempo non giudico lesbian-correct per i contenuti, ma all’epoca riuscì a trasmettermi un desiderio folle di provare quelle emozioni che vivevano le due protagoniste.  Da certi punti di vista scoprii che il mio desiderio di amare le donne, non poteva essere rimandato. Dopo tre mesi mi separai. Ma chiaramente non fu solo il libro a indicarmi la strada.

Che consiglio daresti a chi vuole intraprendere il tuo cammino di scrittrice?
Di non scrivere mai pensando di diventare uno scrittore ma di scrivere per il piacere di farlo. Mai ostinarsi a pubblicare un libro pensando che questo di per sé costituisca un traguardo. Se un libro non è di valore, spesso è soltanto la pietra che segnerà la caduta del nostro narcisismo esasperato. Bisogna inoltre avere fiducia che se la nostra strada è quella prima o poi l’opportunità arriverà. Io ho aspettato dieci anni, ma quando è stato il momento le cose si sono incastrate perfettamente senza il minimo sforzo. La vita non è ingiusta è soltanto più saggia di noi.

Intervista Francesco Sansone

http://ilmondoespansodeiromanzigay.blogspot.it/2012/05/oltre-levidenza-racconti-di-vita-gay.html